La storia ha un suo peso: è ancora presto perché Maryland possa spodestare MSU dall'elite della Big Ten  (fansided.com)

La storia ha un suo peso: è ancora presto perché Maryland possa spodestare MSU dall’elite della Big Ten (fansided.com)

Due le conferme delle semifinali odierne nel torneo della Big Ten: 1) Wisconsin può dominare la conference anche giocando un solo tempo al suo meglio 2) Izzo e la sua Michigan St. ogni anno a marzo possono battere chiunque nelle sfide dentro o fuori.

Michigan State-Maryland: 62-58

Sfida equilibrata doveva essere e così è stata quella tra MSU e Maryland: in realtà il primo tempo lascerebbe presagire una vittoria in controllo dei Terrapins, capaci di trovare con continuità sul perimetro Trimble e Smotrycz, mentre dall’altra parte gli Izzos sono tenuti a galla solo, e non è tanto per dire, da Dawson e Trice, autori di 22 dei 25 punti del primo tempo degli Spartans che chiudono la prima frazione sotto di 8 lunghezze. Il secondo tempo si apre con la tripla di Pack per il +11 Terrapins che sembra non essere il migliore dei segnali per Michigan State che però proprio in quel momento ribalta completamente la partita, tenendo a secco per oltre otto minuti gli avversari e mettendo a segno un parziale di 15-0. A 2:30 dal termine con le due squadre separate solo da un punto è però MSU a mostrare quello doti da “hustler” che tanto hanno fatto la fortuna del programma sotto la guida di Izzo: rimbalzi in attacco, palle rubate e liberi a segno come nelle migliori versioni passate degli Spartans e a quel punto nemmeno Maryland, solitamente ottima nei finali, può nulla. Rivisitando il titolo di una canzone del Wu-Tang Clan a marzo Izzo e i suoi “ain’t nothing to fuck with”.

Purdue-Wisconsin: 51-71

Dura un tempo il sogno di Purdue che chiude la prima frazione avanti di cinque punti, guidata da un A.J. Hammons magistrale da 10 punti, 5 rimbalzi e 3 stoppate: due di queste vedono vittima Frank Kaminsky che non riesce mai a trovare il ritmo partita e si ferma a quattro punti in tutto il primo tempo. La musica cambia però decisamente registro al rientro dagli spogliatoi: gli uomini di Bo Ryan salgono di colpi in difesa, costringendo Purdue a realizzare 6 canestri dal campo complessivi e letteralmente annullando un Hammons tenuto a 0 punti, con Kaminsky che restituisce con gli interessi le stoppate subite nei primi 20 minuti. Purdue regge il colpo fino a 10 minuti dalla fine portandosi sul -2, ma nei successivi 4 minuti un parziale di 13-0 chiude definitivamente i discorsi di una partita che aveva già preso evidentemente una piega diversa. Molto bene l’ormai certezza Bronson Koenig, autore di 14 dei suoi 19 punti nel secondo tempo, mentre il trio Dekker-Hayes-Kaminsky combina per 42 punti.