LeBron James (Photo by Christopher Trotman/Getty Images)

LeBron James (Photo by Christopher Trotman/Getty Images)

Due settimane piuttosto significative le ultime disputate nella Southeast. I Miami Heat, assoluti padroni della division, hanno dato uno scossone alla loro stagione alzando improvvisamente l’asticella del gioco. Di conseguenza sono arrivate 8 vittorie nelle ultime 10, e dopo la sconfitta contro Indiana  è iniziata una striscia, ancora aperta, di 6 W. Progressi arrivati in concomitanza con la crescita di Ray Allen e Chris Bosh, che a dicembre hanno migliorato sensibilmente le loro statistiche e il loro impatto. Discorso simile, ma in modo ancora più esteso, possiamo fare per Dwyane Wade. Il numero 3, in questo periodo, ha lasciato alle spalle i diversi problemi fisici che lo avevano limitato ad inizio di stagione ed è tornato ad essere il terminale ideale al fianco di LeBron James. Con 23.1 punti, 5.1 rimbalzi, 4 assist e il 57.4% dal campo nelle ultime 10 partite, Wade sta facendo la differenza in modo evidente. Fondamentale poi il suo apporto in difesa: grande stoppatore e recuperatore di palloni, “Flash” mette spesso in grande difficoltà gli esterni avversari grazie alla sua imponenza fisica. Ovviamente poi James è una garanzia di eccellenza, raramente sbaglia una partita, e mai ne sbaglia due di seguito. La sua prestazione in settimana contro gli Hawks è qualcosa di straordinario.

Gli Hawks, pur battuti nel derby divisionale, a loro volta arrivano da un periodo piuttosto positivo. Con un record di 15-13, sono la sola squadra (oltre a Indiana e Miami) ad avere un record sopra il 50% ad est. In casa batterli è difficilissimo (11-4 il record alla Phillips Arena). Prima di perdere contro Miami, all’overtime e con una prestazione eccezionale di Paul Millsap, avevano vinto le 3 partite precedenti segnando 114, 124 e 118 punti e concedendone al massimo 107 (ai Kings, in un roboante 124 a 107 in loro favore).  Nel frattempo Kyle Korver ha scalzato Marco Belinelli nella classifica dei migliori tiratori della Lega da 3 punti, ed è primo con il 52.1%. Chi invece continua a faticare, dopo il lunghissimo stop, è Louis Williams, l’esterno ex Philadelphia alterna prove da oltre 20 punti a prestazioni pessime, come quella da 2 punti con 1/5 dal campo in 20 minuti contro i Kings. Fortunatamente per gli Hawks, il tempo per reinserire il ragazzo non manca e quando sarà nuovamente a pieno regime diventerà un fattore importantissimo per questa squadra. Momento “difficile” anche per Teague che per la prima volta in stagione sembra avvertire un po’ di stanchezza, le sue percentuali sono in leggero calo, ma può essere una fase fisiologica.

Al terzo posto della divison e al quinto nella Conference, troviamo invece i Bobcats. La squadra della Carolina continua il suo percorso di crescita e sfruttando un calendario non proprio proibitivo, nell’ultimo periodo ha vinto 4 partite su 5. Il marchio di fabbrica della squadra è la difesa, i Bobcats segnano poco, ma concedono pochissimo:  su 100 possessi gli avversari riescono a segnare solo 98.2 punti. E’ il terzo miglior risultato della Lega, dopo Indiana e OKC, e mette Charlotte a pari merito con San Antonio. Il tallone d’Achille della squadra continua ad essere il tiro da tre punti: ultimi della Lega con il 31.1% dai 7.25, i Bobcats soffrono tantissimo contro le squadre che chiudono l’area in maniera efficace. Da segnalare infine le voci degli ultimi giorni che vorrebbero Micheal Kidd-Gilchrist sul mercato. Scelto con la seconda chiamata assoluta, il ragazzo non ha ancora mostrato il suo potenziale, e i Bobcats vogliono progressi immediati, per questo parrebbero disposti a sacrificarlo per avere un elemento in grado di cambiare le cose da subito.

