Peyton Siva, AP Photo

Peyton Siva, AP Photo

Louisville conferma i pronostici della vigilia e mantiene fede alla sua testa di serie numero 1 assoluta battendo Michigan in una delle finali più emozionanti degli ultimi anni nel panorama NCAA.

Cominciamo la nostra serie di dichiarazioni al termine della gara da coach Pitino, il quale dovrà mantenere la promessa di tatuarsi dopo questa vittoria (“La nostra più grande motivazione è stata quella di far tatuare il coach” ha scherzato il play Peyton Siva): “Ho avuto a disposizione i 13 ragazzi più duri che abbia mai allenato. Sono folgorato da come siano riusciti ad ottenere tutto questo.”

Comprensibilmente entusiasta anche il grande eroe di questo match, Luke Hancock, il primo giocatore eletto “Most Outstanding Player” della finale ad uscire dalla panchina: “Siamo stati coinvolti in una guerra contro una grande squadra come Michigan. Avevamo bisogno di una battaglia e lo abbiamo fatto per un paio di partite partendo in svantaggio. Dovevamo solo aspettare e piazzare un parziale.”

Una menzione anche per il grande ispiratore del successo dei Cardinals, la guardia Kevin Ware, che come contro Wichita State era in panchina in tenuta da gara a supportare i compagni, come ha sottolineato lui stesso una vera e propria famiglia: “Sono i miei fratelli. Hanno fatto il loro dovere, e io sono davvero molto, molto orgoglioso di loro.”

Diverso l’umore in casa Michigan, alla quale vanno fatti comunque i complimenti per aver dato vita ad una gara così intensa e combattuta. Il primo a parlare è stato il migliore dei Wolverines, Trey Burke, il quale ha evidenziato la caratura mentale della propria squadra: “Molte persone non si aspettavano che andassimo così lontano. Molte persone pensavano che non avremmo superato il secondo turno, ma abbiamo lottato e siamo arrivati fino a questo punto. Louisville però è stata la squadra migliore e alla fine ha meritato la vittoria.”

Ha parlato anche uno dei protagonisti più inaspettati del match, il playmaker di riserva di Michigan Spike Albrecht, che è ritornato sulla sua incredibile prova nel primo tempo: “E’ stato come tornare ai tempi del liceo. Il coach non fa giocare quelli con due falli nel primo tempo, così sapevo di dover rimanere in campo fino alla fine, e fortunatamente ho messo i miei tiri, i miei compagni mi hanno trovato nei modi giusti. Ecco tutto.”

Coach Beilein, AP Photo

Coach Beilein, AP Photo

Non si dice scontento nemmeno coach Beilein, che si gode il grande gruppo creato in questi anni ad Ann Arbour: “Ho avuto molte buone squadre nel corso degli anni, e diversi spogliatoi emozionanti, ma questo è quello più emozionante di tutti. L’unità di squadra, il sacrificio di cinque seniors che non hanno potuto giocare molto, fino a questi giovani ragazzi che hanno compreso il concetto di squadra.”  Non sono però mancati i rimpianti per una partita che sarebbe potuta anche concludersi coi suoi in trionfo: “Non è una bella sensazione. Ci sono alcune cose che avremmo potuto fare meglio, ma allo stesso tempo Louisville è una grande squadra. Non abbiamo visto questo tipo di velocità nell’eseguire da nessun’altra parte.”

Cala così il sipario su un anno di college basket molto equilibrato e molto divertente, ma che ritroveremo l’anno prossimo con altri temi e altre storie di futuri grandi campioni da vedere crescere.