Ron Baker, uomo copertina della MVC, riceve il premio di MVP al CBE Classic. Prima di molte soddisfazioni individuali e di squadra?

Ron Baker, volto da copertina della MVC, riceve il premio di MVP al CBE Classic. Prima di molte soddisfazioni individuali e di squadra? (bleacherreport.com)

La fine dell’anno è a poche ore di distanza e con essa giunge alle ultime battute anche il periodo riservato alle partite di non-conference, ricco antipasto in attesa dell’inizio delle ostilità all’interno delle singole conference. La Missouri Valley, orfana di Creighton, naturalmente non fa eccezione: vediamo quindi come si presentano ai nastri di partenza le 10 squadre che ne fanno parte, in base al record attuale.

Con la dipartita di Creighton per i lidi della rinnovatissima Big East la conference si ritrova con un trono vacante, dato che i Bluejays sono i campioni in carica della regular season e del torneo della MVC. Erede designata sembra essere Wichita State (13-0), seconda arrivata l’anno scorso all’interno della conference ma allo stesso tempo squadra giunta alle Final Four del torneo NCAA, impresa che sembra poter ripetere anche quest’anno dato che meglio non avrebbe potuto dare inizio alla propria stagione.

Gli Shockers di coach Gregg Marshall (che nella off-season ha ricevuto un meritato aumento di salario) hanno realizzato la miglior partenza nella storia del college del Kansas, raggiungendo le 13 vittorie senza alcuna sconfitta e ottenendo un posto nella top 10 del ranking per la prima volta dal 2006.

Leader di una squadra molto profonda (9 giocatori sopra i 13 minuti di utilizzo di media) è Cleanthony Early, miglior realizzatore e rimbalzista della squadra nonché leader difensivo, che, nella sua stagione da senior, sta colmando il vuoto lasciato dalla partenza di Carl Hall. Ottime notizie per Wichita giungono anche dal reparto guardie, che ha visto rispondere in maniera eccellente alle responsabilità loro assegnate i sophomore Ron Baker, giocatore che si sta mettendo sempre più in luce anche agli occhi degli scout NBA, dotato di efficienza straordinaria e con una eccellente capacità di crearsi il proprio tiro, e Fred VanVleet, vero organizzatore dell’attacco Shockers dopo la partenza di Malcolm Armstead.

Nelle prime 12 partite l’atletismo, il talento e la qualità in attacco e difesa sono stati troppo per gli avversari di Wichita, che ha ottenuto la sua vittoria più prestigiosa battendo in trasferta Saint Louis e si presenta all’inizio delle partite di conference con una serie di tre vittorie (scontato visto il record), la più sofferta contro Alabama, dove gli Shockers sono riusciti a mantenere il loro record intatto in buona parte per l’ottima prestazione dalla linea della carità, le ultime due contro North Carolina Central e Davidson, contro la quale sono serviti un Early da 24+10 e un secondo tempo da 26 liberi tentati per assicurarsi la vittoria.

C’è chi considera Wichita l’unica squadra nella nazione ad avere reali chance di chiudere la stagione regolare con un record illibato: traguardo improbabile, vista la storica competitività della MVC e l’equilibrio che regnò nella conference anche l’anno scorso.

Il futuro sembra molto luminoso per gli Shockers, che partono favoritissimi per la vittoria di conference e che potrebbero essere, di nuovo, protagonisti fino a marzo inoltrato.

Il debutto di conference sarà in trasferta contro la non irresistibile Southern Illinois il 2 Gennaio.

Missouri State (10-2) è al momento la seconda potenza della MVC: dopo 12 partite i Bears hanno già quasi pareggiato il numero di vittorie dell’anno scorso (11 complessive) e se le 10 vittorie sono giunte tendenzialmente contro squadre non irresistibili (buona però la vittoria contro Texas A&M) è anche vero che le 2 sconfitte sono arrivate per mano di due squadre del valore di Virginia e Louisville, peccato solo che siano giunte con un deficit complessivo di 50 punti. I comunque evidenti miglioramenti non sono però del tutto inaspettati: la squadra ha cura della palla e buone percentuali da dietro l’arco, Marcus Marshall, freshman dell’anno la passata stagione, è tornato a confermare le cose buone viste l’anno scorso ed è il miglior realizzatore del team. Notevole importanza hanno poi la presenza dei due senior Pickens e Gulley, che l’anno scorso non poterono incidere a causa degli infortuni , e l’ apporto del rookie Ruder, vera minaccia dietro la linea dei tre punti. Dopo la batosta subita contro Louisville i Bears hanno vinto due partite consecutive contro Alabama A&M, dove Pickens ha dominato con un career high di 15 rimbalzi, e Southeast Missouri, partita che ha avuto dell’incredibile nel suo svolgimento: contro la squadra con cui ha avuto più sfide nella sua storia, 143, Missouri State ha presto preso il controllo del gioco, toccando il +20 a 13 minuti dal termine. A quel punto sono arrivati i primi segni di risveglio da parte di SE Missouri che in un turbinio di palle recuperate, stoppate e rimbalzi offensivi si è portata in parità con un jumper di Jaerakious Bradley (26 punti) a 4 secondi dal termine ed è qui che Dorrian Williams, che fino ad allora aveva segnato un punto su tiro libero e in stagione tira col 33% da tre, ha consegnato la vittoria a Missouri State con un improbabile buzzer beater.

