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LeBron James 9: Il primo tempo degli Heat è stato da dimenticare, al punto che è stato LeBron a caricare i suoi prima dell’ingresso in campo per la ripresa. Il risultato è 16 punti del solo MVP (contro i soli 13 degli avversari). Ma la statistica non dice esattamente quanto il numero 6 sia stato straordinario: grazie all’aiuto di Haslem ha trascinato i suoi a un passo dalla finale NBA. Epico.

Mario Chalmers 7,5: Bravissimo. Da solo riesce ad annullare le point guard avversarie, mentre è l’unico che nel primo tempo tiene a galla i suoi quando potevano soccombere. E’ lui a segnare la tripla del 56-53, il principio della strepitosa vittoria Heat.

Dwyane Wade 5: Ormai è stato declassato dalla “twitter-sfera” a un giocatore qualunque. Duole il cuore dirlo ma Wade non è più lui e nonostante la grande prova della sua squadra, rimane sotto i 20 punti per l’undicesima gara consecutiva. Coach Spo ha bisogno di lui.

Chris Bosh 5: Vale lo stesso discorso per Wade, anche se stasera ha fatto vedere un lievissimo miglioramento, non solo nel gioco da fuori. Lo sfondamento preso ai danni di Hibbert è stata la migliore giocata della sua partita, ma nonostante alcuni episodi importanti, neanche lui è ormai da considerare un “big”: troppo pochi i 7 punti e insufficiente la presenza a rimbalzo: solo 1.

Udonis Haslem 8: Quando gioca in questa maniera, non c’è niente da fare, gli Heat vincono. Con un clamoroso 8/9 dal campo, aiuta LeBron a dare il vantaggio decisivo ai suoi. Una serie incredibile di jumper a segno conditi da una schiacciata presuntuosa, contribuiscono in maniera decisiva ad allontanare i Pacers. E’ senza dubbio il termometro di questa squadra, e stasera, il suo secondo migliore giocatore.

Dalla panchina:

Chris Andersen 4: Estende la sua striscia di canestri a segno a 18 (con un jumper che gli vale il record degli ultimi 15 anni nei playoff). Ma l’aspetto negativo è quello che risalta stavolta: una gomitata senza senso a Hansbrough e successivo battibecco con spinta gli costeranno di certo la sospensione per gara 6.

Ray Allen 6: Silenzioso ma in grado di ritagliarsi il suo spazio nel quarto periodo con un paio di liberi e la tripla del +11, quando i Pacers stavano pericolosamente avvicinandosi. Anche lui in un periodo di non particolare forma.

Norris Cole e Shane Battier N.G.: I due giocano solo 15 e 8 minuti rispettivamente. Il numero 31 si fa vedere poco, ma silenziosamente fa il lavoro sporco in difesa, raddoppiando sistematicamente i lunghi. Cole gioca molto nel garbage time degli ultimi 4 minuti, quindi non giudicabile.

Erik Spoelstra 7: Bravo nella gestione dei timeout e nella gestione di LeBron. Semplicemente ha fatto fare tutto al suo numero 6 che non ha certo esitato a rispondere presente. Ma la prestazione difensiva degli Heat è merito del suo piano tecnico, in grado di frenare nel secondo tempo la vena di Roy Hibbert.

INDIANA PACERS

George Hill 5: Inesistente al cospetto di Chalmers (non Tony Parker) e colpevole del quarto fallo già ad inizio terzo quarto. 1 punto solo a referto non può essere accettabile.

Lance Stephenson 4: 3 minuti nella gara e subito è costretto a sedersi a causa di due evitabili falli. Il che significa tanto Sam Young, ma sopratutto significa vedere il peggio di Lance Stephenson, da 2 su 7 dal campo con soli 4 punti e un -15 di plus/minus. Se Haslem è il barometro degli Heat, “Born Ready” è quello dei Pacers, e stasera, a differenza di gara 2 e 4 è stato come se non fosse partito per Miami.

Paul George 7: L’ultimo a mollare, il primo a rispondere presente quando i Pacers sembravano, nel primo tempo, poter portare a casa la vittoria. Dopo un primo quarto da 13 punti con ben tre triple, chiude come il migliore dei suoi, con 27 punti, 11 rimbalzi e un ottimo 11/19 dal campo. Non è aiutato e in difesa soffre la forza ed energia degli Heat come tutti i suoi compagni.

David West 5,5: Non la sua miglior prestazione. Ce la metta tutta, sbagliando qualche layup di troppo ma lottando sempre. Alla fine chiude con il plus/minus più negativo fra i suoi (+19), ma giusto a causa dei 41 minuti giocati, tutti passati a combattere sotto canestro. Dovrà sicuramente far di più, a cominciare dalla precisione al tiro, in gara 6.

Roy Hibbert 6,5: Fa subito sentire la sua importantissima presenza sotto canestro, segnando 10 punti nel solo primo quarto, ma sparendo piano piano con la squadra nel secondo tempo. Servirà bene altro in gara 6 per fermare questi Heat.

Dalla panchina:

DJ Augustin 4: Gioca più del solito, anche da guardia, a causa dei problemi di falli di Hill e Stephenson, e offre una prestazione tutt’altro che solida. 18 minuti di nulla e di -8 di plus/minus.

Sam Young 6: Gioca, bene, praticamente tutto il primo quarto dopo il secondo fallo di Stephenson. Prestazione senza lode ne infamia, per questo si merita la sufficienza, ovviamente sempre grazie alla sua buona indole difensiva (in attacco solo due punti frutto di una schiacciata).

Tyler Hansbrough e Ian Mahinmi N.G.: Il primo si fa notare per l’episodio di Andersen citato in precedenza. Il secondo solo per un tap-in e nient’altro di rilevante nei suoi 8 minuti di impiego.

Frank Vogel 6: Partita preparata benissimo, e lo si vede nel primo tempo, quando i suoi meritavano di essere davanti in doppia cifra. E’ questo il peccato mortale dei Pacers di stasera, che hanno regalato punti agli Heat e non hanno saputo sfruttare il bellissimo primo tempo giocato. Non ha trovato il modo di adattarsi agli adattamenti (scusate il gioco di parole) degli Heat, e dovrà trovare il modo di impiegare meglio il suo backcourt, inesistente questa sera.