Manu Ginobili (Spurs)

Manu Ginobili (Spurs)

Quella che doveva essere la degna conclusione di una serie tirata, spettacolare ed incerta si è tramutata in una cicloturistica. Gli Spurs, infatti, in gara 7 hanno letteralmente demolito Dallas, che già alla sirena di metà tempo (68-46) ha capito che i propositi di rimonta erano ormai infondati. Parlare di rivincita rispetto allo scalpo fatto dai Mavericks nel 2007 proprio in una gara 7 e a spese di San Antonio ci sembra azzardato. E’ fuori di dubbio, però, che avere la meglio sui rivali in un derby texano non avrà certo lasciato indifferenti la squadra di Popovich. Dallas esce, lo fa a testa alta, altissima. Per 6 partite ha probabilmente giocato meglio degli avversari, con minore pressione certo, ma mostrando per larghi tratti delle sfide un gioco armonioso nel quale a turno si sono esaltati i vari Calderon, Ellis, Carter, Nowitzki e addirittura la coppia di lunghi Dalembert-Blair. Non è bastato, ma è stato comunque un bel cammino. San Antonio, temprata e rinvigorita da una serie emozionante, affronta ora i Portland Trail Blazers. Lo spettacolo è assicurato.

UPS

Parker. I 32 punti inflitti alla difesa dei Mavs non dicono tutto della debordante partita del francese. Apparso in crescita nell’ultimo quarto della sesta partita, il campione d’Europa in carica si è preso sulle spalle gli Spurs fin dalle prime battute della gara decisiva, quella senza ritorno. Un dominio tecnico e mentale di altissimo livello, il miglior modo possibile per affrontare i Blazers di Damian Lillard.

Ginobili. Lo menzoniamo per quanto fatto la scorsa notte, certo (20 punti con 5/7 dal campo), ma anche per quanto mostrato in tutto il primo turno di Playoffs. Non sarà continuo come una volta ma l’argentino è ancora in grado di dispensare pennellate mancine lungo i 28 metri e, soprattutto, di segnare nei momenti più delicati delle partite.

DOWNS

Calderon. Ha steccato, c’è poco da dire. Partito alla grande, con percentuali superlative, si è progressivamente spento, pur senza mai sfigurare, anzi. Ieri notte, però, il bravissimo e sottovalutato play iberico nulla ha potuto contro lo strapotere del dirimpettaio transalpino che ha stravinto il confronto diretto.

Marion. E’ vero che a questo punto della carriera è più un giocatore di contorno che uno da cui farsi guidare. E’ anche vero, però, che da un veterano come lui, che di battaglie di Playoffs ne ha viste tante, ci si sarebbe potuto aspettare qualcosa in più. 5 punti, un solo assist e tre rimbalzi stonano un po’ con il passato lucente dell’ex Suns.