Non è bastato un buon inizio di stagione a Chandler Parsons per essere convocato per il Rookie Game

Due giorni fa l’NBA ha formalizzato i convocati per il Rookie Game, la sfida che negli anni scorsi ha visto di fronte Rookies e Sophomores, comunicando anche che da quest’anno la formula sarà diversa e invece che una sfida tra primi e secondi anno i roster verranno mischiati e saranno Shaquille O’Neal e Charles Barkley a decidere le due squadre, in una rivisitazione professionistica di quanto accadeva ai campetti di calcio dell’oratorio al momento di fare le squadre.

Decisione che, inutile dirlo, ha già destato più di qualche perplessità, principalmente sulla competitività della partita, già di per se bassa, ma che non vedrà nemmeno più come incentivo la voglia dei due team di dimostrare che la propria classe al draft è migliore dell’avversaria e rischia di far deragliare l’evento su binari decisamente farseschi.

A prescindere però dalla modalità con cui verranno stilati i due team, si possono discutere le convocazioni dei Rookies, anch’esse non esenti da critiche. A scorrere la lista dei 9 esordienti, troviamo come esterni gli ovvi Kyrie Irving e Ricky Rubio, autori fino ad ora di una stagione di altissimo livello. Nel backcourt, insieme a loro, Kemba Walker, Brandon Knight e MarShon Brooks. A completare il roster ci saranno Kawhi Leonard, Tristan Thompson, Derrick Williams e Markieff Morris.

Balza agli occhi l’assenza di un rookie come Iman Shumpert, che ha fatto bene in questo inizio di stagione con i Knicks anche dopo l’inattesa esplosione di Jeremy Lin. Secondo alcuni la sua presenza al Rookie Game al posto di un ancora altalenante Brandon Knight non sarebbe stata immeritata, come hanno anche sottolineato Mike D’Antoni e Jeremy Lin, per i quali ci sarebbe da discutere sull’imparzialità del commento. Ancora più meritata però forse sarebbe stata la presenza di Chandler Parsons al posto di Tristan Thompson, anche alla luce del maggior impatto che sta avendo il primo sulla buona annata dei Rockets.

Niente di scandaloso tutto sommato anche perché la partita lascerà il tempo che trova e parte di questi Rookies avrà la possibilità di giocare in seguito la partita più importante, quella della domenica.

Dopo aver visto commentato le convocazioni al Rookie Game, NBA Rookies torna ad occuparsi del proprio Ranking, che a dirla tutta vede poche novità rispetto alla passata classifica. La prima posizione infatti è sempre contesa dai due play-meraviglia che hanno messo piede quest’anno nella lega, Rubio e Irving e proprio come accade da anni per il binomio Paul-Williams a volte la preferenza per l’uno o per l’altro è data semplicemente dal chi si è visto giocare per ultimo perché a livello “overall” hanno tutti e due un talento non comune ed è difficile preferire uno dei due in maniera netta.

Per questo motivo questa settimana la numero uno passa allo spagnolo, autore di alcune prestazioni di altissimo livello che ha guidato i Timberwolves ad un percorso nelle ultime 10 gare di 6W-4L per un complessivo 50% di vittorie, relegando al secondo posto Kyrie Irving, che nelle ultime 10 gare ha portato i suoi a un record di 4W-6L e a un complessivo 41.7% in stagione.

1 – Ricky Rubio – PG Minnesota TimberWolves (34.8mpg, 11.4ppg, 4.4rpg, 8.8apg, 2.3spg)
Nelle ultime 10 gare Ricky è andato 7 volte in doppia cifra di assist e la statistica dice che tutte le volte che non ha raggiunto questo traguardo Minnesota è uscita sconfitta. Fino a questo momento in stagione da quando parte in quintetto ha sbagliato una sola gara, l’ultima contro Memphis in cui ha tirato male, perso 4 palloni e dato solo 1 assist, in una partita ovviamente persa da Minnesota. C’è da scommettere però che questa sia stata solo la classica eccezione che conferma la regola, che vuole Rubio decisivo per i suoi, specie nei quarti periodi, quando i veri vincenti escono fuori. Rispetto ad inizio stagione sta anche difendendo meglio, avendo acquisito una maggior conoscenza dei meccanismi della lega.