John Wall (Photo Geoff Burke-USA TODAY Sports)

John Wall (Photo Geoff Burke-USA TODAY Sports)

Penultimi nella Division, ma comunque ai playoffs in questo momento, troviamo i Washington Wizards. La squadra della capitale continua nei suoi alti e bassi comuni a tantissime squadre ad est. Nelle ultime 7 partite sono arrivate 4 sconfitte consecutive, seguite poi da 3 vittorie, contro le newyorkesi e Boston; adesso il calendario propone Minnesota e una doppia sfida con Detroit, avversaria diretta per l’accesso alla post-season in quest’indecifrabile Eastern Conference. Si tratta di partite da vincere assolutamente per riportarsi in zone più nobili della classifica e che sono ampiamente alla portata dei ragazzi guidati da Randy Wittman. Con il rientro di Bradley Beal poi, finalmente, Wall ha una grandissima mano in fase realizzativa. Beal infatti è una macchina da canestri e non è un caso che le ultime 3 vittorie siano coincise con il suo rientro in campo. Particolarmente importante la sua abilità nel tiro da 3 punti: l’ex giocatore di Florida è una sentenza sugli scarichi.

Chiudiamo con i Magic, sempre più fanalino di coda della Division e terzultimi nella Conference, con un record tutt’altro che invidiabile di 8 vittorie e 20 sconfitte. La squadra guidata da Jacques Vaungh ha dovuto dire addio ad ogni sogno di gloria con un dicembre da incubo. I Magic hanno vinto solamente 2 delle ultime 10 partite disputate.  Uno score oltremodo negativo, se consideriamo la forza degli avversari, spesso tutt’altro che irresistibili. Orlando soffre oltremodo in trasferta, dove ha collezionato solo 3 vittorie in 11 partite. Afflalo continua ad essere il principale terminale offensivo della squadra, mentre il giovane Oladipo sta avendo qualche difficoltà in più rispetto alle settimane passate, soprattutto al tiro, in modo particolare dall’arco da dove ha colpito col 22% a dicembre. La nota positiva è invece la maggior consistenza di Glen Davis, che sta ritrovando maggiore continuità dopo l’assenza per infortunio.

HOT – Difficile contenere i Big Three di Miami, che, nelle ultime 8 partite, hanno prodotto da soli quasi il fatturato di un’intera squadra: le cifre recitano la bellezza di 66.2 punti combinati, conditi da 21.6 rimbalzi e 12.7 assist. Curioso notare come il più “impreciso” al tiro (con un comunque eccellente 54%) sia Bosh che, in teoria, gioca più vicino a canestro di James e Wade. Ma si sa che questi due, quando le condizioni fisiche li sostengono, difficilmente trovano ostacoli in grado di fermarli.

NOT – Ad Orlando, sta facendo fatica Oladipo, ma ha rallentato dopo un discreto inizio anche Andrew Nicholson che nelle ultime 8 partite non ha superato i 19 minuti di media, per un fatturato di 7.5 punti con un modesto 40% su azione e -5.9 di plus/minus.

ON FIRE – In splendida forma, Al Horford reduce da 8 partite sui 21.0 punti di media con 9.5 rimbalzi e un sontuoso 60% dal campo. In evidenza soprattutto nelle ultime 3, quando ne ha infilati 25, 23 e 21, ma la miglior prova stagionale risale al 13 dicembre quando ha punito Washington con 34 punti, 15 rimbalzi e il buzzer-beater della vittoria. Se gli Hawks sono terzi ad est, c’è molto di suo.

INJURIES – Qualche giorno ai box per Chris Andersen, dolorante alla schiena, mentre Washington sarà senza Glen Rice Jr. e Al Harrington almeno fino a metà gennaio. Nello stesso periodo i Bobcats dovrebbero recuperare Kidd-Gilchrist e Haywood, ma certamente non Jeff Taylor fuori per la stagione per la rottura del tendine d’Achille.