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Con il mercato NBA ormai chiuso e con la sola possibilità per le squadre di mettere sotto contratto qualche giocatore lasciato libero, vediamo chi si è rinforzato di più nella Eastern e Western Conference e chi potrebbe aver compiuto qualche passo indietro, specificando come ad Ovest molte franchigie avevano minori esigenze di muoversi rispetto a quanto accaduto ad Est.

EASTERN CONFERENCE

UPS

Evan Turner e Danny Granger

Evan Turner e Danny Granger

Indiana Pacers – La rinuncia ad un demotivato Danny Granger e la consequenziale firma di Evan Turner (e Lavoy Allen) rendono i Pacers ancora più forti rispetto ad una prima parte di stagione comunque di grande livello. Il fatto, poi, che lo scambio in questione permetta anche di risparmiare quasi 6 milioni di dollari, rende l’operazione un capolavoro di natura finanziaria, oltreché tecnica. La firma di Bynum, inoltre, permette a Vogel di poter disporre di una front-line completa. Gli Heat sono avvisati. Voto 8,5.

Brooklyn Nets – L’operazione Collins è stata giustamente esaltata per motivi ben noti. Giusto sottolineare anche come ai Nets servisse un lungo, soprattutto dopo l’infortunio di Brook Lopez. Fin troppo sotto silenzio, è, però, passato lo scambio effettuato con i Kings, che hanno ricevuto un declinante Jason Terry e Reggie Evans, in cambio di Marcus Thornton. La guardia ex Sacramento si inserisce alla perfezione nel il nuovo costrutto tecnico voluto da coach Kidd, quello di voler schierare per lunghi tratti di gara, 4 piccoli che allarghino il più possibile il campo. Inoltre, Thornton potrebbe far rifiatare sia Deron Williams che Paul Pierce, mossa che potrebbe pagare i dividendi sperati in post season. Voto 7,5.

Toronto Raptors – L’assunto che vede una squadra indebolirsi nel momento in cui cede il suo giocatore migliore pare non valere per i Raptors. La cessione ai Kings di Rudy Gay (insieme a Aaron Gray e Quincy Acy) per Greivis Vasquez, Patrick Patterson, John Salmons e Chuck Hayes sembra aver migliorato la franchigia canadese ed in particolare, la coppia Lowry-De Rozan. Il recente scambio con gli Spurs inoltre (De Colo per Daye), consente a coach Casey di avere un’alternativa in più nel reparto piccoli. Voto 7.

Charlotte Bobcats – Carpe diem. Questo deve essere il motto di Michael Jordan & soci al cospetto di una stagione fin qui molto migliore del previsto. L’opportunità di poter competere in una Eastern Conference poco competitiva ha fatto sì che si rinunciasse a Ramon Sessions (in scadenza di contratto) e Jeff Adrien, spediti ai Bucks, in cambio della coppia Ridnour-Neal, duo che assicurerà alla franchigia del Carolina talento ed esperienza, soprattutto in ottica playoffs. Voto 6,5.

Washington Wizards – Per la franchigia della capitale vale lo stesso discorso dei Bobcats. Il basso livello complessivo ad Est ha permesso ai Wizards di sperare in un posto ai Playoff. Giusto, così, rinunciare a Jan Vesely ed Eric Maynor, andati a Denver in cambio di Andre Miller, uomo navigato e che nelle partite senza ritorno si potrà rivelare molto importante, anche per la formazione futura di John Wall. Voto 6,5.

Philadelphia 76ers – Se a prima vista, la rinuncia a Danny Granger e Spencer Hawes potrebbe far storcere il naso a molti, ad uno sguardo più attento si può capire come le manovre del management della franchigia della Pennsylvania siano improntate al futuro, in ottica Free Agency 2014. Lo scambio con Cleveland che ha riguardato Hawes, porterà a Philadelphia due seconde scelte. La possibilità di rilasciare con un buyout l’ex Pacers, invece, è da inquadrare nell’ottica di avere un buon margine salariale in vista del mercato dei Free Agent. Voto 6.

