Una palla per domarli...

Una palla per domarli…

Per quanto gli upset siano il sale della competizione collegiale è pur vero che talvolta è anche piacevole ed esaltante vedere le due squadre migliori di un gruppo sfidarsi a duello: questo è esattamente quello che avverrà stanotte quando North Carolina e Virginia si sfideranno nella finale del torneo ACC, dopo aver dimostrato una volta di più in semifinale quanto costituiscano l’elite della conference.

Iniziamo dalla prima partita andata in scena a Washington, ovvero quella tra Notre Dame e North Carolina: tenzone in realtà durata circa quattordici minuti, dato che da un risultato equilibrato di 23 a 22 in favore dei Tar Heels la partita è letteralmente fuggita dalle mani di Notre Dame che ha subito un parziale di 18-0 per chiudere il primo tempo; gli Irish avevano già dimostrato di avere questo vizio contro Duke e North Carolina è anche squadra di parziali, peccato per gli uomini di Brey che però rispetto ai Blue Devils UNC sia ben più profonda, con molta più gamba ed abbia ritrovato -rullo di tamburi- Marcus Paige. Proprio il senior è stato il miglior realizzatore della partita con 16 punti e una ritrovata verve al tiro dalla distanza, concludendo con un ottimo 4 su 7. Con tutti questi elementi e forse anche la stanchezza della rimonta fino all’overtime contro Duke gli Irish sono stati letteralmente seppelliti nel secondo tempo che si è aperto con una prosecuzione del parziale di UNC – 24-0 complessivo per un 47-22 senza appello a 17′ dal termine- e si è, senza colpi di sorpresa, chiuso con un inequivocabile 78-47. Per gli Irish, campioni in carica del torneo ACC, 17 palle perse e il 30% dal campo, compreso un Jackson tenuto dagli Heels a 1 su 10 con tre palle perse; per North Carolina invece solo buone notizie, con una difesa che sta salendo sempre più di colpi, un backcourt che sta regalando certezze compreso un Paige che parrebbe rinato, ed in generale una squadra che in tutte le componenti sembra star toccando l’apice della sua forma nel momento più importante.

Ci dirà qualcosa di più l’attesa finale che, come già detto, sarà contro Virginia, che da parte sua ha dovuto affrontare una sfida un po’ più ostica contro Miami: la realtà è che i Cavaliers hanno guidato dal primo all’ultimo secondo della partita proprio come UNC, tuttavia gli Hurricanes si sono dimostrati avversari molto più ostici e resilienti, una squadra che non ha mai mollato del tutto la partita rimanendo sempre a contatto con Virginia e la sua provante difesa. Se è pur vero che non ci son state le emozioni di numerosi cambi di fronte e simili, allo stesso tempo va riconosciuta la spettacolarità della forma mentis delle due squadre e specialmente dei Cavs, in grado di protrarre per quaranta minuti e senza cali una partita in cui Miami ha tirato nonostante tutto con il 54.8% dal campo; l’arte di Virginia e della sua difesa è stata quella però di spezzare come sempre il ritmo degli avversari e di far fruttare al meglio le sedici palle recuperate, trasformate in diciannove preziosissimi punti. Anche ai due leader degli Hurricanes McClellan e Rodriguez è stato impedito di brillare, costringendoli a 24 punti e otto palle perse complessivamente, numeri ben diversi dai corrispettivi 40 e 3 della partita contro Virginia Tech, con lo stesso McClellan che ha definito i suoi errori e quelli della sua squadra “non caratteristici del nostro gioco”. Per i Cavaliers di Tony Bennet 24 punti di un Malcolm Brogdon che giustifica sempre di più il suo titolo di POY della ACC e una situazione complessiva che pare aver raggiunto il proprio punto ottimale proprio in vista degli impegni principali.

Stanotte la finalissima: i Tar Heels per riportare in North Carolina un titolo che manca da quattro stagioni; entrambe le squadre per il piacere della vittoria, ma anche e soprattutto per arrivare al torneo NCAA sulla miglior scia possibile.