Mike Tranghese ha guidato la Big East per quasi 20 anni

Mike Tranghese ha guidato la Big East per quasi 20 anni

Tutto iniziò nel 1979, quando Georgetown, Syracuse, Providence e St. John’s si unirono a Seton Hall, Connecticut e Boston College nell’intento di formare una nuova conference focalizzata sul programma di basket. Occorre fare subito una precisazione sul mondo sportivo collegiale “made in USA” per facilitare la comprensione degli avvenimenti che verranno descritti. Lo sport collegiale più ricco e seguito a livello nazionale era ed è tuttora, senza ombra di dubbio, il football. Non tutti i college però, anche se importanti, possono permettersi o sono interessati ad avere un programma di football tale da gareggiare in Division I. Alla base della nascita della Big East c’era proprio la volontà di creare una “conference basket oriented”. L’idea ebbe subito un grande successo e nel giro di pochi anni si inserirono anche Villanova e Pittsburgh. Dopo oltre dieci anni di vita però, a causa anche dell’ingrandirsi del movimento e dell’afflusso sempre maggiore di soldi, i membri della Big East decisero di creare anche un programma di primo livello per il football e a questo scopo invitarono college dalla rinomata storia in questo sport. Nel 1991 Rutgers, Miami, Temple, Virginia Tech e West Virginia e nel 1995 Notre Dame. Il programma però non riuscì mai a raggiungere i livelli competitivi e i risultati sportivi auspicati, in uno sport che a livello collegiale è dominato dalle squadre della SEC e della ACC. La causa è stata attribuita alla natura ibrida della conference, nella quale alcuni college sono “full member”, alcuni solo “football member” e altri non hanno un programma di football di Division I, come ad esempio Villanova e Georgetown. Notre Dame addirittura ha un programma nel football molto importante (quest’anno ha giocato il BCS National Championship), ma non gareggia nella Big East. In questa situazione molto variegata, estremamente diversa dall’omogeneità delle altre Big Conference (ACC, SEC, Pac-12, Big 12 e Big Ten), c’erano continue tensioni tra chi voleva prediligere uno o l’altro sport e lo storico commissioner Mike Tranghese non riuscì mai a equilibrare la situazione e a portare stabilità. Questa situazione portò nel 2004 alla prima spaccatura, che causò lo spostamento verso la Atlantic Coast Conference di Boston College, Virginia Tech e Miami, non soddisfatte della gestione dei programmi. La Big East pose rimedio alla situazione invitando numerosi altri college dalla Conference USA. Accettarono Cincinnati, South Florida, Louiville, DePaul e Marquette. Le prime tre con un solido programma di football, le altre due incentrate sul basket.

Jim Calhoun ha guidato Connecticut alla vittoria di tre titoli NCAA

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Si venne a creare così la Big East che siamo abituati a conoscere e che negli ultimi anni ha raggiunto grandi risultati, soprattutto nel basket. Ne è stata testimonianza la sottoscrizione circa dieci anni fa di un accordo televisivo con espn del valore di 1,16 miliardi di dollari, al livello dei contratti firmati dalle altre Big Conference, per la copertura delle partite di basket delle sedici squadre della conference. La situazione è però sempre rimasta instabile e tutto è crollato lo scorso anno, quando il commissioner John Marinatto non ha convinto i college a sottoscrivere l’allungamento del contratto televisivo. Alla base c’era evidentemente la volontà per alcuni di loro di trovare gloria da altre parti. West Virginia si è spostata quest’anno nella Big 12 e dalla prossima stagione Syracuse, Pittsburgh e Louisville si trasferiranno nella ACC, seguiti l’anno successivo da Notre Dame. Rutgers dal 2013 andrà nella Big Ten. Il nuovo commissioner Mike Aresco ha tentato fino all’ultimo di arginare la diaspora, ma quando anche i sette college privati, i cosiddetti “Chatolic 7”, cioè Georgetown, DePaul, Marquette, Providence, St.John’s, Villanova e Seton Hall, hanno dichiarato di valutare l’opportunità di abbandonare la Big East, ci si è resi conto che la vita della conference era arrivata al capolinea, almeno per come siamo abituati a conoscerla.

Il Madison Square Garden rimarrà la sede del torneo della nuova Big East

Il Madison Square Garden rimarrà la sede del torneo della nuova Big East

Così si arriva alla cronaca degli ultimi giorni. I sette college privati cattolici daranno vita dal prossimo anno ad una nuova conference incentrata sul basket e che non avrà un programma di football di Division I. Manterranno il nome Big East e continueranno a giocare il torneo al Madison Square Garden. La nuova Big East sarà composta, almeno inizialmente, da dieci squadre, avendo accettato le proposte di Butler, Xavier e Creighton. La nuova lega ha già sottoscritto un contratto televisivo con Fox. E le restanti squadre dell’attuale Big East: Connecticut, Cincinnati e South Florida? Si uniranno a UCF, Houston, Memphis, SMU, Temple, Tulane e East Carolina, a cui si aggiungerà NAVY dal 2015, per formare una nuova conference che sarà presente sia nel programma football di massima serie che nel programma di basket e che si chiamerà probabilmente Metro Conference, rispolverando il nome del predecessore della Conference USA. Questo terremoto quale situazione creerà dal prossimo anno? La ACC diventa indubbiamente la conference di riferimento nel panorama del basket, avendo aggiunto a North Carolina e Duke anche Syracuse e Louisville. La nuova Big East è molto ben attrezzata per fare bene, anche se abbastanza lontana dai fasti degli ultimi anni, mentre la Metro Conference sembra ritagliarsi un ruolo competitivo e qualitativo un po’ inferiore rispetto alle Big Conference. La soluzione trovata però sembra quella più giusta, avendo raggiunto finalmente quella uniformità e stabilità che mancava da ormai oltre trent’anni.