Tim Duncan difende su Chris Paul (AP Photo/Darren Abate)

Tim Duncan difende su Chris Paul (AP Photo/Darren Abate)

I Miami Heat, dopo aver interrotto la striscia vincente a quota 27, sono pronti ad iniziarne un’altra con la vittoria della notte in casa di New Orleans. Bene anche Boston, New York, Phila e Washington per quanto riguarda la Eastern Conference. E’ a ovest che però ci dobbiamo concentrare con solo dieci partite da giocare di questa regular season 2012-2013. Houston deve lasciare il passo a Memphis, che ringrazia un Zach Randolph davvero ispirato. OKC rallenta nella corsa al primo posto della conference per colpa di Minnesota, ormai fuori dai giochi dei playoffs, ma che vuole dire la sua nelle partite importanti. I Clippers perdono a San Antonio e, complice la vittoria di Denver in casa contro Brooklyn, lasciano a Gallinari e compagni la terza piazza ad Ovest. Brutte notizie anche per l’altra metà del cielo losangelina. Utah porta a casa la partita a Portland e aggancia i Lakers all’ottavo posto.

Washington Wizards-Orlando Magic 92-97

Atlanta Hawks-Boston Celtics 107-118

Charlotte Bobcats-New York Knicks 102-111

Toronto Raptors-Detroit Pistons 99-82

Philadelphia 76ers- Cleveland Cavaliers 97-87

Houston Rockets- Memphis Grizzlies 94-103

Miami Heat-New Orleans Hornets 108-98

Oklahoma City Thunder-Minnesota Timberwolves 93-101

Los Angeles Clippers-San Antonio Spurs 102-104

Brooklyn Nets-Denver Nuggets 97-109

Utah Jazz-Portland TrailBlazers 105-95

JR Smith, NYK.

JR Smith, NYK.

MVP. Serata veramente difficile per scegliere un MVP. Con il solito LeBron sopra i 30 punti (7-10 da 3), Paul Pierce in serata “tripla doppia”, Tim Duncan da 34 e 11 e molti altri, non è certo facile decidere chi sia il miglior giocatore di giornata. Noi però andiamo per J.R. Smith. I suoi 37 punti sono il frutto di una crescita che lo ha visto protagonista per tutto l’anno. Non è facile uscire dalla panchina tutte le sere e mettere in fila, continuativamente, delle prestazioni davvero eccezionali. Smith, con i 37 punti della notte, è il primo giocatore dei Knicks ad uscire dalla panchina a segnare almeno 30 punti in 3 gare consecutive. Un record che aggiunge valore a un giocatore straordinario.

LVP. Il premio di peggior giocatore di giornata va agli esterni titolari degli Houston Rockets, o per dirla con altre parole, a James Harden e Jeremy Lin. Nessuno dei due giocatori è andato in doppia cifra (Harden 7 punti; Lin 8 punti). Proprio ora che ogni partita pesa come un macigno, ci aspettiamo molto di più da Harden e Lin che dovrebbero essere una guida per i loro compagni. Ha fatto bene Coach McHale a relegarli in panchina all’inizio della seconda metà di gara.

On Fire. John Wall (WAS) 35-9-2; T. Harris (ORL) 30-11; M. Scott (ATL) 19-3; J. Smith 18-6-4; J. Green (BOS) 27-4-4; J. Terry (BOS) 24-5/7 da 3; P. Pierce (BOS) 20-10-10; G. Henderson (CHA) 35-7-3; K. Walker (CHA) 16-3-8; J.R. Smith (NYK) 37-2-1; C. Anthony (NYK) 32-11-2; R. Gay (TOR) 21-4-4; D. DeRozan (TOR) 21-4-3; J. Jerebko (DET) 20-5-1; A. Drummond (DET) 17-4; E. Turner (PHI) 23-13-4; C.J.Miles (CLE) 19-5-3; C. Parsons (HOU) 16-2-1; Z. Randolph (MEM) 21-12-3; L. James (MIA) 36-4-7-7/10 da 3; K. Durant (OKC) 36-7-3; R. Westbrook (OKC) 18-4-9; N. Pekovic (MIN) 22-15-1; R. Rubio (MIN) 17-2-7; B. Griffin (LAC) 18-7-4; J. Crawford (LAC) 16-2-3; T. Duncan (SAS) 34-11-3; T. Parker (SAS) 24-3-8; D. Williams (BKN) 19-2-3; E. Fournier (DEN) 19-2-2; D. Gallinari (DEN) 11-5-6; M. Williams (UTA) 28-5-5; P. Millsap (UTA) 25-10-2; D. Lilliard (POR) 24-2-7; J.J. Hickson (POR) 17-14-2.

Losing Effort. I Washington Wizards hanno dimostrato di essere una squadra con delle potenzialità in questa ultima parte di regular season, grazie al loro giocatore simbolo John Wall, che sta disputando un finale di stagione strepitoso. Wall, nella sconfitta della notte a Orlando ha messo a segno ben 35 punti, 9 rimbalzi e 2 assist.

The Unexpected. Coach George Karl ha concesso qualche minuto extra ad Evan Fournier a Denver questa notte contro i Brooklyn Nets. Il rookie dei Nuggets non ha tradito la fiducia del suo allenatore e ha portato a casa 19 punti, 2, rimbalzi e 2 assist in 20 minuti di gioco.

Miami ha conquistato matematicamente la prima piazza ad Est (foto: sport.notizie.it)

Miami ha conquistato matematicamente la prima piazza ad Est (foto: sport.notizie.it)

Playoffs race. I giochi ad Est sono ormai fatti. Le prime sei della conference hanno già matematicamente raggiunto la post season. Miami, con la vittoria della notte a New Orleans, è ufficialmente al primo posto della Eastern Conference. Le uniche squadre che possono aspirare a migliorare il loro seed sono Boston e Indiana. La prima cercherà, nelle dieci partite che rimangono, di raggiungere Atlanta al sesto posto. Indiana cercherà di strappare ai Knicks il secondo posto della Conference.

Tutto da rifare invece ad Ovest. Partiamo dall’alto: OKC non sembra brillare particolarmente in questo finale di stagione. La sconfitta della notte da una parte, e la vittoria degli Spurs dall’altra, allargano il margine tra le due squadre per la leadership della conference. La vittoria degli Spurs contro i Clippers permette a Denver di raggiungere la terza piazza e di allungare su Memphis che ora si trova ad una sola partita dal superare proprio i Clippers al quarto posto (resta solo una questione di record migliore, in quanto i Clippers non possono scendere sotto la quarta posizione avendo ormai vinto la propria Division ndr). Sesta e settima posizione della conference dovrebbero essere, a meno di stravolgimenti inattesi, in mano a Golden State e Houston. Quello che succede all’ottavo posto è però molto più interessante. Utah stanotte ha raggiunto i Lakers. Gli scontri diretti permettono ai Jazz di essere davanti ai Lakers, anche se il record è lo stesso. Le prossime dieci partite daranno l’insindacabile verdetto su chi si meriterà di andare ai playoff.

Buzzer Beater. Non si tratta proprio di un tiro sulla sirena, ma il tiro di Tim Duncan a 5 secondi dalla fine della partita contro i Clippers, sul punteggio di 102-101 Clippers, ci assomigliava molto. Soprattutto se si pensa che nei restanti secondi, Chris Paul ha sbagliato un lay-up molto simile dopo il time-out. Pensando anche all’importanza della partita e alle implicazioni sulla classifica ad Ovest, quel tiro valeva molto più di un semplice buzzer beater.


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