Debutto di conference in casa contro Illinois State; probabile un calo nella percentuale di vittorie durante la stagione di conference, dove i Bears potrebbero perdere un paio di posizioni rispetto alla situazione attuale.

Con un record di 9 vittorie e 3 sconfitte troviamo Drake e Indiana State.

 

Jake Odum, classico giocatore il cui valore va oltre le, peraltro ottime, statistiche

Jake Odum, classico giocatore il cui valore va oltre le, peraltro ottime, statistiche (rushthecourt.net)

I Sycamores hanno ritrovato tutti i loro giocatori dello scorso anno eccezion fatta per RJ Mahurin, trasferitosi a Indiana Wesleyan per giocare col fratello più giovane. Se offensivamente la squadra ha dato notevoli segni di miglioramento rispetto allo scorso anno, con enormi passi in avanti da parte del junior Justin Gant, la solita consistenza da parte di Jake Odum e Mangisto Arop (Manny per gli amici) e percentuali al tiro che la pongono ai piani alti della Division I, dall’altra a livello difensivo i progressi sono stati altalenanti, con alcune buone prestazioni difensive, come nell’importante vittoria a South Bend contro Notre Dame o nella partita contro Eastern Illinois, ma anche inaccettabili blackout come in occasione dei 63 punti subiti nel secondo tempo della prima partita (persa, seppur di un solo punto) contro Belmont ad inizio stagione. Proprio contro i Bears Indiana State ha chiuso la sua serie di partire di non-conference, questa volta con una prestazione difensiva di gran lunga migliore, che ha permesso ai Sycamores di pareggiare i conti.

Dopo 30 minuti di sostanziale equilibrio è stato Jake Odum a caricarsi sulle spalle l’attacco dei Sycamores, mettendo a referto 13 punti con continui viaggi in lunetta, nel parziale di 24 a 13 che ha segnato la partita a favore della squadra di casa.

Ma è soprattutto in difesa che è cambiato molto rispetto al primo incontro tra le due squadre: Indiana State ha costretto i Bears a 18 palle perse, limitando le percentuali dal campo degli avversari nel secondo tempo e soprattutto salendo di colpi in difesa nei momenti di maggior necessità, come nel caso della stoppata di Arop su tiro da tre di Windler che poteva riportare a -5 gli uomini di Rick Byrd a 2 minuti dal termine; al resto hanno poi pensato un attacco equilibrato ed efficace (5 uomini in doppia cifra) e il solito asse di tuttofare Odum-Arop. L’impressione è che, qualora riescano a mentenere alta l’attenzione in difesa e in generale una maggiore continuità per 40 minuti su entrambi i lati del campo, i ragazzi di Greg Lansing siano l’unica possibile alternativa a Wichita State all’interno della MVC. Il debutto nella conference sarà in casa contro Loyola (IL), prima di due trasferte contro Evansville e Drake.

Proprio dei Bulldogs parliamo ora, forse la squadra che più di tutte ha superato le aspettative pre-stagionali fino a questo punto. Con l’addio a 4 dei migliori 6 realizzatori della scorsa stagione si credeva che la squadra, arrivata settima l’anno scorso all’interno della MVC, non potesse che subire qualche contraccolpo e fare dei passi indietro. Invece sono già 8 le vittorie per la squadra ora allenata da Ray Giacoletti, assistente di Mark Few a Gonzaga fino all’anno scorso. Sebbene i Bulldogs abbiano perso le 3 partite più difficili del loro calendario, seppur senza sfigurare, il loro rimane un inizio di stagione che in pochi avrebbero predetto.