2 – Kyrie Irving – PG Cleveland Cavaliers (29.8mpg, 18.0ppg, 3.5prg, 5.1apg)
Come detto la prima scelta assoluta dell’ultimo draft è al secondo posto ma con un distacco veramente minimo. Nelle ultime gare ha anche incrementato il numero degli assist rispetto alla media stagionale, dimostrando di essere anche un passatore più che discreto oltre a un finisher e un leader coi fiocchi. Quello che continua a stupire è come riesca a mantenere la percentuale del 49.3% dal campo e del 41.2% da tre nonostante ormai le difese abbiano iniziato a marcarlo stretto. Contro New Jersey, il 27 gennaio, ha fatto registrare il suo primo trentello (32 punti per la precisione) e siamo certi che sarà solo il primo di una lunga serie.

3 – Kemba Walker – SG Charlotte Bobcats (28.5mpg, 12.4ppg, 4.1rpg, 3.5apg, 1.0spg)
Le sue prestazioni sono in ascesa come le sue cifre anche se tutto ciò non si riflette nei risultati di squadra. La striscia di sconfitte consecutive, ancora aperta, è arrivata a 12 gare e nelle ultime 19 i Bobcats hanno vinto solo una volta. Con queste premesse si capisce come Kemba, già poco timido di suo, abbia modo di continuare a prendere contatto con la lega giocando molti palloni. Da lui è arrivata la prima tripla doppia di un rookie in questa stagione, nella partita del 28 gennaio contro Washington in cui l’ex Connecticut ha fatto registrare 20 punti, 10 rimbalzi e 11 assist in 43 minuti di utilizzo.

4 – MarShon Brooks – SG New Jersey Nets (29.4mpg, 14.8ppg, 4.4rpg, 1.6apg, 1.1spg)
Purtroppo fermo a causa di un infortunio che potrebbe però vederlo presto in campo, il rookie dei Nets ha perso una posizione nel nostro Ranking, ma si mantiene nelle posizioni alte. Fino al momento dell’infortunio è infatti stato uno dei giocatori più continui nonostante non fosse decisamente tra i rookie più accreditati a fare una stagione di questo livello. Da quando è assente i Nets hanno vinto una sola partita su 6 incontri. Non che prima fossero su record da playoff, ma il 20% di vittorie lo si superava con più facilità.

5 – Brandon Knight – PG Detroit Pistons (32.1mpg, 12.5ppg, 3.3rpg, 3.4apg)
Dopo una partenza decisamente pessima i Detroit Pistons nelle ultime tre gare hanno cominciato a vincere (per la verità contro squadre non propriamente irresistibili) e nella prima di questa serie di vittorie a suonare la carica è stato proprio il rookie da Kentucky, autore della sua miglior prestazione in maglia Pistons con 26 punti e 7 assist, che si è preso la rivincita contro il suo avversario diretto, Brandon Jennings, che nella sfida precedente non aveva concesso a Knight nemmeno un punto. La sua stagione per la verità sta continuando tra alti e bassi anche se nelle ultime gare pare aver trovato un po’ di fiducia e aver iniziato a sfruttare la sua grande velocità, che gli permette di essere così efficace in entrata. Come giocatore rimane più uno scorer che un play, come sta cercando di trasformarlo coach Lawrence Frank, però dallo staff tecnico continuano gli attestati di stima sull’attitudine del giocatore e anche le quasi 3 palle perse a partita non preoccupano lo stesso Frank che afferma: “Fanno parte del gioco“.

6 – Iman Shumpert – PG New York Knicks (31.6mpg, 10.2ppg, 3.7rpg, 3.5apg, 2.0spg)
Il rookie di New York, ormai è chiaro a tutti, non è un play. Perchè non è in grado di gestire i ritmi dell’attacco e soprattutto entra troppo tardi nei giochi o peggio ancora tende a romperli. Ora però con l’esplosione di Jeremy Lin (che bisognerà capire quanto durerà a questi livelli), l’ex Georgia Tech è stato spostato in SG e ha fatto vedere che le caratteristiche fatte vedere in questo inizio di Regular Season possono garantirgli minuti importanti anche da guardia, soprattutto perchè può sfruttare la sua rapidità scappando in contropiede. A rimbalzo continua ed essere particolarmente efficace e in difesa può sfruttare meglio la sua altezza e il fatto di non dover marcare i play che a volte lo mettono in difficoltà sulla rapidità. La speranza per i tifosi bluarancio è che Iman continui a confermarsi su questi livelli con costanza anche nel suo nuovo ruolo.

