Nuovo appuntamento con la rubrica di Davide Pessina, commentatore tecnico per Sky Sport HD, che ci guida negli straordinari playoffs NBA 2014. Tanti i temi sia legati al primo turno appena concluso ma soprattutto molti quelli in previsione delle semifinali di conference che ci attendono a partire già da questa notte.

(fonte cinemavolta.it)

(fonte cinemavolta.it)

BEST OF SEVEN
Frase quanto mai fedele a quanto visto nel primo turno dei playoffs NBA. Ben cinque delle otto serie in programma sono terminate a gara 7. Mai primo turno fu meno scontato e più combattuto ed incerto. Anche accoppiamenti alla vigilia apparentemente “semplici” hanno riservato più di una sorpresa. Se la sono cavata gli Spurs che hanno dovuto ricorrere ad un Ginobili d’annata per venire a capo di Nowitzki e compagni che hanno reso la vita durissima a San Antonio. Più di un rischio anche per Indiana che sembrava ormai sul baratro contro gli Hawks che hanno sfiorato l’impresa. Ribaltano, come forse era prevedibile, il fattore campo i Nets che però devono pescare una super giocata di Paul Pierce per avere la meglio sui combattivi Raptors. Piccola impresa anche per OKC che rimonta Memphis priva però in gara 7 di Randolph, fattore tutt’altro che trascurabile.

SHOCK THE MONKEY
Una vera e propria scimmia dalle spalle potrebbero essersela tolta i Pacers che, dopo aver rischiato l’impossibile contro Atlanta, trovano i lanciatissimi Wizards reduci dall’impresa contro i Bulls. Indiana, cui resta da capire ancora cosa sia successo da metà stagione a questa parte, affronta una squadra meno complessa degli Hawks per quanto riguarda gli accoppiamenti, Atlanta spesso ha giocato con 5 uomini sul perimetro togliendo di fatto dal campo il fattore Hibbert. Washington è squadra più tradizionale da questo punto di vista ma ha anche un Nenè in forma stratosferica che ha strapazzato il difensore dell’anno Noah, non proprio l’ultimo della pista. Uscire al primo turno sarebbe stata un’autentica catastrofe per gli uomini di Vogel che hanno talento in abbondanza per chiudere questa serie, anche se credo non sarà comunque facile. Penso i Pacers possano prevalere in caso di gara 6 o gara 7, attenzione però alla possibile sorpresa di una serie più rapida con gli Wizards del duo funambolico Beal-Wall (che potrebbe far molto male a George e compagni) che giocano da consumati veterani, senza dimenticare la crescita di Trevor Ariza, giunto forse al vero momento di maturazione della sua carriera.

Anche gli Spurs, dopo aver sofferto incredibilmente nel derby texano contro Dallas, avranno di fronte l’entusiasmo straripante dei Blazers, che hanno tolto di mezzo la sempre enigmatica Houston. I neroargento sembrano sempre un po’ stanchi, un po’ in difficoltà, poi però ritrovano sempre i loro equilibri e la loro incredibile capacità di giocare un basket di grandissima qualità. Portland viene da un’annata magica, tantissimo entusiasmo, fiducia alle stelle ed ha un quintetto eccellente con Aldridge e super Lillard a guidarlo. Forse la mancanza di grandi alternative sul pino e la grande esperienza dei texani potrebbe far pendere la bilancia verso la Popovich band che vedo favorita. Attenzione però alle variabili tattiche di Terry Stotts che avrà sicuramente preso appunti dopo la serie tra Spurs e Mavs, le ottime soluzioni adottate da Carlisle (di cui Stotts è stato assistente proprio a Dallas) non saranno passate inosservate al coach dei Blazers.

