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Sam Dekker e Wisconsin sono pronti per una stagione al vertice (fotoMike McGinnis/Getty Images North America )

E’ una vita a nocche dure quella che devono affrontare ogni anno le squadre della Big Ten, da diverse stagioni una delle primissime conference del college basket per profondità e livello della competizione. La versione 2014-2015 non è forse la più ricca di talento e qualità delle ultime stagioni, ma, seppur con una netta favorita in Wisconsin, il livello medio rimane alto ed equilibrato, con diverse squadre con potenziale da torneo NCAA e molte altre pronte a infastidire queste ultime in ogni singola occasione. Per emergere ci vorranno carattere e duro lavoro, andiamo allora a vedere come si approcciano alla stagione le 14 squadre, ordinate secondo il nostro power ranking.

1) Wisconsin Badgers

Dopo le Final Four conquistate nell’ultima stagione, le prime sotto la guida di Bo Ryan, la squadra favorita per la conquista della Big Ten e una delle principali candidate al titolo non può che risiedere in Madison, Wisconsin. I Badgers hanno difatti tutte le carte in regola per potersi ripetere e migliorare data la partenza del solo Ben Brust a cui fanno da contraltare i ritorni di giocatori quali Sam Dekker (pronto per diventare un giocatore da top ten NCAA), Nigel Hayes, Traevon Jackson e soprattutto Frank Kaminsky, “Player of the Year” della Big Ten in carica nonché uno dei giocatori offensivamente più immarcabili di tutto il panorama collegiale.

Wisconsin lo scorso anno ha mostrato importanti miglioramenti a livello di ritmo offensivo, portando il proprio attacco ad essere uno dei più entusiasmanti dell’intera nazione e non più “solamente” uno dei meglio organizzati: merito del play Jackson oltre che ovviamente di tutte le bocche da fuoco a disposizione di Ryan, che dal canto suo ha fatto uno dei migliori lavori di coaching della sua eccelsa carriera. Aspettiamoci quintetti lunghi e allo stesso tempo capaci di spaziare alla perfezione il campo, con i riportati miglioramenti al tiro del sophomore Nigel Hayes che non possono che preoccupare ulteriormente chi si troverà sulla strada dei Badgers. Con buoni innesti dalla panchina come Bronson Koenig e Duje Dukan Wisconsin risulta essere una delle squadre più complete, esperte, talentuose e duttili di tutta la NCAA, con il ritorno alle Final Four che più di un desiderio pare essere un vero e proprio imperativo per Ryan e la sua armata.

D'Angelo Russell è pronto ad essere decisivo dal giorno uno (foto Joshua C. Cruey / Orlando Sentinel)

D’Angelo Russell è pronto ad essere decisivo sin dalla prima partita (foto Joshua C. Cruey / Orlando Sentinel)

2) Ohio State Buckeyes

Con un’osservazione superficiale Ohio State, già uscita al primo turno del torneo NCAA lo scorso anno, potrebbe apparire come una squadra in allarme, date le partenze del tanto osannato Aaron Craft, di Lenzelle Smith e del miglior realizzatore della scorsa stagione per i Buckeyes, LaQuinton Ross (nonché del “nostro” panchinaro Amedeo Della Valle): la sensazione però è quella di avere di fronte una squadra molto più pericolosa rispetto alla scorsa stagione. Il problema principale di Ohio St. lo scorso anno fu legato ad una produzione offensiva pessima, una rarità per le squadre di Thad Matta, con la squadra che ha avuto problemi a rimbalzo offensivo, a segnare triple e che spesso si affidava anche nei possessi decisivi ad Aaron Craft, giocatore caratterialmente meraviglioso, ma offensivamente limitatissimo. Quest’anno le cose sembrano destinate a cambiare con l’arrivo della guardia freshman nonché ottimo realizzatore D’Angelo Russell e di uno dei miglior transfer della nazione, l’ala Anthony Lee, ottimo realizzatore e rimbalzista in forza lo scorso anno a Temple. L’arrivo di un altro top freshman come Keita Bates-Diop nonché il ritorno di Marc Loving, Amir Williams Sam Thompson e Shannon Scott, che occuperà il posto di Craft con la medesima qualità difensiva, mostrano tutta la profondità di questa squadra. Ohio State si presenta ai nastri di partenza con almeno due innesti molto importanti in ottica di miglioramenti rispetto alla scorsa stagione e con un giusto mix di talento ed esperienza all’interno di un roster molto profondo: certo, bisognerà vedere l’adattamento dei due freshmen (Russell il più importante) e ci si aspettano miglioramenti da parte di un giocatore come Amir Williams o un ritorno alle vecchie abitudini nel caso di Sam Thompson, in calo lo scorso anno, ma al momento solo Wisconsin pare avere una marcia in più in questa conference.