7 – Kawhi Leonard – SF San Antonio Spurs (23.7mpg, 6.9ppg, 4.8rpg, 1.2spg)
L’ex San Diego State continua a essere una pedina fondamentale nello scacchiere tattico di coach Popovich. La difesa che assicura sugli esterni è una delle chiavi delle vittorie degli Spurs in questa stagione e se San Antonio è seconda ad Ovest parte del merito va anche al suo rookie. I numeri non dicono tutto dell’importanza di Kawhi, anche se nella sfida vinta dagli Spurs contro i Thunder primi ad Ovest, si è distinto con una partita da  15 punti, 6 rimbalzi e 5 assist. La convocazione al Rookie Game è il suggello della sua buona annata, anche se Leonard non pare giocatore adatto a questo genere di partite.

8 – Chandler Parsons – SF Houston Rockets (24.4mpg, 6.7ppg, 4.9rpg, 1.8apg, 1.3spg)
L’ala da Florida ha conquistato da tempo un posto in quintetto per gli Houston Rockets, squadra che da sempre pare in rifondazione ma che è al momento la quarta forza ad Ovest, davanti ai ben più blasonati Lakers. E questo anche grazie a lui, che nonostante continui a palesare qualche difficoltà al tiro, specialmente da oltre l’arco, dimostra gara dopo gara di essere un perfetto complemento tra un reparto esterno povero di centimetri e uno lunghi povero di esplosività nello spot di PF dove l’argentino Scola assicura tecnica e gioco di avvicinamento a canestro. Per questo motivo un giocatore come Chandler risulta il fit ideale con la sua energia e l’istinto per i rimbalzi.

9 – Derrick Williams – SF Minnesota TimberWolves (18.8mpg, 7.8ppg, 4.2rpg, 0.6apg)
La sensazione è che l’ala da Arizona renda molto di più quando parte in quintetto rispetto a quando entra a gara in corsa. Questione di fiducia probabilmente, che Williams riesce a sentire solo nel momento in cui inizia in campo la gara. Nelle ultime due sfide da titolare infatti sono arrivate medie di 13.5 punti, 8.5 rimbalzi e 2 stoppate a partita, numeri decisamente superiori a quanto fatturato finora nel resto della stagione. Da titolare, inoltre, può giocare più minuti con Rubio che è il play ideale per chi come Derrick fa dell’atletismo una delle sue doti migliori vicino a canestro. Se coach Adelman riesce nell’intento di non far implodere la squadra tenendo una bomba ad orologeria come Beasley in panchina e riesce a mantenere il posto in quintetto a Williams, ne potranno trarre vantaggio tanto i Timberwolves quanto lo stesso giocatore.

10 – Markieff Morris – PF Phoenix Suns (20.1mpg, 7.0ppg, 4.9rpg, 1.1apg)
Leggermente in calo rispetto alle ultime prestazioni, Morris sta comunque continuando a dare il suo contributo ai Phoenix Suns nei suoi 20 minuti di utilizzo, specialmente sotto le plance dove riesce a fare la voce grossa soprattutto partendo dalla “second unit”. L’esperimento di coach Gentry di farlo partire in quintetto al posto di Frye è durato infatti lo spazio di 5 partite, poi è stato accantonato per una strutturazione più classica, senza per questo modificare di molto le prestazioni dell’ex giocatore di Kansas.

Honorable Mentions

Di notevole spessore alcune gare disputate dal piccolo (1 metro e 65) play di Sacramento, Isaiah Thomas, in doppia cifra per quattro gare consecutive e autore di una prestazione da 17 punti, 5 rimbalzi e 6 assist nella vittoria dei suoi Kings contro gli Hornets. Come lui, meritevole di una menzione anche Nikola Vucevic. Il centro dei Sixers nella vittoria dei suoi contro i Lakers ha contribuito alla causa con 8 punti e 6 rimbalzi dopo che due sere prima aveva fatto segnare il suo career high di 15 punti ad Atlanta contro gli Hawks.

Proprio ad Atlanta a causa dell’infortunio ad Al Horford sta ritagliandosi un po’ di spazio Ivan Johnson, rookie di 27 anni undrafted e firmato questa stagione dagli Hawks. L’ala sta sfruttando al meglio i minuti a disposizione giocando con un’energia fuori dal comune e tra le migliori prestazioni segnaliamo una gara da 14 punti e 13 rimbalzi (di cui ben 6 offensivi) contro Philadelphia il 4 febbraio.

Ultima menzione d’onore se la merita Andrew Goudelock, guardia dei Los Angeles Lakers sdoganato da un paio di settimane da coach Brown che ha fatto registrare quattro gare in doppia cifra con percentuali vicine al 50% in una squadra dove per emergere serve parecchia faccia tosta.