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(Jesse D. Garrabrant/NBAE/Getty Images)

MIAMI HEAT

LeBron James 8: Una macchina da guerra, impressionante come si prende la squadra sulle spalle e la guida a una vittoria fondamentale dando l’impressione di non alzare nemmeno troppo le marce. Si merita un rimprovero per qualche lamentela di troppo e qualche, si lo sappiamo, flop di troppo. Ma la sua leadership aiuta tantissimo i compagni, in particolare Wade. Prezioso.

Mario Chalmers 7: Dopo James è il migliore dei suoi in questa fantastica serie. Anche in gara7 fa sentire la sua forza nei confronti di Hill, mandato fuori giri più di una volta in difesa, come quasi sempre accaduto. Le sue penetrazioni e l’assenza di paura rispetto all’intimidazione di Hibbert sono incredibili e Super Mario continua sempre più a guadagnarsi il rispetto di James e compagni.

Dwyane Wade 7: Finalmente abbiamo assistito ad una gara alla Wade. Qualche importantissima giocata offensiva, a inizio gara e nel terzo quarto, accompagnata da tanta energia nella ripresa, gli fanno meritare questo voto alto, il più alto della postseason. I suoi 6 rimbalzi offensivi sono la dimostrazione che in gara7 l’esperienza conta tantissimo. Rinato.

Chris Bosh 5: Non abbiamo particolare simpatia per come Bosh ha gestito questa serie. 8 tiri nel primo quarto, di cui uno solo a segno, e 2 canestri nel secondo, fatti passare come la fine del mondo a giudicare dall’esultanza dell’ex Raptors, sono tutto ciò che ci ha offerto. Ci sono anche 8 rimbalzi nella sua serata, ma il 3/13 e la solita sensazione di involuzione fanno propendere il suo voto verso il basso.

Udonis Haslem 6: Si vede pochissimo, sbaglia qualche tiro, ma tutto sommato non si può dare meno della sufficienza a UD, colui che ha contribuito in maniera clamorosa a 2 vittorie nella serie per Miami.

Dalla panchina:

Chris Andersen 6: Presenza fisica importante, quella che è mancata in gara6. Riesce a mandar fuori giri David West con un paio di giocate difensivi di valore. Nel frattempo continua il suo ottimo contributo offensivo, con 5/6 ai liberi e 7 punti, con un ottimo plus/minus di +16.

Ray Allen 7: Quando c’è da giocare certe partite i campioni fanno sempre la differenza. Ray Allen aveva passato una serie fatta di prestazioni clamorosamente insufficienti, ma in gara7 è lui che crea la scintilla con 3 triple nel primo tempo, che davvero gridano alla “rinascita”. Esperienza che LeBron potrà sfruttare.

Norris Cole 6: Normale amministrazione nei momenti in cui Miami aveva ormai in tasca la qualificazione alla finale. Riesce anche lui a far scaldare la folla.

Rashard Lewis, Mike Miller, James Jones e Joel Anthony N.G.

Erik Spoelstra 7: Ha provato a fare avere più tocchi a Bosh e Wade, ma il suo intento è riuscito a metà, con il primo mai entrato in gara. Per il resto l’aiuto che riceve da LeBron è più che prezioso, ma bisogna dar credito alla preparazione difensiva della gara: il costante raddoppio che ha impedito la ricezione ai lunghi avversari è stata la chiave per bloccare l’attacco di Indiana, capace di perdere ben 21 palle.

Il pubblico dell’AAA 0: E’ evidente che questa folla è adatta a una partita di calcio e non certo ad una di NBA. Il coro “Refs you suck” quando la propria squadra è sopra di 20 proprio non riusciamo a digerirlo. Davvero inusuale per lo sport a stelle a strisce.

Issac Baldizon/NBAE/Getty Image

Issac Baldizon/NBAE/Getty Image

INDIANA PACERS

George Hill 5: Inizia bene un paio di triple ed ottime buone giocate. Dopo il primo timeout gli Heat cominciano a stringere un paio di viti in difesa e lui è il primo a soffrirne. Non vorremmo mai che la nostra point guard titolare finisse con un plus/minus di -14.

Lance Stephenson 5,5: Tenta di dare energia e intensità alla sua squadra. Ci riesce in parte, perchè anche lui cade a fondo insieme alla squadra. Partita che diventa anonima, nonostante la buona volontà. Anche lui si rifarà.

Paul George 5: Non la migliore prova del numero 24, uscito per falli a ben 7 minuti dalla fine di gara7. Ci aveva provato anche lui all’inizio con alcune giocate importanti o con l’avvertimento a Chalmers di non “floppare” (scusate il termine). Ma alla lunga l’esperienza e la forza degli Heat hanno inghiottito anche lui.

David West 5,5: Probabilmente l’ultimo a mollare, come sempre. Ci prova, a inizio terzo quarto, a creare un sussulto nei suoi, ma invano. Ha il peggior plus/minus della partita (-24)……. , statistica ingiusta per un autentico guerriero.

Roy Hibbert 5: Avrebbe dovuto dare un seguito alle parole del post gara6, ma cosi non è stato. Gravato subito dai problemi di falli, non è riuscito affatto ad incidere come avrebbe voluto. Troppo passivo, come tutta la squadra, a rimbalzo. E’ anche per colpa sua se i Pacers sono stati surclassati in una statistica che li aveva visti quasi sempre vincenti: sono ben 15 i rimbalzi offensivi presi dai Miami Heat.

Dalla panchina:

DJ Augustin e Sam Young 5: Con loro due in campo, i Miami Heat provano ad allungare, riuscendoci. Sono i due punti deboli della squadra, ma non sono i peggiori della panchina dei Pacers: è la testimonianza che serve molto di più a questa squadra per poter battere una squadra come gli Heat, a cominciare dalla panchina.

Tyler Hansbrough, Orlando Johnson, Jeff Pendergraph, Gerald Green e Ian Mahinmi N.G.

Frank Vogel 6: Non si merita l’insufficienza, perchè è stato quasi un miracolo arrivare all’elimination game per eccellenza. I suoi Pacers hanno mostrato un basket organizzato e quadrato per quasi tutta la serie, tranne in quelle occasioni di blackout ingestibili dalla panchina. Non si merita nemmeno che la sua squadra esca cosi male da questa gara7, ma con una panchina più profonda sa che l’anno prossimo potrà andare molto più in fondo.