3) Iowa Hawkeyes

Al terzo posto collochiamo Iowa, una delle squadre più sorprendenti per gran parte della scorsa stagione, prima di essere una delle più deludenti nelle ultime partite della stessa che concluse qualificandosi a malapena per le First Four del torneo NCAA (sconfitta subito da Tennessee), soprattutto a causa delle proprie mancanze difensive e di inconsistenza offensiva oltre l’arco. In questo senso l’arrivo del sophomore Trey Dickerson dovrebbe aiutare, con la guardia da Williston State pronta a contribuire da subito e ad aiutare gli Hawkeyes a sentire il meno possibile il peso della partenza di Roy Devin Marble. Brady Ellingson e l’ala Nicholas Baer sono due nuovi arrivi che aggiungono profondità offensiva ad un roster che può contare su uno dei migliori frontcourt della conference nonostante l’addio di Basabe, dato il ritorno di Oglesby, Aaron White, Woodbury e degli ottimi rimbalzisti offensivi Gabriel Olaseni e Jarrod Uthoff. A livello di backcourt le responsabilità maggiori ricadranno sul junior Mike Gesell, che dovrà guidare l’attacco e propugnare i miglioramenti perimetrali dello stesso. La profondità e l’equilibrio della squadra nella sua interezza paiono ottime, certo molto dipenderà anche dal livello difensivo al quale McCaffery riuscirà a far giocare i suoi, specialmente da febbraio in poi: sulla carta però il torneo NCAA dovrebbe arrivare con maggiore agio rispetto alla scorsa stagione.

4) Michigan State Spartans

Dawson, Trice e Valentine: MSU riparte da qui (foto hoopshabit.com)

Dawson, Trice e Valentine: MSU riparte da qui (foto hoopshabit.com)

Lo scorso anno per la prima volta nell’era Izzo una classe di Senior di MSU ha chiuso la propria esperienza collegiale senza una Final Four a referto e al termine di questa stagione gli Spartans hanno dovuto salutare elementi quali Keith Appling, Gary Harris e Adreian Payne. Unendo a ciò una classe di freshmen probabilmente non dominante sin dal primo giorno e vista la profondità della Big Ten il futuro immediato potrebbe apparire oscuro per il college di East Lansing, ma la storia ci insegna a non scommettere contro Izzo e i suoi e comunque gli elementi per essere competitivi non mancano: pensiamo al buon Travis Trice che, quando sano, svolge più che bene il ruolo di smistatore di gioco, al quale si unisce nel backcourt Denzel Valentine, passatore di altissimo livello pronto alla stagione della consacrazione collegiale. Il ritorno più importante è però quello di Branden Dawson sulle cui spalle poggerà la responsabilità di sostituire il ruolo di leader occupato da Payne, mentre il frontcourt potrà contare nuovamente su Matt Costello e Gavin Schilling, dai quali ci si aspetta tanto di quel lavoro sporco in cui gli Spartans hanno spesso brillato in passato. Bryn Forbes, il transfer da Cleveland State, è l’aggiunta più importante della off-season e potrebbe risultare subito fondamentale per una squadra priva di grandi realizzatori, eccezion fatta per Dawson. Tra i freshmen da segnalare la rapidissima PG “Tum Tum” Nairn e le ali Marvin Clark e Javon Bess. Il talento è in calo rispetto alle ultime stagioni, ma con le giuste risposte da parte del frontcourt e l’esplosione definitiva di giocatori come Valentine e Dawson risulta ancora pericoloso scommettere contro una buona/ottima stagione degli Spartans, sebbene vi siano gli elementi per un anno di transizione.

