Aldridge, Lillard e Batum, i Big Three di Portland (Foto: slamonline.com)

Continua l’incubo per i Los Angeles Lakers: i molti che prospettavano un ritorno alla vittoria per coach D’Antoni proprio contro i Knicks, la sua ex squadra, hanno vista disillusa la loro speranza/teoria. E continua la crisi anche per Charlotte, sconfitta anche ad Atlanta. La sorpresa arriva invece invece da Portland, dove i padroni di casa hanno battuto gli Spurs grazie a una grande prestazione del rookie Lillard.

Charlotte Bobcats @ Atlanta Hawks 90-113
Los Angeles Lakers @ New York Knicks 107-116
San Antonio Spurs @ Portland Trail Blazers 90-98

MVP. Visto che con questi Lakers non pare poi così difficile vincere, citiamo Carmelo Anthony, autore di una prova “maiuscola” (30 punti in 22 minuti, prima di uscire per un infortunio alla caviglia), ma diamo la palma di migliore a Damien Lillard, 29 punti, 7 rimbalzi, 6 assist e 11/22 al tiro nella vittoria contro i ben più quotati Spurs.

LVP. Che i lunghi dei Bobcats siano il punto debole della squadra già si sa, ma forse proprio per questo è inaccettabile che Byron Mullens, l’unico forse in grado di dare qualcosa in attacco ai suoi, chiuda con soli 3 punti e un orribile 1/8 dal campo, oltre alla miseria di 2 rimbalzi catturati.

On Fire. Devin Harris (ATL, 20 pts, 4/8 3FG), Metta World Peace (LAL, 23 ts, 6 reb), Dwight Howard (LAL, 20 pts, 8/11 FG), Carmelo Anthony (NYK, 30 pts, 10/15 FG), Tyson Chandler (NYK, 18 pts, 5/5 FG), Tony Parker (SAS, 21 pts, 5 ast), LaMarcus Aldridge (POR, 22 pts, 10/16 FG), JJ Hickson (POR, 12 pts, 12 reb).

Anthony festeggia, Jamison non può che chinare il capo (Foto: Los Angeles Times)

Losing Effort. Molti auspicavano che la partita contro i Knicks facesse da sprone per una rinascita dei Lakers; uno di questi era Kobe, che di certo, da parte sua, non ha fatto mancare l’impegno: 31 punti, 10 rimbalzi, 6 assist (migliore dei suoi in tutte e tre le voci statistiche) e 5 triple a bersaglio (su 11 tentativi). Unico neo la brutta percentuale da due (5/13).

The Unexpected. Senza Wesley Matthews, il secondo anno Luke Babbitt ha avuto l’opportunità di mettersi in mostra, e, al contrario di Victor Claver (0 punti, 0/4 al tiro), non ha sprecato la sua occasione, andando in doppia cifra per la prima volta in stagione (12 punti in 20 minuti). Buona anche la prestazione di Ivan Johnson, degli Hawks, che contribuisce con 16 punti e 8 rimbalzi uscendo dalla panchina.

Ups. Buonissima prestazione di Portland, che sfrutta la serata storta della corazzata Spurs per portarsi a ridosso del 50% di vittorie (ora il record è di 10-12). Nell’agguerrita Western Conference con questo record i playoff sono un miraggio (Portland è attualmente 11º), ma a parte cinque squadre virtualmente irraggiungibili, gli altri tre posti disponibili sono, tutto sommato, a portata di mano.

Nemmeno il rientro di Gerald Henderson ha cambiato le sorti dei Bobcats (Foto: thespindribble)

Downs. Quarta sconfitta in fila per i Lakers, la 9º dell’era D’Antoni, a fronte di sole 4 vittorie. E, soprattutto, non si intravede una luce in fondo al tunnel di questa crisi. Non sembra infatti che il rientro di Nash e Gasol possa cambiare in modo determinante la situazione: i problemi dei gialloviola, infatti, sono soprattutto difensivi (ormai è regola subire passivi in tripla cifra), e i due infortunati sono noti per essere sublimi in attacco quanto deficitari in difesa. Altra squadra in crisi è Charlotte, ormai alla decima sconfitta consecutiva, che ha vanificato quanto di buono i Bobcats avevano fatto vedere a inizio stagione (da un record di 7-5 all’attuale 7-15).

Stat of the Night. La (non) difesa di Lakers si può anche leggere tra le righe del foglio statistico dei Knicks. Oltre ai 116 punti subiti, di cui ben 41 nel solo primo quarto (quando si dice iniziare la gara con la giusta intensità…), i Lakers hanno concesso il 53% dal campo agli avversari (contro il 41%), e il 48% da tre (contro il 32%); ma il dato forse più indicativo è quello delle palle perse, solo 6 per i Knicks (e nessun giocatore oltre la singola palla persa), sintomo di una difesa passiva che non “forza” situazioni scomode per gli avversari. Un altro dato significativo è il conteggio dei rimbalzi (che premia i Lakers 43-33) comparato ai punti in contropiede (7-16 per i Knicks).