La squadra, che può contare anche sull’apporto di due giocatori europei, il centro Jensen (Danimarca) e la guardia Caird (Inghilterra), deve la sua partenza innanzitutto ai miglioramenti a rimbalzo e in difesa: prima nella conference per palle rubate, Drake ha tenuto tutti i suoi avversari sotto la loro media stagionale per punti segnati e ha vinto la sfida a rimbalzo in 9 occasioni che hanno portato ad altrettante vittorie. Importante il salto di qualità fatto da Richard Carter che, caricato per ovvi motivi di maggiori responsabilità, ha sostanzialmente raddoppiato molti dei suoi numeri e, oltre a guidare la squadra con quasi 20 punti a partita, è anche il leader della MVC per palloni rubati, in una stagione che potrebbe vederlo serio candidato a giocatore dell’anno all’interno della conference. Una batosta non indifferente è arrivata con l’infortunio al piede di Gary Ricks Jr. Il play, che viaggiava con un assist to turnover ratio di 3.6 e tirava con percentuali stellari, ha così visto concludersi la sua stagione prima della partita contro New Mexico State. Fondamentale, per sopperire a tale novità, è stata l’addizione di Jordan Daniels, col transfer da Boston College che è stato reso elegibile proprio in concomitanza con l’infortunio di Ricks e si è subito messo in mostra positivamente, dimostrando di poter guidare ottimamente l’attacco Bulldogs. Dopo aver iniziato dicembre con due sconfitte in 3 partite (contro Iowa e New Mexico State), Drake ha terminato l’anno con tre vittorie: la prima in un thriller contro Western Michigan in cui ci sono stati 22 cambi di fronte, le ultime contro le non irresistibili Albany e IUPUI.

Proseguendo nel nostro cammino troviamo Illinois State (7-5), squadra che ha iniziato la stagione con un volto completamente nuovo, dovendo dare l’addio sostanzialmente a tutta la squadra dell’anno scorso (10 i giocatori usciti dal programma) con il ritorno del solo Nick Zeisloft. Squadra quindi formata pressochè completamente da JuCo transfers e freshman, i Redbirds, dopo un inizio stentato, sono giunti agli onori della cronaca per l’upset dell’allora numero 25 del ranking Dayton, vittoria che rimane di valore nonostante Flyers sembrino più un bubble team che non una squadra da top 25.

A differenza della partita contro Dayton, dove tirarono col 50% dal campo e il 40% da tre, i Redbirds sono una delle peggiori squadre della nazione per percentuali al tiro, con Daishon Knight quale loro miglior realizzatore, con meno di 15 punti a partita e a malapena il 40% dal campo. Il talento c’è ma è grezzo, la stagione sarà lunga e verosimilmente senza una post-season di alcun tipo ma la squadra ha dimostrato una sinistra capacità di saper portare a casa le partite più equilibrate, come dimostrato proprio nell’ultima partita di non-conference contro DePaul: con la partita in parità a 5 minuti dalla fine, i Redbird, che nel match tiravano col 30% scarso dal campo e il 19% da tre, hanno trovato il modo di causare palle perse agli avversari e andare con continuità in lunetta dove sono stati pressoché impeccabili, vincendo 69-64 e portando così a casa la quarta vittoria (su 7) con uno scarto pari o inferiore ai 6 punti. Per loro difficile debutto nella conference, ma forse rivelatore delle vere potenzialità della squadra, il 2 gennaio a casa di Missouri State.

 

D.J. Balentine, top scorer della MVC

D.J. Balentine, top scorer della MVC (Travis Heying/The Wichita Eagle)

Con Evansville (7-6) arriviamo alla seconda metà della MVC, la squadra del top scorer della Missouri Valley, il sophomore D.J. Balentine, è una squadra giovanissima con 6 freshman tra le 13 scolarship assegnate, un quintetto composto da tre freshman e due sophomore e che ha dovuto subire l’addio di Colt Ryan alla fine della scorsa stagione. Alti e bassi erano quindi prevedibili e se la partenza sembrava lasciar ben sperare, con 5 vittorie consecutive, è poi arrivato un calo inevitabile viste le molte trasferte (4 in due settimane contro Indiana,Ohio, Murray State e Xavier conclusesi in altrettante sconfitte più o meno pesanti) e quindi una serie di 6 sconfitte nelle ultime 9 partite. Negli ultimi due impegni di non conference si sono avuti però segnali positivi: prima con una partita contro Butler in cui, guidati dai 26 punti di Balentine e 15 rimbalzi di Mockevicius, gli Aces hanno tenuto testa alla squadra dell’Indiana fino a 7 minuti dal termine, segnale importante dopo la pessima sconfitta contro Jackson State; poi, nell’ultima partita, il ritorno alla vittoria, dopo tre settimane di digiuno, sbrigando la facile pratica Grambling State.