DOWNS

New York Knicks – La rinuncia a Beno Udrih e Metta World Peace fotografa al meglio gli errori commessi in offseason. La volontà di firmare Ike Diogu sembra la classica mossa che si fa tanto per fare (e per la necessità di completare il roster). Anthony continua a inanellare quarantelli che non portano a nulla, la confusione e la frustrazione in casa Knicks sono ai massimi livelli. Voto 4,5

Cleveland Cavaliers – Un giorno sì e l’altro pure era accreditata di rivoluzionare il proprio roster. Se è vero che è arrivato Spencer Hawes per colmare le lacune di una frontline diventata improvvisamente corta, è anche vero che era lecito attendersi la rinuncia ad almeno uno tra Tristan Thompson e Dion Waiters, giocatori che si sono fatti notare più per i problemi creati in spogliatoio che per quanto mostrato sul parquet. In più l’acquisto di Deng, già proposto in molte trade non andate a buon fine, non darà frutti oltre l’estate. Voto 5.

Atlanta Hawks – L’immobilismo degli Hawks (preso ma subito tagliato Jamison) ha sorpreso, soprattutto perché la franchigia continua ad essere buona per il traguardo minimo dei playoffs ma mai competitiva per i vertici assoluti. La sufficienza con cui naviga da anni la rende poco migliorabile, anche perché le scelte buone latitano da troppo tempo così come le grandi manovre sul mercato. Voto 5,5.

WESTERN CONFERENCE

UPS

Steve Blake (Foto: Sports Illustrated)

Steve Blake (Foto: Sports Illustrated)

Golden State Warriors – La squadra di Jackson ha ottenuto dai Lakers Steve Blake, in cambio di Bazemore e di Brooks stesso. Come evidenziato anche dalla recente vittoria su Brooklyn, Blake può dare molto in cabina di regia, giocando minuti di qualità sia a fianco di Curry che facendone, seppur in modo diverso, le sue veci. Voto 7.

Los Angeles Clippers – La necessità di Doc Rivers era quella di firmare un lungo dopo la cessione di Mullens ai 76ers e di Jamison agli Hawks. L’accordo di ieri con Glen Davis permette al coach ex Celtics di avere un’alternativa credibile nel reparto lunghi, per troppo tempo aggrappato ai soli Griffin e Jordan. Non sarà un crack, ma Davis tornerà utile. Voto 6,5.

Los Angeles Lakers – In una tra le stagioni più negative della loro storia, i Lakers riescono, quantomeno, a scendere dopo tempo immemore sotto il limite massimo di pagamenti di stipendi consentito, oltre il quale scatta la luxury tax. In ottica Free Agency 2014, è un aspetto da non sottovalutare, forse l’unica nota positiva di una stagione sportivamente drammatica. Bazemore e Brooks possono essere, comunque, pedine interessanti per il futuro. Voto 6.

San Antonio Spurs – Come molto spesso accade, gli Spurs riescono a fare di necessità virtù. I recenti infortuni di Ginobili, Leonard e Green hanno ridotto all’osso le rotazioni di Popovich. La rinuncia a De Colo, scambiato a Toronto per Daye, consentirà al coach 4 volte campione NBA di poter disporre di un giocatore affidabile nelle rotazioni. Voto 6.

DOWNS

Denver Nuggets –  La perdita di Andre Miller, seppur fuori squadra da tempo, potrebbe rivelarsi più dolorosa del previsto, anche se l’acquisizione dai Rockets di Aaron Brooks per Jordan Hamilton consente a Shaw di avere una buona alternativa al discontinuo Lawson. Denver, però, appare una franchigia incapace di migliorarsi. Gli infortuni non possono costituire un alibi credibile. Voto 5,5.

Sacramento Kings – L’arrivo di Rudy Gay, così come quello di Derrick Williams, a stagione in corso ha dato l’indicazione di una squadra in fermento e alla ricerca di equilibri. In chiusura di mercato è stato sacrificato Thornton, è arrivato Terry, che però non vestirà mai la maglia dei Kings per curarsi dagli acciacchi, almeno Reggie Evans potrà tornare utile anche se non è certo l’uomo della svolta. Di questi ultimissimi minuti, inoltre, è la voce che vedrebbe i californiani intenzionati a tagliare Jimmer Fredette, uno degli idoli del pubblico locale.  Voto 5.