Dal nostro corrispondente

VALPARAISO, Ind. – Anche per le squadre della Horizon League la stagione è ormai entrata ampiamente nel vivo, e tutto è quasi pronto per i primi impegni di conference, al via con il nuovo anno. Dopo la vetrina nazionale concessa a Valparaiso e Detroit nella “Hoops Marathon” di metà novembre, erano proprio Crusaders e Titans le due formazioni più attese in quest’avvio d’annata, visto il talento e le ambizioni che le pongono, perlomeno teoricamente, una spanna sopra le altre compagini della lega.

Ryan Broekhoff, sempre protagonista a Valpo (Foto Stephanie Dowell/Sun Times Media)

VALPO, DISCRETO AVVIO – Assistendo in prima persona a tutte le prime sei gare interne di Valparaiso (otto, se si considerano anche le due esibizioni prestagionali), la convinzione rimane quella di essere di fronte ad una squadra che, se comparata a quella già talentuosa della scorsa stagione, è riuscita a rafforzarsi ulteriormente, e perciò a legittimare con forza la propria candidatura a favorita numero uno della Horizon League. La presenza in squadra di ben sei senior — che, di fatto, rappresentano i sei primi uomini della rotazione — è già in sé una garanzia. Se poi a loro si aggiungono nuovi preziosi elementi rappresentati dalla stazza di Bobby Capobianco, l’atletismo di Jordan Coleman, la compattezza di Lavonte Dority, i centimetri di Vashil Fernandez, ed il tiro di Alex Rossi, si può ben capire come la fiducia attorno ai Crusaders sia, da queste parti, più alta che mai. Coach Drew, dopo aver tentennato di fronte alle proposte primaverili di Mississippi State, è di nuovo in sella, con un anno in più di esperienza che dannoso non gli sarà di certo. Un Bryce Drew che ha fatto di tutto per ottenere un calendario di partite in trasferta quasi proibitivo per i suoi. Saint Louis, New Mexico e Murray State sono alcune tra le squadre che hanno ospitato, o ospiteranno, i Crusaders. Ed è proprio dalle visite a Billikens e Lobos (oltre che da quella precedente a Nebraska) che sono scaturite le tre sconfitte sino ad ora subite da Valpo. Molto atteso era il confronto di domenica scorsa tra i due allenatori Drew e Steve Alford, entrambi con un passato da Indiana “Mr. Basketball” (ambitissimo premio riservato al miglior giocatore di high school dello stato) e da perfetti esemplari del classico giocatore proveniente dallo “State of The Game”.

Steve Alford, coach di New Mexico, vincente nella sfida contro Bryce Drew (Foto Ron Cheney/US Presswire)

Che poi dalla sfida dello storico “The Pit” di Albuquerque sia uscita vincitrice New Mexico, che si presentava alla palla a due da numero 18 dell’intera nazione, non è stato un fatto che ha suscitato grande stupore. Un po’ per l’appurata forza dei padroni di casa (10-0 il loro attuale record), un po’ per le difficoltà esibite fino ad ora in trasferta dai Crusaders, la cui unica vittoria esterna è stata quella fortunosa in Ohio contro Kent State del 18 novembre. L’australiano Ryan Broekhoff — appena nominato miglior giocatore di conference per la seconda settimana consecutiva — si sta confermando elemento di eccelso talento, che però deve ora fronteggiare un altro avversario, questa volta invisibile: la mononucleosi, diagnosticatagli una decina di giorni fa. Inoltre, da segnalare anche gli stenti dell’ex-Indiana Hoosier Bobby Capobianco, uscito per falli contro New Mexico dopo solo 14 minuti d’impiego, che è reduce da un’ernia inguinale operata chirurgicamente che ancora non gli sta consentendo di esprimersi al meglio. Il tutto, in attesa del debutto di Lavonte Dority, point guard lo scorso anno a South Florida e prodotto della vicina Chicago, che avverrà sabato sul campo di Missouri State, e di cui avremo modo di parlare più approfonditamente durante le prossime settimane. Dobbiamo infine ammettere che la sensazione che abbiamo provato ritrovando la squadra dopo la trasferta in New Mexico è stata di leggera tensione, soprattutto nell’atteggiamento di Bryce Drew, solitamente molto pacato nei suoi modi, ma che in questi giorni non sta risparmiando ai suoi incandescenti sfuriate. Le prossime due partite giocate sui campi di Missouri State e Oakland (Mich.) saranno fondamentali per capire quali possano essere le reali ambizioni dei Crusaders.

