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Washington Wizards – La franchigia della capitale è passata come un rullo compressore contro i Toronto Raptors che proprio la scorsa settimana erano finiti tra i “Downs”. Partivano con il fattore campo a sfavore e contro una squadra che come loro aveva disputato un buonissimo inizio di stagione per poi accusare un forte calo dopo la pausa All Star Game. La serie si presentava quindi molto equilibrata e probabilmente la più avvincente ad Est sulla carta. Così non è stato e all’Air Canada Center si sono presentati degli Wizards in formato extra lusso. Forse prima di ogni cifra o analisi tecnico-tattica si può semplicemente partire col dire che i ragazzi di Wittman l’hanno messa sul piano dell’agonismo e dell’intensità, aggredendo i Raptors con determinazione dal primo all’ultimo minuto.

John Wall e Paul Pierce nella vittoria 4-0 degli Wizards su Toronto

John Wall e Paul Pierce nella vittoria 4-0 degli Wizards su Toronto

Assoluto comandante in capo per la capitale è John Wall le cui cifra parlano per lui : 17,6 punti, 4,6 rimbalzi, 1,7 rubate e 0,6 stoppate di media in questi Playoffs, essendo poi il miglior assist-man della lega a quota 10. Proprio l’atletismo e l’aggressività dell’ex Kentucky hanno spaccato la serie indirizzandola da subito verso Washington. Wall ha cominciato dalla prima gara a mettere una forte pressione su Lowry in entrambe le metà campo, portandolo ad avere spesso problemi di falli che lo costringevano a lasciare il campo lasciando Toronto senza il fulcro del loro gioco. Gli Wizards stanno però trovando grandi risposte e conferme da parte non solo delle loro stelle ma dall’intero roster in generale. Otto Porter si sta rivelando jolly molto funzionale e versatile in difesa grazie alle lunghe leve, mentre Gortat sta giocando in modo chirurgico sbagliando quasi nulla (74,4% dal campo), mettendo grande fisicità in difesa (10 rimbalzi e 2 stoppate) oltre ad essere il secondo marcatore per Wittman a quota 17,3 punti a gara. La ciliegina sulla torta è un Paul Pierce che ancora una volta sta spiegando “perché lo hanno voluto li”. Il futuro Hall of Fame ha nettamente elevato il suo gioco nella post-season e oltre ai 15 punti abbondanti di media a gara si sta prendendo le responsabilità quando la palla scotta, dettando la via da seguire per essere vincenti ai Playoff. Forti del 4-0 e quindi di preziosi giorni di riposo ora gli Wizards attendono la vincente della serie tra Brooklyn e Atlanta, ma nella capitale non temono nulla è le ambizioni ad Est sono di altissimo livello.

Memphis Grizzlies – Chiudono la serie in gara 5 di ritorno nel Tennessee concedendo ad una scarica Portland solo una partita. Preoccupava Conley che si era presentato a gara 1 già con dei problemi fisici che ne limitavano prestazioni ed utilizzo. La sfortuna ha voluto che rimediasse un brutto colpo in gara 3 che lo ha costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico per riparare una frattura facciale. La sua assenza si è sentita in gara 4 dove Portland non ha trovato il giusto rimedio concedendo a Portland la vittoria, per poi ricomporsi subito nel momento del ritorno al FedEx Forum dove ancora orfani del loro playmaker hanno dato grande prova della loro solidità di squadra. Forse il dato più significativo è il terzo posto nella lega per PIE con 55,4%(Player Impact Estimate) dato che stima l’impatto di un giocatore o di una squadra sulla partita, dando la percentuale di “game events” conquistati nell’arco della gara. Memphis è inoltre quarta nella lega per Net Rating, mostrando quindi un eccellente equilibrio tra la fase difensiva e quella offensiva.

Marc Gasol trascina Memphis alle semifinali dell'Ovest

Marc Gasol trascina Memphis alle semifinali dell’Ovest

I Grizzlies ti costringono a giocare il loro basket, imponendoti il loro ritmo davvero difficile da interpretare. In attacco utilizzano la loro potenza in post basso unita agli ottimi tiratori pronti per gli scarichi sul perimetro, sfruttando le ottime capacità di Gasol di creare gioco e gestire gara e compagni. In difesa sono molto fisici e chiudono molto bene l’area (concedono solo il 39,9% dal campo, miglior dato nella lega) concedendo davvero pochi spazi agli attacchi avversari. Da valutare il rientro di Conley che rimane elemento cruciale per i destini dei Grizzlies, ma ragazzi di coach Joerger hanno mostrato grande solidità, fattore determinante per non crollare a Ovest.