BROTHERLY LOVE
Se amate il confronto rude, se ne facciamo una questione di rivalità e di scarso “amore” tra le due squadre, allora le due serie rimanenti fanno proprio per voi.
Non serve ricordare i celebri duelli rusticani tra Griffin ed Ibaka, oppure dall’altra parte tra LeBron e gli ex Celtics, Pierce e Garnett. I Thunder avranno il fattore campo contro i Clippers ma potrebbe non essere la variabile determinante in questa sfida.  Arriveranno entrambe molto logorate da due serie dispendiose a dir poco in termini di energie. OKC ha forse meno risorse sul pino ed avrà bisogno di trovare tanta qualità e minuti da vero protagonista da Reggie Jackson. L.A.,, turbata non poco dall’”affaire Sterling”, ha più alternative nelle rotazioni, ma ha anche Paul e Crawford in non perfette condizioni e questo potrebbe influire non poco sull’esito di questa semifinale di conference. Continuo però a credere a Rivers ed ai suoi uomini, serie presumibilmente lunga ma con i Clippers che possono spuntarla in sei partite.

Stima ed affetto che si scambieranno sul parquet anche Nets ed Heat nella serie forse più ruvida di questi playoffs. Brooklyln voleva Miami, cercherà di convincersi che quel 4-0 in stagione regolare non è un semplice dato statistico ma qualcosa che può corrodere i meccanismi dei campioni in carica, e, con l’esperienza dei vari Pierce, Johnson, Garnett e Williams, tutto in teoria è più che possibile. Dall’altra parte però non mi sembra ci sia un gruppo disposto a farsi intimidire, non si vincono due titoli in fila per caso, LeBron sicuramente avrà preso nota anche degli episodi di regular season, credo che alla fine Wade e soci porteranno a casa la finale di conference.

MAKING HISTORY
Dopo 14 anni di attesa è arrivata la prima vittoria in una serie di playoffs per i Blazers. A griffare il successo della franchigia dell’Oregon manco a dirlo il dinamico duo Aldridge-Lillard. Se il primo è stato dominante nella prima parte della serie con i Rockets, il secondo ha letteralmente preso per mano Portand nelle ultime gare giocando con la sicurezza del veterano e mostrando leadership da autentica superstar. Per chi fosse giunto oggi da un altro pianeta basta anche solo il capolavoro di gara 6, un buzzer beater che manda in cielo i Blazers, con una dedica magari per coach Jack Ramsay, il coach che portò l’anello a Portland.

LOSING EFFORT
Per una volta il vero autore della prestazione super di una squadra “perdente” non è un giocatore. Il vero vincitore della categoria è coach Rick Carlisle. L’allenatore dei Mavs ha fatto un lavoro straordinario nella serie contro gli Spurs che sembrava prima dell’inizio quasi segnata: ha imposto ai suoi uomini di cambiare su ogni blocco, di restare sempre sui tiratori, lasciando di fatto campo per degli inusuali 2 vs 2 (persino con Duncan e Parker) riuscendo spesso ad inceppare i meccanismi perfetti di San Antonio. Ha imposto varianti tecniche che hanno dato l’impressione che fosse coach Popovich, definito da Carlisle allenatore del secolo, a dover trovare nuove alchimie e soluzioni tattiche.

ROCKET BOUND
Inutile nasconderlo, ci si aspettava di più dai Rockets. Tanto talento ma anche tanti squilibri tattici, con una coesistenza tecnica Howard-Harden tutta da trovare stante le differenze di cui abbiamo già parlato la scorsa settimana, oltre ai dubbi sulla conduzione di McHale, peraltro già confermato sulla panchina dei texani il prossimo anno. L’emblema della sconfitta di Houston in gara 6 nell’istantanea sul canestro subito da Lillard: nessuno aiuta, viene lasciata una rimessa ed una ricezione comoda per un passaggio troppo semplice che Lillard tramuta nella più cocente delle eliminazioni.

IL DIAVOLO VESTE (MARK) JACKSON
Golden State ha lottato coraggiosamente contro i Clippers forzandoli a gara 7. Tutta la squadra, nonostante le perplessità della dirigenza dei Warriors, ha dimostrato sul campo che è con il “reverendo”. In rivolta però penso che saranno i tanti stilisti della zona della Baia colpiti (e non nell’accezione positiva del termine) dall’inguardabile abbinamento, cravatta rosa shocking su camicia nera, sfoggiato dall’ex play di Pacers e Knicks.