Coach Gregg Popovich

Coach Gregg Popovich

Che Popovich fosse un genio a far girare una squadra come una macchina a funzionamento perfetto è ormai risaputo. Forse non ci si aspettava però di vedere così tanta superiorità nelle prime due gare di queste Conference Finals, ma se si tiene conto solo ed esclusivamente del gioco messo in mostra dall’inizio dei playoffs ad ora, c’era sì da aspettarselo, eccome. Le lacune di OKC sono venute tutte a galla in modo repentino. Assenza di Ibaka a parte, i Thunder sono sembrati molto spesso disorientati, costretti a conclusioni forzate nella metà campo offensiva e schiacciati da una circolazione di palla ai limiti della perfezione in difesa. Non finiranno tutte così le partite di questa serie, Oklahoma tenterà ovviamente una reazione tipica di chi vuole dimostrare che in finale di conference non ci è arrivato per caso. Però il tabellone a fine gara-2 segna un +35 per i nero-argento, un verdetto che lascia poco spazio ad interpretazioni varie e che, forse, farà sorridere Pop per qualche minuto. Domenica si va a giocare ad Oklahoma City una gara-3 che dirà molte cose di questa serie. Difficile che si vada sul 3-0, situazione che comprometterebbe fortemente la posizione dei Thunder, ma non impossibile nel momento in cui i Thunder non dovessero riuscire a riscrivere lo spartito di questa serie.

UPS

Il trio. Con la vittoria in gara-2 sui Thunder, il trio composto da Parker-Ginobili-Duncan ha raggiunto ufficialmente quota 111 vittorie nei playoffs, record di ogni epoca avendo sorpassato le 110 vittorie del trio dei Lakers composto da Magic, Cooper e Abdul-Jabbar. E’ una statistica incredibile che rende onore a quanto è stato fatto in tutti questi anni da 3 giocatori che hanno nel loro DNA il gene della vittoria. 32 anni per Parker, 36 per Ginobili e 38 compiuti da meno di un mese per Duncan: la costanza nel proporre sempre un gioco di altissimo livello ha permesso loro di trovarsi avanti 2-0 in una serie contro una squadra atleticamente più fresca. Festeggiare un record così importante con un +35 nelle finali di conference è veramente qualcosa di notevole. Immensi.

Danny Green, 7/10 da 3 punti

Danny Green, 7/10 da 3 punti

Danny Green. Chiude con un chirurgico 7/10 dall’arco, per 21 punti in 28 minuti. Altro giocatore reso incredibilmente efficace dal gioco di Pop. “Siamo una famiglia. Fratellanza o fraternità, come volete chiamarla. Siamo insieme da qualche anno e mi sono affezionato molto a diversi miei compagni di squadra vedendo nascere molte amicizie. So bene cosa significhi per loro e quanto siano competitivi. Tutti vogliamo vincere”. Bravo lui a farsi trovare sempre pronto dalla lunga, bravi i compagni a pescarlo in maniera precisa e puntuale, uno su tutti Manu Ginobili con un assist spaziale.

Pop. Che si vinca di 30 o che si perda di 20, la sua faccia non muta mai, la sua espressione non regala mai un sorriso che manifesti un po’ di serenità. Ma se gli Spurs sono diventati ormai un riferimento per ciò che riguarda il concetto di “bel gioco”, gran parte del merito è da attribuire proprio a lui. E’ in grado di rendere efficaci giocatori ritenuti poco più che gregari dalla maggior parte delle franchigie presenti nella Lega. Sta facendo emergere un vero e proprio gioiellino che sembra avere veramente pochi punti deboli che risponde al nome di Kawhi Leonard. Ha infranto una gran quantità di record riguardanti le vittorie (in coppia con Duncan), non solo a livello di pallacanestro, ma in generale nello sport. La vittoria di un altro anello sarebbe la ciliegina sulla torta a coronare una carriera di grande professionalità e devozione verso questo mondo, oltre a rappresentare un esempio concreto per tutti gli allenatori emergenti.

DOWNS

L’accoppiata Durant-Westbrook. Disastrosi. Non ci sono mezzi termini per la prova dei due all-star di coach Brooks. Le percentuali dal campo parlano di un 13/40, 6/16 per Durant (0/4 da tre) e 7/24 per Westbrook (1/5 da tre); l’altra statistica a dir poco strana riguarda i tiri liberi per i due, poiché Durant si è presentato in lunetta solo 5 volte, mandando a segno 3 tiri, mentre Westbrook non si è guadagnato nemmeno un tiro dalla linea della carità. Dovrà a tutti i costi esserci una svolta da parte di queste due stelle, per evitare un epilogo che renderebbe la stagione dei Thunder virtualmente fallimentare. Gli uomini di Brooks non hanno mai espresso un grande gioco corale, affidandosi fin troppe volte alle intuizioni dei due giovanotti talentuosi, condannandosi così a soccombere pesantemente come dimostrato in gara-2.

Westbrook e Durant, male in gara-2

Westbrook e Durant, male in gara-2

Difesa e quintetto OKC. 117 punti di media incassati nelle prime due partite. Un po’ tantini per una squadra che mira a vincere il titolo, a maggior ragione se di fronte hai squadre che concedono molto poco in attacco agli avversari. Inoltre, il quintetto ha messo a segno solamente 34 dei 77 punti complessivi ed evidenziando, escludendo i 15 punti a testa per Westbrook e Durant, un impatto nullo da parte degli altri. Una rotazione più corta ma di maggior qualità potrebbe essere una soluzione per coach Brooks, che ha detto senza mezzi termini: “Ci hanno preso a calci. Non stiamo bene, ma tra due giorni avremo l’opportunità di riportarci sotto in casa nostra.”