5) Michigan Wolverines

Dopo un ottima e a lunghi tratti sorprendente stagione lo scorso anno nonostante l’assenza di Mitch McGary, Michigan vuole nuovamente stupire tutti, ma le partenze hanno lasciato non poche lacune: oltre allo stesso McGary sono infatti partiti Nik Stauskas, Glenn Robinson III, Jordan Morgan e Jon Horford, trasferitosi a Florida. Come possiamo notare la zona del campo rimasta maggiormente decimata è quella sotto le plance, dove i Wolverines dovranno affidarsi ai freshmen Kameron Chatman e Mark Donnal, con la difesa in pitturato che potrebbe negativamente subire le conseguenze di questa inesperienza. Dove Michigan dovrebbe invece continuare a regalare ottimo basket è senza dubbio nella metà campo offensiva, grazie ad un backcourt di assoluto livello con Derrick Walton, pronto alla conferma dopo un’ottima stagione da freshman, Zak Irvin e soprattutto il ritorno di Caris LaVert, già da molti dato come uno dei favoriti al titolo di giocatore dell’anno nella Big Ten. Beilein ha in mano una squadra che indubbiamente saprà regalare momenti di basket champagne, ma che dipenderà molto dallo sviluppo dei suoi giovani lunghi e dal contributo difensivo dell’intera squadra: con l’abilità di Beilein nel far esprimere al massimo il potenziale dei propri giocatori e il talento a disposizione di certo siamo di fronte ad una squadra magari non capace di un lungo viaggio al Torneo NCAA, ma indubbiamente molto insidiosa per chiunque su singola partita.

Terran Petteway, uno dei candidati a giocatore dell'anno nella Big Ten (foto espn.com)

Terran Petteway, uno dei candidati a giocatore dell’anno nella Big Ten (foto espn.com)

6) Nebraska Cornhuskers

Vera e propria squadra rivelazione della campagna 2013-2014, la Nebraska dell’ormai idolo delle folle Terran Petteway vuole confermarsi come una delle squadre più pericolose dell’intera conference. Proprio il ritorno di Petteway e Shavon Shields fa ben sperare i tifosi Cornhuskers e costituisce una parziale assicurazione su un’annata in arrivo quantomeno buona, ma se Nebraska si trova nel limbo del nostro power ranking è perché non è certo squadra priva di lacune: innanzitutto necessita di qualcuno che possa dare produzione offensiva oltre alle già citate due stelle e possibilmente tiro da fuori, ed in questo senso ci si attende un importante contributo da Walter Pitchford, migliore tiratore della squadra. Le difese della Big Ten quest’anno saranno naturalmente più concentrate sul duo Petteway-Shields e diventa quindi fondamentale l’aiuto da parte di altri elementi: potrebbe essere il caso di Tai Webster qualora dovesse mostrare i miglioramenti visti agli ultimi Mondiali con la Nuova Zelanda, ma la strada pare ancora lunga, soprattutto a livello di gestione dei possessi. Il già non imponente frontcourt ha poi dovuto fare i conti in off-season con l’infortunio al crociato di Leslee Smith e dovrà quindi puntare sul transfer da Georgetown Moses Ayegba e il freshman Jacob Hammond, due giocatori molto grezzi offensivamente e che costituiscono un passo indietro anche difensivo rispetto a Smith, fondamentale in quella parte del campo. Ripetersi ad alto livello non è facile nel college basket e se vorrà farlo Nebraska dovrà decisamente guadagnarselo.