Golden State Warriors – Sono arrivati alle semifinali di conference in maniera silenziosa dato che la loro era probabilmente la serie più scontata di questi Playoffs. Se si parla però di squadre in forma allora non si possono non nominare Curry e i suoi. Contro i Pelicans non è andato proprio tutto liscio come il secco 4-0 potrebbe lasciar pensare, ma proprio per questo, come ha detto coach Kerr, per loro è stato un ottimo test. Non un test semplice, anzi, ma una prova per capire davvero il valore di questi Warriors. Rimontare dal -20 a inizio quarto quarto di gara 3 fuori casa, con una New Orleans davvero ispirata denota, oltre che dei grandi attributi, una struttura interna di squadra attrezzata ad affrontare qualsiasi situazione sul parquet. La forza di Golden State è proprio questa : oltre all’inconfutabile talento dei singoli, Kerr è riuscito a strutturare e dotare gli Warriors di uno stile di gioco multifunzionale che si adatta ad ogni avversario e permette di esplorare e sfruttare a proprio vantaggio ogni situazione tattica all’interno della gara.

Steph Curry straordinario in questo inizio Playoff

Steph Curry straordinario in questo inizio Playoff

Ma più che l’attacco che è certamente la cosa che più salta gli occhi, il vero capolavoro viene fatto nella metà campo difensiva dove hanno giocatori in grado di cambiare senza necessariamente concedere miss-match pericolosi, e possono contare su un sistema di rotazioni difensive ben oliato che lascia pochi buchi. Non si danno mai per vinti e hanno un’impressionante fiducia nei loro mezzi il che li porta ad avere un’energia ed una convinzione che permette loro di non dare respiro all’avversario, spesso e volentieri con giocate demoralizzanti che lasciano totalmente inermi. Inutile poi sottolineare ulteriormente le qualità ed il livello di gioco della loro stella Stephen Curry : primo marcatore della lega nella post-season a quasi 34 di media, 7,3 assist e delle percentuali impressionanti al tiro, oltre alla straordinaria ed incredibile capacità di fare giocate decisive e di controllare la gara. Restano ad oggi i favoriti, avendo ora anche anche potuto usufruire di importanti giorni di riposo per essere pronti a confrontarsi con Memphis in una serie che promette scintille

DOWNS

Cleveland Cavaliers – Strano vederli tra le squadre non in forma dopo la loro presenza nella categoria opposta la settimana scorsa e sopratutto alla luce del 4-0 rifilato a Boston. Ma nella valutazione totale non poteva non pesare ed essere sottolineata la brutta notizia che Kevin Love si è dovuto sottoporre ad un intervento chirurgico per riparare la dislocazione della spalla sinistra. Per il lungo ex Minnesota si prevede un periodo di stop tra i 4 e i 6 mesi, il che si traduce ovviamente in una stagione terminata prematuramente. Questo lascia i Cavs senza un elemento a dir poco importante. Non mancheranno solo i 14 punti ed i 7 rimbalzi a partita, mancherà l’intelligenza tattica del centro da UCLA e soprattutto la sua capacità di aprire il campo con il suo letale tiro dal perimetro realizzato con il 42,9%. Love costituiva un arma tattica fondamentale per permettere di liberare l’area dalla presenza di un lungo in modo da facilitare a LeBron e Irving il compito di attaccare il ferro più in libertà, sapendo di avere un’eccellente opzione per gli scarichi.

Kevin Love salterà 5 mesi per un infortunio alla spalla sinistra

Kevin Love salterà 5 mesi per un infortunio alla spalla sinistra

Il pacchetto lunghi a disposizione di Blatt è ampio a livello di nomi, ma non altrettanto rassicurante a livello di qualità e soprattutto nessuno di loro è in grado di giocare una pallacanestro come quella di Love. Probabile fattore positivo dovrebbe essere una maggiore presenza difensiva, fase in cui il numero zero latitava parecchio, ma nella bilancia dei valori persi e quelli ipoteticamente guadagnati, i piatti pendono ora a sfavore di Cleveland che dovrà impostare in corso d’opera una struttura di gioco non radicalmente diversa, ma di sicuro con principi e meccanismi differenti. LeBron di sicuro non ha paura, staremo a vedere.

