Settimana ricca di episodi interessanti, quella appena trascorsa: Miami ha raggiunto le 10 vittorie consecutive, New York ha perso il secondo posto a Est, i Lakers si sono rimessi seriamente in corsa per i playoffs, James Harden ha demolito i suoi ex Thunder… ma andiamo con ordine.

Western Conference

James Harden esulta dopo i 46 punti segnati in faccia a Thabo Sefolosha (Foto: floridatoday.com)

James Harden esulta dopo i 46 punti segnati in faccia a Thabo Sefolosha (Foto: floridatoday.com)

Partiamo stavolta da Ovest, in cui le prime due forze hanno subito una leggera frenata. Gli Spurs (44-13), dopo 5 vittorie consecutive, perdono al supplementare contro una squadra in difficoltà come i Warriors, mentre, come anticipato, i Thunder (40-15) subiscono la furia dell’ex di turno James Harden, che ne mette addirittura 46 (con un irreale 7/8 dal campo, 8 rimbalzi e 6 assist) guidando Houston alla vittoria e “dedicandola” su Twitter al suo ex GM Sam Presti, che lo aveva scambiato prima dell’inizio della stagione considerandolo un “role player”. I Thunder non si sono ovviamente persi d’animo, e hanno vinto venerdì contro i Timberwolves, mantenendo così piuttosto saldamente il secondo posto. Alle loro spalle i Clippers (40-18) continuano a tener botta, incalzati però dai Grizzlies (36-18), che, dopo un lieve assestamento seguito alla partenza di Rudy Gay, sembrano aver ripreso un buon ritmo, con una striscia aperta di 6 vittorie consecutive, che sono valse il quarto posto a Ovest.

La caccia all'ottavo posto è iniziata per i Lakers (Foto: espn.go.com)

La caccia all’ottavo posto è iniziata per i Lakers (Foto: espn.go.com)

Continua il momento altalenante dei Nuggets (35-22): alle tre sconfitte subite subito prima dell’All Star Game sono seguite una bella vittoria contro Boston, una brutta sconfitta contro Washington e dalla tutto sommato facile vittoria contro Charlotte. Il quinto posto non sembra in pericolo, almeno non nell’immediato futuro, ma alle loro spalle sembra che i Warriors (32-23) siano in ripresa, con due vittorie nelle ultime due gare dopo 6 sconfitte di fila che li avevano fatti scivolare al sesto posto. Al settimo e all’ottavo, Jazz (31-25) e Rockets (31-27) devono guardarsi le spalle dalla rimonta dei Lakers (27-29), che sono ora al nono posto e, finalmente, sembrano aver cambiato passo (vinte 10 delle ultime 14 giocate): se questo sarà sufficiente per agguantare un biglietto per la post-season, solo il tempo lo dirà; e il calendario potrebbe dare una mano, dato che 5 delle prossime 10 partite saranno contro squadre con un record al di sotto del 50%.
Alle spalle dei gialloviola sembrano esserci pochi margini di rimonta: Dallas ha un record di poco inferiore (25-29), con la differenza però che i Lakers, sulla carta, hanno un organico in grado di infilare anche una serie di 10 vittorie consecutive, mentre l’impressione è che i Mavs si trovino nella “giusta” posizione in relazione al loro valore reale. Più dietro ancora, i Blazers (25-30) si sono “auto-eliminati”, perdendo le ultime 7 partite e scivolando all’undicesimo posto, mentre Timberwolves (20-32), Kings (19-37), Hornets (19-37) e Suns (18-38) sono da tempo fuori dai giochi, ma, lungi dall’essere “squadre materasso”, potrebbero dare dei dispiaceri a qualche “Big” su singola partita.

Eastern Conference

LeBron James sta giocando a livelli incredibili (Foto: bleacherreport.com)

LeBron James sta giocando a livelli incredibili (Foto: bleacherreport.com)

A Est, invece, ci sono novità al vertice. Gli Heat (39-14) consolidano ancora di più il primato grazie a 10 vittorie consecutive (striscia ancora aperta) e ora, forti del secondo record della Lega, puntano a spodestare gli Spurs dal primo posto assoluto. Quel che è certo è ormai il primo posto a Est, dato che alle loro spalle sembrano crollati i Knicks (32-20), scivolati addirittura al terzo posto, superati da dei Pacers (35-21) che, pur ancora privi della loro stella Danny Granger, hanno vinto le ultime 4 partite e stanno continuando la loro splendida stagione.
Rimangono invece molto vicine tra loro la quarta, la quinta e la sesta, ovvero Nets (33-23), Bulls (32-23) e Hawks (31-23), tre squadre che non danno segni di cedimento (a parte forse i Bulls, 4-6 nelle ultime 10) ma che non sembrano in grado di andare oltre queste posizioni. Così come i Celtics (29-26) sembrano ormai sicuri del loro settimo posto, soprattutto per “mancanza di alternative”: difficile che possano agguantare il sesto posto, quasi impossibile che possano scivolare all’ottavo: infatti, i Bucks (26-28) stanno riuscendo nell’impresa di mettere a rischio il loro posto nei playoffs, con una striscia aperta di tre sconfitte consecutive (tutte di misura: -2 al supplementare con i Nets, -3 ancora con i Nets e -1 con gli Haws) e un record di 2-9 nelle ultime 11.

Rudy Gay può essere il leader che mancava ai Raptors (Foto: vancouversun.com)

Rudy Gay può essere il leader che mancava ai Raptors (Foto: vancouversun.com)

Come detto, perdere l’ottavo posto è però quasi un’impresa: i Sixers (22-31), infatti, invece che avvicinarsi, affondano (striscia aperta di 4 sconfitte di fila) mentre i sorprendenti Raptors (23-33), rinvigoriti dall’arrivo di Rudy Gay (molto meno dal rientro di Andrea Bargnani, relegato in panchina con un ruolo da comparsa), sono ormai a un passo dal nono posto. Ma è difficile, anche se non impossibile, centrare i playoffs: i Bucks sono a 4 partite di distanza. Tutto dipenderà da queste due squadre: se Milwaukee e Toronto dovessero continuare come nelle ultime due settimane, il sorpasso potrebbe avvenire davvero. Poco da segnalare, invece, in fondo alla classifica, se non il discreto momento di Cleveland (18-37, 5-3 nelle ultime 8) e soprattutto di Washington (17-37), squadra che paradossalmente vince con le grandi e perde con le piccole: nelle ultime 8 partite (6-2 il record), infatti, le vittorie sono arrivate contro Clippers, Knicks, Nets, Bucks, Nuggets e Rockets, le sconfitte contro Pistons e Raptors.