7) Maryland Terrapins

Eccoci a Maryland che dalla ACC con furore arriva ad arricchire il ricco buffet della Big Ten. E’ stata una off-season piuttosto movimentata quella dei Terrapins che hanno visto trasferirsi 5 giocatori (Allen, Faust, Peters, Mitchell, Cleare) e hanno perso un sesto a causa di un arresto, ovvero il lungo Trayvon Reed che, lasciato a casa da Maryland, si unirà ad Auburn a dicembre. La stagione però si prospetta migliore di quella passata: per la squadra di Mark Turgeon torneranno infatti Dez Wells, Jake Layman e Evan Smotrycz ai quali si uniscono freshmen di alto livello come Melo Trimble e Dion Wiley. Proprio Trimble potrebbe essere fondamentale per allontanare Dez Wells dal gioco palla in mano (deleterio per la squadra) ed aiutare la qualità degli attacchi dei Terrapins. Tra i nuovi arrivi meritano di essere segnalati anche gli altri ottimi freshmen Jared Nickens e Michal Cekovski, un 7 piedi dotato di ottime mani, nonché il transfer da Carolina A&T Richaud Pack, realizzatore prolifico e soprattutto efficiente che dovrebbe rivelarsi utile alla causa da subito. Non mancano i punti interrogativi, con il ruolo di regista che non ha opzioni decenti all’infuori di Trimble, che rimane un freshman tutto da vedere, e un frontcourt che manca del tonnellaggio necessario per affrontare i migliori della nazione. Torneo NCAA alla portata, ma tutt’altro che scontato.

8) Minnesota Golden Gophers

Si è concluso positivamente il primo anno da head coach di Minnesota per Richard Pitino che ha guidato i suoi alla conquista del NIT e punta quest’anno ad arrivare al torneo NCAA. L’addio di Austin Hollins è importante a livello di punti, ma soprattutto per il suo contributo a rimbalzo ed in difesa. L’altro Hollins, Andre, ritorna invece dopo aver guidato la squadra per punti segnati la scorsa stagione e con lui anche l’ottimo play DeAndre Mathieu ai quali si unirà l’arrivo dell’ala Carlos Morris, anche lui ex giocatore di un Junior College come Mathieu. Il frontcourt potrà puntare su Joey King, Elliott Eliason e Maurice Walker, un trio non di fenomeni, ma efficace e capace di rendersi utile su ambo i lati del campo. La squadra manca un po’ di profondità e bisognerà vedere se Morris sarà una scommessa vinta o meno, ma con attenzione alle palle perse e un migliore lavoro a rimbalzo, il torneo NCAA è un obiettivo raggiungibile.

9) Illinois Fightin’ Illini

Sono usciti dal programma Bertrand e Ekey e in estate un infortunio al crociato ha fatto abbandonare la stagione anticipatamente a Tracy Abrams, tuttavia ci si aspetta una stagione in (leggera) ascesa per gli Illini: merito soprattutto dell’arrivo dei due transfer Ahmad Starks da Oregon St. e Aaron Cosby da Seton Hall, due giocatori da cui ci si aspettano punti, ma anche e soprattutto leadership. Da chi ci aspettiamo molto è di certo Kendrick Nunn, chiamato a fare la spalla a livello realizzativo di Rayvonte Rice. Il reparto lunghi richiederà probabilmente più pazienza e tempo, con il ritorno del solo Egwu e poi una serie di buoni/ottimi freshmen come Leron Black, Michael Finke e Cameron Liss. Sicuramente troveranno più spazio anche i sophomore Morgan e Hill, entrambi sotto i 10 minuti di utilizzo lo scorso anno. Il back court potrebbe guidare questa squadra a qualche vittoria importante, ma non mancano incertezze e lacune, specialmente in pitturato. Un lungo viaggio al NIT sarebbe già un buon risultato.