Brooklyn Nets – La serie pur essendo sul 3-2 Atlanta è ancora aperta e ora si torna al Barclays Center dove i Nets non hanno ancora perso. Tuttavia la squadra di Prokhorov non pare essere in un momento di particolare grazia cestista. Buona la prima vittoria casalinga in gara 3 sotto 2-0. Mentre invece per vincere gara4 è servito un Deron Williams extra-lusso in versione Utah Jazz da 35 punti per assicurarsi il pareggio della serie. Neppure Atlanta sta giocando il fantastico basket proposto in regular season, pur rimanendo una delle squadre che dispensa più assist nella lega (quarta con 23,8 a gara). L’impressione tuttavia è quella che nel momento in cui gli Hawks riescono a gestire i ritmi e giocare la loro pallacanestro, per coach Hollins e i suoi ci sia veramente poco da fare.

Deron Williams strepitoso in gara 4

Deron Williams strepitoso in gara 4

Non tanto difensivamente dove il tutto è giustificato da un’Atlanta che col suo attacco sta mettendo in difficoltà qualsiasi difesa NBA dall’inizio della stagione, ma bensì in fase offensiva dove il solo Lopez a dare una dimensione interna dovendo fronteggiare due difensori del calibro di Millsap e Horford non basta. La produzione offensiva è necessariamente legata all’estro e al talento di Joe Johnson e Deron Williams. Dalle mani del secondo deriva la fonte ed il ritmo del gioco, mentre dall’ex della serie ci si aspettava qualcosa in più dato il suo status di veterano, specialmente sta venendo a mancare la sua freddezza ed il suo controllo nelle fasi calde e cruciali della gara. Se le due superstar di Brooklyn dovessero alzare l’asticella e giocare al loro meglio la serie può tornare in parità o addirittura pendere a favore dei Nets, in caso contrario a questi ritmi sono destinati a cedere il passo ad una più solida Atlanta

Chicago Bulls – Ancora una volta suona strano la presenza dei Bulls tra le squadre che non stanno andando troppo bene. Specialmente se andiamo a vedere le cifre che li vedono primi per rimbalzi a partita con 50, terzi per assist a 25,2 e quarti per rubate a 7,8; oltre ad avere il miglior Defensive Rating della lega unito ad un ottimo PIE. Il motivo delle preoccupazioni circa la squadra dell’Illinois è la preoccupante rimonta subita da parte dei Bucks sprecando un vantaggio di 3-0 per arrivare ora a gara 6 in situazione di 3-2, perdendo inoltre una sanguinosa gara 5 in casa. Milwaukee è sicuramente squadra motivata che gioca senza avere molto da perdere, dotata di talento e ben allenata, quindi non stiamo certo parlando dell’ultima della classe e fare 4-0 non è mai facile.

Jerryd Bayless con il canestro decisivo in gara 4

Jerryd Bayless con il canestro decisivo in gara 4

Tuttavia i Bulls non sono stati abbastanza cinici e stanno commettendo alcuni errori abbastanza banali (emblematica la difesa di Rose su Bayless nel possesso che è costato la vittoria in gara 4). Chicago ha espresso un’eccellente basket delle prime 3 uscite della serie aggiudicandosi la vittoria in tutte e tre. Comprensibile un calo di concentrazione fuori casa e perdere una gara fuori casa ci stava. Ma sciupare l’occasione di chiudere la serie allo United Center fa capire che c’è qualcosa negli ingranaggi che non li fa andare al top. Anche nelle due gare perse Chicago ha espresso un ottimo gioco, tuttavia quello che manca è forse la capacità di chiudere prima le partite, il che li porta a giocarsi finali sul filo del rasoio dove una svista dell’ultimo secondo può costare la partita. Specialmente in ottica futura e contro squadre più esperte di Milwaukee, questa carenza potrebbe essere pagata molto più salatamente.

 


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