Finora Balentine,Mockevicius e Gipson non hanno deluso le aspettative, anche se quest’ultimo dovrebbe limitare le palle perse, ma per un salto di qualità è necessario qualcuno che salga di livello in alcuni aspetti del gioco, per dare maggiore profondità a una squadra che offensivamente è pressoché nulla dietro a Balentine e anche sotto le plance poggia quasi totalmente sulle spalle di Mockevicius. Gli Aces sono nel complesso una squadra ampiamente in costruzione ma con un futuro probabilmente da squadra d’elite della MVC entro 1 o 2 anni.

Il calendario propone subito una prova interessante per i ragazzi di coach Marty Simmons, con una trasferta a casa di Drake.

Northern Iowa (6-6) è una squadra da cui forse ci sarebbe aspettati un record migliore, ma a parziale difesa dei Panthers va detto che in queste prime 12 partite hanno dovuto affrontare probabilmente il calendario più ostico tra tutte le squadre della MVC, con trasferte a Ohio, Milwaukee e Virginia e sfide su campo neutro con Maryland e Iowa State, tutte partite che hanno visto i Panthers uscire sconfitti. UNI, come l’anno scorso, rimane una delle peggiori squadre nella nazione a rimbalzo offensivo e non più confortante è la situazione al tiro da 3, dove pure arrivano molte delle conclusioni dei ragazzi di Ben Jacobson. Non tutto però è da buttare: la coppia di lunghi Buss-Tuttle è sempre più in sintonia, la rotazione è una delle più profonde della conference e al momento ancora nessuno è uscito vittorioso dal McLeod Center . Nelle ultime tre partite importante vittoria casalinga contro VCU, in cui un quasi perfetto Nate Buss, uscendo dalla panchina come al solito, ha guidato la squadra con 16 punti e 7/8 al tiro, partita controllata dai Panthers per tutto il secondo tempo nonostante le 16 palle perse, raggiungendo per la prima volta in stagione le due vittorie consecutive. Meno bene è andata contro Virginia dove una doppia doppia da 14+11 di Seth Tuttle non è bastata a Northern Iowa, che contro l’ottima difesa dei Cavaliers ha tirato col 31% e commesso 13 turnover a fronte di soli 3 assist. La vittoria è tornata contro Iona, in una partita iniziata come un three-point shootout i Panthers hanno ritrovato la vena realizzativa dietro l’arco che mancava dalla partita contro Loyola Marymount, non a caso un’altra vittoria. Nel secondo tempo UNI ha tenuto a soli 4 punti gli avversari per i primi 10 minuti di gioco, mettendo a segno un parziale di 19-4, guidato dai soliti sospetti Deon Mitchell e Nate Buss, che ha segnato la partita, vista anche l’uscita anticipata per falli dell’ happy-go-lucky shooter Sean Armand che aveva riportato a contatto Iona, che però non si è mai avvicinata a meno di 6 punti.

Ottima prova anche per Tuttle autore di una prestazione da 11+15+6 con 4 rimbalzi offensivi che, con i 7 catturati contro Virginia, ammontano per un totale di 11 rimbalzi d’attacco nelle ultime 2 partite contro i 13 conquistati nelle 10 precedenti, scontato che molto della stagione di UNI passi anche da qui. Altro punto cardine sarà l’organizzazione dell’attacco: contro Iona, grazie anche alla difesa libertina dei Gaels, si è visto tutto il potenziale offensivo della squadra; in questo senso, contro difese più ostiche, sarà necessaria la maturazione del play Wes Washpun, col transfer da Tennesse che dovrà trovare con più continuità i compagni sul penetra e scarica, e fondamentale sarà far passare la palla tra le mani di Tuttle che dal post si è già dimostrato un eccellente passatore.

La stagione di conference dovrebbe risultare migliore di quanto non lasci intuire l’attuale record, anche se i Panthers potranno essere più ambiziosi l’anno prossimo con il verosimile ritorno dell’intera squadra, data la mancanza di senior nella rotazione di questa stagione.

Debutto casalingo contro Bradley il primo dell’anno.

