Reggie Jackson MVP della notte.  fondamentale nella vittoria dei suoi Thunder (AP Photo/Alonzo Adams)

Reggie Jackson MVP della notte. fondamentale nella vittoria dei suoi Thunder (AP Photo/Alonzo Adams)

E’ servito un OT agli Oklahoma City Thunder per mettere le mani sulla quarta partita della serie contro i Memphis Grizzlies, valida per il pareggio a quota 2. L’eroe della serata non è stato il solito Kevin Durant o Russell Westbrook ma Reggie Jackson. Il play dai natali italici ha forzato l’overtime che ha dato la possibilità agli ospiti in maglia Thunder di vincere la partita.

La seconda gara della Western Conference della notte è stata la Gara 3 tra i San Antonio Spurs e i Dallas Mavericks. La vittoria e il conseguente 2-1 nella serie sono andati ai Mavs grazie al tiro allo scadere di Vince Carter che si è così potuto prendere una vendetta speciale con il passato di cui vi parleremo tra poco.

UPS

Reggie Jackson. Ha chiuso la partita con il suo career high aggiornando le serie storiche con una prestazione da 32 punti. Partendo dalla panchina, ha portato in campo una carica che, nell’inizio di gara, mancava ai suoi Thunder. Le sue statistiche parlano di 11/16 dal campo, 8/8 ai liberi e la bellezza di nove rimbalzi, che per un giocatore così piccolo, contro la squadra di Randolph e Gasol, è piuttosto indicativo della sua gara. Non sono solo i numeri che fanno di Jackson il miglior giocatore dei Thunder nella notte. Nei minuti finali della gara, i Grizzlies hanno allungato sul +5, mettendo una seria ipoteca al risultato finale della partita. Con meno di un minuto per recuperare lo svantaggio, tutti si aspettavano che i possessi del pareggio sarebbero finiti nelle mani di Durant o, al massimo, di Westbrook. Invece è stato proprio il nostro a mettere i cinque punti in fila che hanno regalato l’OT ai Thunder. Jackson ha avuto anche in mano il possesso della vittoria. Con 4.3 secondi da giocare (un’eternità nella pallacanestro, ndr) ha sparato un tiro da oltre metà campo dalle bassissime possibilità di andare a bersaglio. Grande prova comunque la sua.

San Antonio Spurs @ Dallas Mavericks 108-106. 1.7 secondi da giocare. Rimessa sul lato sinistro del campo. Vince Carter sapeva esattamente cosa fare. Aveva vissuto quel momento 13 anni fa. Eastern Conference Finals 2001. Toronto Raptors-Philadelphia 76ers. Vince Carter ha in mano il tiro che può valere il viaggio alle Finals contro i Los Angeles Lakers. Stessa posizione di ieri sera, stesso tiro a cadere indietro. Risultato diverso. 13 anni fa furono i 76ers di Allen Iverson a saltare di gioia perché il tiro di Vince Carter non aveva trovato il fondo della retina. 13 anni dopo, Vincredible si è preso la rivincita con gli dei del basket facendo entrare quel tiro.

A sinistra il tiro di Vince Carter nel 2001; a destra il tiro di Vince Carter di questa notte: stessa posizione, risultato diverso

A sinistra il tiro di Vince Carter nel 2001; a destra il tiro di Vince Carter di questa notte: stessa posizione, risultato diverso

DOWNS

Kendrick Perkins. Non si sta dimostrando all’altezza di una sfida sotto canestro contro due maestri del gioco sotto i tabelloni come Marc Gasol e Zach Randolph. L’abilità in attacco di Gasol e la solidità a rimbalzo di Zach Randolph stanno letteralmente facendo uscire di testa il centro dei Thunder. In 106 minuti di utilizzo totali in queste prime quattro gare della serie, Perkins ha messo a referto solo 6 canestri dal campo, per un totale di 17 punti. Ibaka sta facendo il lavoro sotto canestro da solo. La prossima gara a OKC sarà fondamentale e ci vorrà il miglior Perkins per permettere ai Thunder di salire sul 3-2.


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