Sono trascorsi ormai un paio di mesi mal contati dall’inizio della Regular Season.

Rispetto alle puntate precedenti della nostra rubrica, siamo adesso in grado di dare giudizi un po’ più motivati su chi, tra le tante stelle della lega, meriti di essere considerata tra le più luminose di questa stagione. Se Curry viaggia da tempo su binari sconosciuti a tutti gli altri giocatori, non possiamo non registrare la crescita sempre più esponenziale di Kawhi Leonard, il grande segreto dello straordinario inizio di stagione dei San Antonio Spurs. Se soltanto non ci fossero gli Warriors ed il Curry di cui sopra…

1) Stephen Curry

Alla Oracle Arena di Oakland, il 28 dicembre andava in scena uno dei tanti derby californiani: Sacramento Kings-Golden State Warriors. Una partita come tante altre e dall’esito scontato, almeno sulla carta. In realtà, però, solo il secondo degli assunti di cui sopra si è rivelato veritiero. I padroni di casa infatti vincono, e anche agevolmente. L’aspetto meno scontato, invece, è un altro e coincide con l’ennesima grande prestazione del nostro che, in 3 minuti, realizza 17 punti conditi da 5 triple a bersaglio, una più ammaliante dell’altra. No, quella che doveva essere una gara come tante, verrà invece ricordata a lungo. Il merito è, ovviamente, di Steph. Chi altro?

2) Kawhi Leonard

Nella puntata precedente della nostra rubrica, lo avevamo definito come un coltellino svizzero, multiuso e utile, utilissimo. Che sappia fare tutto e anche bene sorprende il giusto. Che sia diventato un giocatore così decisivo per le sorti della seconda miglior squadra della lega, sorprende un minimo di più.

La sua capacità di incidere in tanti modi e momenti differenti in ambedue le metà campo, è inversamente proporzionale alla partecipazione emotiva che distilla lungo i 28 metri. Leonard non dice “A”, letteralmente. Un po’ alla Tim Duncan. Sorpresi?

Russell Westbrook3) Russell Westbrook

Quinto per punti segnati, terzo nella classifica degli assist, primo per palle rubate. Russell Westbrook è un po’ come il prezzemolo: lo trovi dappertutto. Negli Usa si sta discutendo molto su quale sia il duo migliore della lega: Curry-Thompson o Durant-Westbrook? La sensazione è che, in senso assoluto, sia migliore la seconda coppia. Il motivo? Thompson, pur straordinario, non vale Curry. Sicuri, invece, che Westbrook non valga Durant?

4) Kevin Durant

Non è ancora al 100% e la cosa preoccupa, gli avversari ovviamente. I molteplici problemi al piede sono un ricordo ormai lontano, così come lo è il recente stop occorso nel mese di novembre. Condivide con Paul George la naturalezza con la quale è tornato a brillare dopo un più o meno lungo periodo di assenza. Cresce e crescerà ancora con il passare delle settimane. Già così, è per forza di cose un legittimo candidato a miglior giocatore dell’anno.

5) Draymond Green

Se Curry è quello che è, il suo compagno per certi versi, è al suo stesso livello.

Il talento non può neanche essere paragonato a quello del #30, d’accordo, ma siamo sicuri che Golden State sarebbe questa se non avesse tra le proprie fila l’ex MSU?

Nella recente vittoria in doppio overtime sui Celtics, Green ha prodotto cifre strabilianti: 24 punti, 11 rimbalzi, 8 assist, 5 palle recuperate e altrettante stoppate.

Cifre non troppo lontane, a parte i punti messi a referto, rispetto a quanto produce di solito.

E’ la vera chiave dei Warriors.

Paul George

Paul George

6) Paul George

Il suo mese di dicembre non ha fatto registrare gli acuti avutisi a novembre. Normale per un giocatore che solo un anno e mezzo fa ha rischiato di compromettere seriamente la propria carriera. Un calo fisico era facile da preventivare così come facile è dare il giusto credito ad un atleta tornato ad alti, altissimi livelli. Come se quell’infortunio non ci fosse mai stato.

7) Andre Drummond

Il sospetto che entri in campo con un magnete è forte. In una lega piena di grandi rimbalzisti, dai sopravvalutati DeAndre Jordan e Dwight Howard, ad Hassan Whiteside ed Anthony Davis, il lungo dei Pistons è quello che spicca più di tutti, attirando a sé un numero di rimbalzi per partita spropositato. La dipartita di Monroe gli ha fatto bene, la coesistenza tecnica con Reggie Jackson (in grande crescita) ne sta facendo un legittimo candidato al titolo di MVP. Impensabile solo fino a qualche mese addietro.

LeBron James

LeBron James

8) LeBron James

Lo pensavamo vedendo all’opera l’ultimo Michael Jordan (quello del triennio ’96-’98), lo pensiamo vedendo all’opera Mister LeBron James. Per quanto possa giocare bene, benissimo, la sensazione è che il meglio di sé lo darà soltanto quando la posta in palio conterà realmente. Intanto, godiamocelo anche così, visto che non è per nulla un brutto vedere.

9) DeMar DeRozan

La schiacciata inflitta al povero Rudy Gobert in una trasferta a Salt Lake City, rimane l’assolo più splendente della sua grande stagione. Oltre alle già note (grandi) capacità atletiche, c’è anche notevole sostanza. Insieme a Lowry (ottimo fin qui) forma un back court tra i più incisivi della lega. Il losangeleno, ci pare essere uno dei giocatori destinati maggiormente a crescere nell’arco dei prossimi anni. Occhio che è bravo, bravo davvero.

10) James Harden

Dal punto di vista individuale c’è poco da obiettare. L’ex OKC, però, nella corsa all’MVP paga il fin qui incerto avvio di stagione di una Houston amletica anziché no. In attacco fa quello che vuole, sempre e comunque. Difetta probabilmente in leadership e nella capacità di migliorare i compagni, aspetti sui quali deve crescere se vuole cambiare davvero la stagione piena di alti e bassi dei suoi Rockets.