Michael Carter-Williams a i tempi di Syracuse

Michael Carter-Williams a i tempi di Syracuse

Stagione con luci ed ombre finora questa per i Rookies NBA, in cui nessuno al momento ha convinto come ci si aspettava. Dopo una partenza lampo, Michael Carter-Williams è stato risucchiato dalla mediocrità dei suoi Sixers (25 sconfitte consecutive and counting) mentre Victor Oladipo, suo avversario principale fino alla pausa dell’All Star Game, ha visto cambiato il suo ruolo ai Magic partendo dalla panchina.

Da segnalare l’ottimo mese di marzo di Nate Wolters, che al tiro è abbondantemente sopra il 50%. Buoni risultati anche per Trey Burke, che rimane il giocatore più continuo del lotto e che ha ripreso a tirare un po’ meglio proprio nell’ultimo mese.

1 – Michael Carter-Williams – G – Philadelphia 76ers (34.9mpg, 16.7ppg, 6.1rpg, 6.2apg)
L’annata non proprio abbagliante dei rookie permette all’ex prodotto di Syracuse di mantenersi in vetta alla nostra classifica, anche se paiono lontane le cifre di inizio stagione, quando viaggiava a quasi 20 punti e 10 assist di media. Soprattutto è in un periodo orrendo al tiro, considerando che a marzo sta tirando dal campo poco sopra al 37% e continua ad attestarsi sulle 4 palle perse di media a gara.

2 – Trey Burke – G – Utah Jazz (31.5 mpg, 12.8ppg, 3.1rpg, 5.3apg)
Il giovane dei Jazz è uno dei giocatori più costanti dell’ultima nidiata di Rookie. Dopo la pausa dell’All Star Game ha migliorato anche le sue cifre al tiro, andando indipendentemente a destra o a sinistra. Deve migliorare un po’ nel mid-range shoot, ma considerando che deve ancora compiere 22 anni dimostra grande maturità nella gestione della palla, come testimonia il suo ratio tra assist e palle perse di 2.94.

3 – Victor Oladipo – G – Orlando Magic (31.9mpg, 14.0ppg, 4.3rpg, 4.2apg)
I numeri non mentono e Victor è uno dei giocatori più interessanti dell’ultimo draft. Ha però ancora troppo la tendenza a produrre poco nelle gare fuori dalle mura amiche, dove tira con 5 punti percentuali in meno dal campo. La sua conversione a playmaker procede secondo i piani anche se la tendenza a voler andare al ferro molto spesso può non essere così positiva, soprattutto se si tira da lì (e da molte altre zone del campo) un po’ sotto la media NBA.

4 – Pero Antic – F – Atlanta Hawks (18.1mpg, 7.1ppg, 4.0rpg, 1.2apg)
Da dopo la pausa dell’All Star Game il giocatore macedone ha raddoppiato le voci statistiche di punti e rimbalzi, guadagnandosi ampiamente lo spazio che coach Budenholzer gli concede. Resta uno dei rookie più esperti, ovviamente, e si vede. Soprattutto la sua solidità sotto le plance e la sua capacità di portare blocchi granitici è una delle chiavi della stagione degli Hawks, che nonostante il calo avuto nelle ultime settimane sono ancora titolari dell’ottavo record ad Est.

Nonostante la giovane età Antetokounmpo sta facendo vedere cose molto interessanti

Nonostante la giovane età Antetokounmpo sta facendo vedere cose molto interessanti

5 – Mason Plumlee – C – Brooklyn Nets (16.9mpg, 6.7ppg, 4.0rpg, 0.6apg)
Con l’infortunio di Brook Lopez e Garnett ancora fermo ai box, il minutaggio di Plumlee è in crescita e il rookie ex Duke dimostra di essere molto utile alla causa Nets. La squadra è nettamente in risalita dopo le difficoltà iniziali ed avere un centro che occupi l’area e tiri con il 63% dal campo è quanto di più necessario per permettere alla squadra di Jason Kidd di puntare al terzo posto ad Est, ora quantomai alla portata.

6 – Giannis Antetokounmpo – F – Milwaukee Bucks (24.3mpg, 7.0ppg, 4.4rpg, 2.0apg)
Avere in squadra un sette piedi che si muove con tanta agilità è una gioia per gli occhi dei tifosi Bucks, già piuttosto delusi dalla stagione della squadra, che da tempo è la peggiore della lega. Il giovanissimo greco-nigeriano sta ancora cercando di prendere le misure all’NBA e da mesi le sue cifre al tiro sono in costante peggioramento. Di buono però c’è l’atteggiamento in campo e soprattutto la crescita alla voce assist, che nel mese di marzo ha raggiunto quota 2.3 a partita, segno di come alcuni meccanismi di gioco stiano entrando nella sua testa.

7 – Kelly Olynyk – C – Boston Celtics (19.2mpg, 7.6ppg, 5.0rpg, 1.5apg)
L’ex Gonzaga sta riprendendo a giocare come ad inizio stagione e soprattutto è tornato, in marzo, a tirare con il 50% dal campo. Da dopo l’All Star Game è anche notevolmente migliorato a rimbalzo, prendendone 6 ad ogni allacciata di scarpe. Ha mano morbida, ma ancora non lo dimostra a sufficienza nel tiro dall’arco, dove Olynyk tira attualmente con il 32% scarso.

8 – Tim Hardaway JR – G – New York Knicks (23.0mpg, 10.oppg, 1.6rpg, 0.8apg)
In una stagione difficile come quella dei Knicks, il figlio di Tim Hardaway si sta comunque mettendo in luce. Da dopo l’All Star Game ha avuto un netto calo nelle percentuali al tiro dai 7,25m e coach Woodson gli sta dando un minutaggio inferiore, ma questo non sembra intaccare la fiducia dell’ex Michigan, che si prende comunque una media di 10 tiri a partita.

9 – Nate Wolters – G – Milwaukee Bucks (22.6mpg, 7.2ppg, 2.6rpg, 3.2apg)
L’ex South Dakota State ha avuto molto spazio questa stagione, a discapito di un talento limitato, ma avvantaggiato da una solidità e un’efficienza fuori dal comune per un esordiente. Nel mese di marzo poi ha trovato finalmente confidenza al tiro e viaggia con il 52.5% dal campo e il 55.6% da tre, risultando particolarmente efficace andando a sinistra.

10 – Ben McLemore – G – Sacramento Kings (24.9mpg, 7.9ppg, 2.8rpg, 0.9apg)
Ritagliarsi spazio in una squadra che ha preso un giocatore che ha status da stella e gioca in posizioni simili alle sue come Rudy Gay per McLemore non deve essere per nulla facile. Lui, che dalla vita ha imparato come prima cosa ad uscire dai momenti difficili, ci sta provando e nel mese di marzo qualche risultato ha iniziato a vedersi, almeno nelle percentuali al tiro. Deve sicuramente migliorare il suo range di tiro, ancora troppo deficitario dall’arco, ma la classe, quella, rimane cristallina.