Yogi Ferrell (foto blacksportsonline.com)

Yogi Ferrell (foto blacksportsonline.com)

10) Indiana Hoosiers

Dopo un paio di annate di rinate speranze Indiana sembra essere tornata nella medicrità che spesso ha caratterizzato l’ “era Crean” e questa nuova stagione pare essere già partita male. Il posto di lavoro del coach è quanto mai in bilico, i giocatori sembrano non seguire quello che dovrebbe essere il loro mentore e l’incidente in macchina di Emmitt Holt e Devin Davis dopo una notte di bevute pare essere la ciliegina su una torta fatta di delusioni. Per poter tornare a sorridere ci sono Yogi Ferrell, il freshman e ottimo tiratore James Blackmon e la speranza che Mosquea-Perea metta finalmente in mostra il suo pieno potenziale. Un reparto guardie di buona qualità fa da contraltare a dei lunghi inadatti agli alti livelli a cui Indiana dovrebbe storicamente puntare. Qualche altro buon freshmen come Stanford Robinson o Robert Johnson lascia una luce in fondo al tunnel, resta da vedere se Indiana arriverà alla fine dello stesso e se Tom Crean è l’uomo adatto per guidarli a quel punto. Per adesso già andare al NIT sarebbe un passo in avanti.

11) Penn State Nittany Lions

La partenza di Tim Frazier potrebbe essere abbastanza per non fermarsi a vedere nemmeno 10 minuti di una gara di Penn St., ma in realtà la squadra non è terribile e potrebbe anche stupire qualcuno. A coprire il vuoto lasciato da Frazier ci sarà Geno Thorpe coadiutvato dal JUCO Devin Foster e da DJ Newbill, già messosi in mostra due anni fa come ottimo passatore durante un infortunio di Frazier. A ciò Penn aggiunge un frontcourt migliore rispetto alle proprie abitudini, guidato dal molto migliorato Brandon Taylor. La profondità della Big Ten non lascia grandi speranze, ma Penn St. potrebbe comunque togliersi qualche soddisfazione nel corso della stagione

12) Northwestern Wildcats

La squadra di Chris Collins viene da un’annata in cui l’indubbio tallone d’Achille è stato un attacco inguardabile e in questo senso potrebbe fare qualche passo in avanti grazie ai miglioramenti visti l’anno scorso da parte Alex Olah, l’arrivo del freshman Vic Law e la crescita di Tre Demps. Bisognerà vedere anche come il play Sobolewski farà girare la squadra, visto il continuo calo del suo Offensive Rating. Il torneo NCAA rimane una chimera, ma quantomeno si dovrebbe riuscire a vedere un basket leggermente più piacevole agli occhi.

13) Purdue Boilermakers

Tempi duri per Purdue che verosimilmente dovrà accontentarsi di veder crescere AJ Hammons, Kendall Stephens e Bryson Scott e affidarsi in regia all’inesperienza del freshman PJ Thompson. Con nove giocatori tra freshmen e sophomore e una difesa che con Painter è sempre stata traballante eccezion fatta per il periodo con JaJuan Johnson, si prospetta un’annata difficile: la speranza è che tutti i giocatori maturino molto in questa stagione e tornino per un 2015-2016 che li riveda competitivi.

14) Rutgers Scarlet Knights

Dopo un’annata da 5-13 all’interno della AAC giunge nella Big Ten la Rutgers di Eddie Jordan, con la speranza di mettere insieme un paio di vittorie che possano magari rovinare la festa in ottica NCAA a qualche squadra più quotata. Motivi di interesse rimangono solamente Myles Mack e l’ottimo Kadeem Jack. Per il resto fate 24 per gli anni senza torneo NCAA.