Marc Gasol

Marc Gasol

Ci siamo. Ad ovest siamo giunti all’ultimo atto. Si affronteranno due squadre di veterani, ma con storie diverse alle spalle. Memphis arriva sull’onda di una stagione da sogno, col record di franchigia di 56 vittorie in regular season e la prima qualificazione alla Finale di Conference. Un’avventura che il nuovo proprietario Robert Pera difficilmente avrebbe potuto immaginare migliore, essendo riusciti ad ottenere questo risultato combinandolo con le necessarie misure di contrazione dei costi nel monte salari. San Antonio invece è ormai una certezza a questi livelli: 4 titoli vinti dal 1999 ad oggi, questa è l’ottava apparizione all’ultima sfida dell’ovest negli ultimi 15 anni. In una Western votata al ‘run-and-gun’, non sono le due squadre più spettacolari in assoluto, ma certamente le più solide, come dimostrato nei turni precedenti in cui gli Spurs hanno prima posto fine alla lunga e lenta agonia dei Lakers e poi spento in sei partite l’entusiasmo futuribile di Golden State, mentre i Grizzlies, dopo la partenza lenta e le due sconfitte iniziali, hanno eliminato Clippers e Thunder con una serie di 8 vittorie nelle ultime 9 partite. Numeri non esattamente comuni per un’esordiente a questo livello, che infatti si presenta ben consapevole delle proprie qualità e determinata a sfruttare il proprio vantaggio in termini di peso nel settore lunghi. Squadra ben assemblata ma atipica in un basket che tende sempre più alla “small-ball”, Memphis era l’unica delle qualificate ai playoffs dell’ovest a segnare meno di 101.1 punti di media (fermandosi ben lontana a quota 93.4) e anche l’unica a subirne meno di 94.6 (esattamente 89.3), perché “abbiamo cuore, cerchiamo di difendere, prendere rimbalzi e sfruttare i limiti di stazza che spesso hanno le altre squadre – ha ricordato coach HollinsE’ il modo in cui siamo costruiti e in cui devo allenare per beneficiare dei nostri punti di forza”. “Hanno vissuto una fantastica stagione. Sono una squadra grintosa e di talento. Sarà una grande sfida” preannuncia Popovich.

Perché San Antonio: Terza e seconda per efficienza difensiva e offensiva nella post-season, San Antonio sulla lunga distanza ha triturato una macchina da punti come Golden State su partite a basso punteggio, limitando l’esplosività realizzativa Curry e Thompson. E’ riuscita così a resistere agli alti e bassi di un attacco che ha avuto una certa discontinuità al tiro da Parker e Ginobili, comunque specializzati a mettere dentro i palloni che pesano di più. Squadra profonda, in grado di colpire in vari modi, con un Duncan in forma e un Leonard sempre più consistente, avendo in cabina di comando un coach come Popovich promette di fare tutti gli adattamenti necessari per contenere una squadra assemblata in maniera diversa dai Warriors, che fa passare tutto l’attacco dalle mani dei lunghi ed ha meno pericolosità sull’arco.

Perché Memphis: I Grizzlies hanno avuto la forza di non smarrirsi nonostante le variazioni nella second unit e la cessione di Gay a stagione in corso, rimpiazzato da un Tayshaun Prince che si riteneva ormai agli sgoccioli della carriera ma in grado ancora di dare un contributo che va oltre le non sfavillanti cifre. La crescita di Conley in attacco lo rende una delle point-guard più sottovalutate, ancora più importante al fianco di un difensore come Allen e della miglior coppia di lunghi della lega, Randolph e Gasol, la vera chiave della stagione della squadra di Hollins. Fisicità al massimo, dosi importanti di ‘intangibles’, nella post-season è aumentata anche la qualità offensiva.

Tony Parker e Manu Ginobli (Photo by Rocky Widner/NBAE via Getty Images)

Tony Parker e Manu Ginobli (Photo by Rocky Widner/NBAE via Getty Images)

La chiave: Memphis, bypassato l’ostacolo Westbrook, sarà chiamata a limitare un Tony Parker che negli scontri diretti della regular season ha fatto parecchi danni (25.5 punti di media), e di conseguenza contenere il gioco in penetra-e-scarica degli Spurs a cui, per qualità e quantità di tiratori, la squadra di Hollins non può opporsi. San Antonio, in grande crescita difensiva (solo 90.5 punti subiti nelle ultime 4 in semifinale), dotata di maggiore esperienza sia fisica che nervosa in questo genere di partite, sarà portata a cercare di correre più di quanto fatto contro Golden State per far schierare meno possibile una difesa che, se ancorata dal Difensore dell’Anno Marc Gasol e anche da un motivatissimo Randolph, diventa davvero complessa da scardinare.

Precedenti in stagione: 2-2. Ha sempre vinto la squadra in casa, ma due sfide sono andate all’overtime e la terza è stata decisa da Conley allo scadere. A novembre, Popovich si prese 250mila dollari di multa per aver fatto riposare Parker, Duncan, Ginobili e Green nella trasferta in diretta tv nazionale a Miami proprio per averli freschi contro i Grizzlies, rivali di division. Gli Spurs vinsero quello scontro diretto al supplementare e alla fine la Southwest con due sole partite di vantaggio su Memphis. Una mossa che, a posteriori, può aver avuto un discreto peso.

Pronostico: Nel 2011 i Grizzlies hanno battuto gli Spurs in sei gare, vincendo la prima serie di playoffs della loro giovane storia e diventando la quarta testa di serie numero 8 di tutti i tempi a battere la numero 1. Uno splendido duello, deciso dalla maggiore fisicità di Memphis, che può essere l’antipasto di questa sfida che si annuncia di altissimo livello, equilibrata, molto fisica, forse non super-spettacolare, ma certamente emozionante. San Antonio pare avere più frecce al proprio arco, ma Memphis ha già dimostrato di saper andare oltre i propri limiti. Quindi: 4-3 Memphis.