Proseguendo verso i piani bassi, quasi la cantina, della classifica, troviamo il volto nuovo della MVC: Loyola (IL) (5-7). I Ramblers, che peraltro da qualche parte hanno un titolo NCAA, vinto nel 1963, per il quale proprio quest’anno, in occasione dei 50 anni dall’impresa, i membri ancora in vita sono stati onorati dal presidente Obama, che in Illinois c’è cresciuto, si sono uniti alla compagine della MVC dopo anni nella Horizon. Se attualmente la sostituzione di Creighton con Loyola può non sembrare propriamente paritaria va anche ricordata la giovane età della squadra, composta per lo più da sophomore, che sta ricostruendo dopo un 2011-2012, il primo anno di Porter Moser da HC, disastroso, con sole sette vittorie complessive. Loyola arriva alle partite di conference dopo oltre una settimana di riposo seguita a due sconfitte consecutive contro Northern Illinois e Fordham. Il record attuale e le avversarie affrontate, forse il calendario più facile tra tutte le squadre della Missouri Valley, parlano chiaro per quello che è il presente dei Ramblers, ma Milton Doyle potrebbe essere il freshman dell’anno e buoni miglioramenti si sono visti da parte del backcourt di sophomore White-O’Leary, per una squadra che l’anno prossimo potrebbe tornare ad avere un record positivo, impresa decisamente più difficile quest’anno. Ballo delle debuttanti scomodo l’1 gennaio a casa di Indiana State.

Al penultimo posto ecco Bradley (5-8), forse la peggior squadra al momento. Dopo 4 vittorie iniziali i Braves hanno inanellato 8 sconfitte nelle successive 9 partite e arrivano alle gare di conference con un dicembre che li ha visti affrontare 6 squadre ottenendo altrettante sconfitte. L’ultima di queste non memorabili prestazioni è giunta contro USF, partita che Bradley guidava fino a 5 minuti dal termine ma che tra liberi sbagliati, palle perse e layup fuori misura è riuscita a perdere per concludere un dicembre perfetto, in negativo. A differenza di squadre come Evansville e Loyola è difficile anche prospettare un roseo futuro ai Braves visto che 28 dei 66 punti di media arrivano dai senior Lemon Jr. e Pickett e il terzo realizzatore, il sophomore Omari Grier, è tiratore da 33%. Quantomeno la squadra si distingue per concedere agli avversari una delle percentuali più basse nella nazione per tiri da fuori, statistica però in gran parte falsata dai numeri di alcune squadre, pessime, che hanno sparacchiato contro i Braves.

Ultima tappa del nostro viaggio sono i Southern Illinois Salukis (4-9), per ora fanalino di coda, come alla fine dello scorso anno. I Salukis sono però squadra alla ricerca di un volto nuovo: dopo la disastrosa campagna 2011-2012, che li vide vincere 8 partite nell’ultimo anno sotto la guida di Chris Lowery, con il quale nei primi tre anni la squadra viaggiava sempre ai piani alti della MVC e non solo, Southern Illinois è passata al comando di Barry Hinson che l’anno scorso, nonostante l’ultimo posto nella MVC, ha portato i Salukis ad un miglioramento di 6 partite nel computo delle vittorie.

 

Barry Hinson ci ricorda che in fondo siamo tutti dei mama's boys

Barry Hinson ci ricorda che in fondo siamo tutti dei mama’s boys (sports.yahoo.com)

Un ulteriore passo in avanti non si è però ancora visto in questa stagione e allora eccoci al momento clou dell’ anno per Southern Illinois: la ramanzina, in realtà più lo sfogo di un allenatore esasperato, di coach Hinson alla sua squadra, nessuno escluso, nella conferenza stampa successiva alla sconfitta, l’ottava in dieci partite, contro Murray State. Il tutto, finito su ESPN e quindi con risonanza quantomeno nazionale, ha portato a dibattiti sui modi di Hinson, che personalmente ho trovato piuttosto divertenti e in fin dei conti pacati, e a un tweet piccato da parte del centro senior Davante Drinkard, che si è riferito al proprio allenatore come “that little man” dopo che Hinson aveva definito i suoi giocatori “a bunch of mama’s boys” incapaci di fare finte di tiro di cui sarebbe stata capace persino sua moglie. Il risultato? Due vittorie consecutive, prima di un’altra sconfitta, contro Miami (OH), con palle perse e stoppate subite nell’ultimo e decisivo minuto di gioco. Questa volta però il povero Hinson ha altro a cui pensare, vista l’assenza dal campo per la morte del genero. L’obiettivo è provare a non chiudere la stagione di conference all’ultimo posto, magari con più di 5 vittorie, numero costante nelle ultime 3 annate. Peccato per il debutto contro Wichita State. E’ la dura vita delle mid-major.