Zach Randolph, 8 punti nell'overtime (Foto: wiscnews.com)

Zach Randolph, 8 punti nell’overtime (Foto: wiscnews.com)

Che i Grizzlies non fossero quelli del primo tempo di gara 1 si era capito già nel secondo tempo di quella stessa partita (vedi qui), anche se la rimonta non si era concretizzata; con una prestazione ai limiti della perfezione, però, l’impresa di sbancare la Chesapeake Energy Arena è riuscita in gara 2, in cui Memphis, nonostante lo strabordante atletismo di Westbrook (a tratti davvero immarcabile), i canestri impossibili di Durant (tripla dall’angolo con fallo mentre stava cadendo) e la fisicità di Ibaka (è lui a mandare la gara al supplementare dopo rimbalzo offensivo), mantiene di fatto il controllo della gara dall’inizio alla fine, grazie a meccanismi di squadra che funzionano a meraviglia e a un apporto più che positivo della panchina, oltre ovviamente a giocatori come Randolph, Lee, Conley e Gasol, che sanno cosa fare della palla quando scotta.
Prova di forza dei Clippers, invece, nell’altra gara della notte, contro dei Warriors che sono parsi solo i lontani parenti di quelli che hanno vinto a sorpresa gara 1. I padroni di casa vanno in doppia cifra di vantaggio già nei primi minuti, grazie soprattutto a un Blake Griffin atleticamente straripante; il resto è praticamente pura formalità.

Memphis Grizzlies @ Oklahoma City Thunder 111-105 OT (serie 1-1)
Golden State Warriors @ Los Angeles Clippers 138-98 (serie 1-1)

Blake Griffin, immarcabile in gara 2 (Foto: veooz.com)

Blake Griffin, immarcabile in gara 2 (Foto: veooz.com)

MVP. Prova di forza dei Clippers, abbiamo detto, ma a maggior ragione prova di forza di Blake Griffin, che infila 35 punti con un irreale 13/17 dal campo in meno di 30 minuti.

LVP. Che Kendrick Perkins finisca la partita con 4 punti e 4 rimbalzi è ormai, purtroppo per OKC, ampiamente preventivabile; lo è meno, invece, che Caron Butler, preso a metà stagione per portare punti dalla panchina, e Reggie Jackson realizzino in coppia solo 5 punti, frutto di 1/9 al tiro; i Thunder non possono vincere se giocano solo Durant, Westbrook e Ibaka.

On Fire. Z. Randolph (MEM, 25 pts, 6 reb), M. Gasol (MEM, 16 pts, 7 reb, 7 ast), M. Conley (MEM, 10 pts, 7 reb, 12 ast), C. Lee (MEM, 16 pts, 6/9 FG), S. Ibaka (OKC, 15 pts, 11 reb, 5 blk), R. Westbrook (OKC, 29 pts, 7 reb, 8 ast), S. Curry (GSW, 24 pts, 8 ast), C. Paul (LAC, 12 pts, 6 reb, 10 ast), D. Collison (LAC, 12 pts, 10 ast).

Losing Effort. Non è bastata la solita grande prestazione, pur viziata da percentuali non proprio stratosferiche (12/28), di Kevin Durant per andare sul 2-0; il leader di OKC il suo comunque l’ha fatto, con 36 punti, 11 rimbalzi e 4 assist in 45 minuti.

The Unexpected. In pochi, soprattutto nello staff tecnico di OKC, si sarebbero aspettati un simile impatto da Beno Udrih: lo sloveno, grazie alla squalifica di Calathes, ha più minuti a disposizione, e li sfrutta come meglio non potrebbe: 14 punti, 3 rimbalzi e 2 assist in 14 minuti, con un ottimo 6/8 al tiro.

Buzzer Beater. A 12 secondi dalla fine dei tempi regolamentari tra Grizzlies e Thunder, i primi sono in vantaggio di due punti e la palla è nelle mani di Russell Westbrook, che prova a vincere la gara con una tripla, prendendo però solo il ferro. Ci ha pensato Serge Ibaka a strappare il rimbalzo e a convertirlo nei due punti del pareggio, portando la gara al supplementare; come detto, però, tutto inutile: Memphis vince di 6 e pareggia la serie.

Stat of the Night. Due le chiavi della vittoria dei Grizzlies: l’apporto della panchina (33-14) e i punti in area: nonostante la presenza di un intimidatore come Ibaka, Memphis segna ben 56 punti nel pitturato, contro i 36 degli avversari; dato comprensibile, se si pensa che lo stesso Ibaka ha preferito colpire dalla media distanza.