Ray MacCallum, leader dei Titans finora sempre sconfitti in trasferta (Foto Mike DiNovo/US Presswire)

DETROIT, TRASFERTE AMARE – I Titans, unica squadra targata Horizon League presente all’ultimo Torneo NCAA, sono l’altra formazione attesa da tutti ad una stagione ad alti livelli. Il loro cammino sin qui parla chiaro, ed è simile a quello di Valpo: 5 vittorie su 5 in casa, 4 sconfitte su 4 fuori. Tuttavia, il deludente record di trasferta può anche essere compreso, considerando che 3 delle 4 partite perse sono state disputate sui non facili campi di St. John’s, Miami (Fla.) e Pittsburgh (oltre che a Bowling Green, e qui la vittoria sarebbe stata più che auspicabile). I problemi maggiori di quest’inizio di stagione derivano dalla difesa, visto il 53,8% effettivo di media dal campo concesso agli avversari, mentre in attacco ci si può sempre affidare all’estro di MacCallum Jr., al momento re dei cannonieri della Horizon League con i suoi 19.2 punti a partita. Ma nonostante il non brillantissimo record accumulato sino ad ora, Detroit rimane squadra da non sottovalutare assolutamente. Basti ricordare come pure nella scorsa stagione i Titans avessero cominciato con il freno a mano tirato, per poi uscire allo scoperto ad inverno inoltrato, e finire poi in trionfo proprio qui all’Athletics-Recreation Center di Valparaiso.

Gary Talton, una delle chiavi dei sorprendenti Flames di UIC (Foto Horizon League Hoops)

CHICAGO ALLA RISCOSSA – Dopo una stagione passata da vere e proprie squadre-materasso, Loyola e University of Illinois at Chicago (UIC) stanno mettendo in mostra notevolissimi miglioramenti, ben riassunti dai record di entrambe le squadre (6-3 e 8-1, rispettivamente). Dopo aver assistito in prima persona all’ultima vittoria di UIC di sabato scorso contro Colorado State allo UIC Pavilion — partita, e giornata, della quale già ha detto tutto, e di più, il nostro amico/collega Andrea Beltrama (se non avete già letto la sua ultima rubrica, non dimenticate di farlo) — possiamo senza dubbio confermare come i Flames siano squadra totalmente diversa da quella vista lo scorso anno. Il capo allenatore Howard Moore sta puntando forte sulla difesa, diventata il vero punto di forza dei suoi, che ha tenuto gli avversari sotto l’asticella dei 50 punti segnati già in cinque occasioni. Una difesa che sin qui ha permesso loro di vincere 8 delle prime 9 uscite — un dato davvero strabiliante, se si pensa come lo stesso numero di vittorie sia stato accumulato nell’intera scorsa stagione. Oltre a Colorado State, altre vittime illustri di UIC sono state la rivale cittadina Northwestern, Iona e Mercer, con l’unica sconfitta subita su campo neutro contro New Mexico.

Sempre positivo Ben Averkamp, senior di Loyola (Foto Bloguin)

Pure Loyola, altra compagine della Windy City, sta sorprendendo in quest’avvio. La recente sconfitta ad East Lansing contro Michigan State era ovviamente da mettere in preventivo, ma non altrettanto il fatto che Loyola potesse essere addirittura in grado di chiudere in vantaggio il primo tempo (32-30, prima del definitivo 73-61 a favore dei Spartans). I frutti del lavoro di coach Porter Moser, ora al secondo anno, sono evidenti, e stanno completamente ribaltando i pronostici di inizio stagione che dipingevano i Ramblers come una delle peggiori squadre della conference (trattamento che, tra l’altro, è stato riservato anche a UIC). Gran parte del merito per il loro sin qui strabiliante inizio va al senior Ben Averkamp, reduce dall’egregia prestazione contro Michigan State (25 punti e 8 rimbalzi). Insomma, il vento nella Chicago della pallacanestro collegiale sembra finalmente essere cambiato, e la cosa non può che essere apprezzata dai vertici della Horizon League, il cui centro mediatico più importante rimane ovviamente la metropoli dell’Illinois, ancor più dopo la dipartita di Butler.

LE ALTRE – Con la sconfitta subita a Madison contro Wisconsin, Green Bay (3-6) è finalmente giunta al termine di un lungo e faticoso periodo che l’ha vista giocare 7 partite in trasferta su 8. Le cifre della stella Alec Brown, unico giocatore della nazione ad essere ritornato in campo dopo una stagione da almeno 13 punti, 8 rimbalzi e 3 stoppate di media, sono in leggero calo, mentre quelle del sophomore Keifer Sykes stanno compiendo il tragitto inverso (16 punti di media per lui, capocannoniere di squadra). Di sicuro, servirà una brusca inversione di marcia da parte dei Phoenix, se vorranno tener fede alle previsioni autunnali che li vedevano come terza forza della Horizon League. Ma la delusione più grande di questo primo mese stagionale è costituita da Milwaukee, squadra al momento con il peggior record tra le formazioni della conference (3-8). I Panthers, dopo essere stati sotterrati a Chicago da DePaul, hanno perso ancora malamente contro Fairfield, altra compagine tutt’altro che blasonata. Per finire, Youngstown State (6-4), dopo il buon avvio segnato dalle vittorie esterne contro George Washington, Georgia e Saint Francis ha rallentato, e si trova ora immischiata a metà classifica non lontana da Cleveland State e Wright State, appaiate assieme a Valparaiso e Loyola con 6 vittorie e 3 sconfitte.

HORIZON LEAGUE STANDINGS

UIC, 8-1

Wright State, 6-3

Loyola, 6-3

Valparaiso, 6-3

Cleveland State, 6-3

Youngstown State, 6-4

Detroit, 5-4

Green Bay, 3-6

Milwaukee, 3-8