Kentucky-Kansas sarà il national championship del 2012, e come per le 2 semifinali si tratta di un rematch di una gara già giocata nel corso della stagione. Una sfida tra i due programmi più vincenti del college basket, tra due dei finalisti del Naismith Award 2012, e tra due coach dalle filosofie di gioco e professionali molto diverse. Lunedì notte gli occhi di tutto il paese saranno su New Orleans, dove John Calipari tenterà di conquistare il primo titolo di una carriera prestigiosa, anche se caratterizzata da luci ed ombre, mentre Self proverà a portare a casa il secondo titolo dopo quello del 2008. Il tasso di talento in gioco, sia fisico che tecnico, sarà molto alto con ben 6 potenziali candidati al primo giro del prossimo draft e 3 da top 5 (Davis, Kidd-Gilchrist e Robinson).

LE SQUADRE

Nella gara di sabato Kentucky ha avuto la meglio su Louisville a fatica, anche per la serata difficile di Kidd-Gilchrist e Jones, specie nel primo tempo. Anthony Davis ha però sciorinato una prestazione totale, praticamente oscurando il canestro ai ragazzi di Pitino e dominando in entrambi i lati del campo. Impressionanti sono stati i progressi messi in luce sul piano tecnico dal talento di Chicago, soprattutto sul piano della tecnica dal post basso, dove ha mostrato un gancio difficile da arrestare. Altro giocatore estremamente progredito è sicuramente Teague, che ha tagliato a fette la difesa di Pitino, specie nel primo tempo, dimostrandosi in grande crescita e pronto anche in un momento fondamentale della stagione. Darius Miller ha chiuso la contesa mettendo la bomba decisiva con meno di 2 minuti sul cronometro, dimostrandosi come sempre giocatore fondamentale negli equilibri della squadra. In questa finale sono però attesi al pronto riscatto i due assenti di sabato, che hanno dato segni di risveglio solo nel finale.

Kansas ha vinto sul filo di lana una partita bellissima ed intensa contro Ohio State, conclusasi con uno scarto di soli 2 punti. Taylor e Robinson hanno sofferto nel primo tempo, per poi svegliarsi nella ripresa propiziando la rimonta vincente. In questo senso sono stati fondamentali i due “gregari di lusso” Elijah Johnson e Travis Releford, sia in difesa che in attacco, dove hanno messo canestri di importanza capitale. L’esempio di questi due ragazzi che nelle scorse stagioni erano ai margini della rotazione, è esemplificativo del salto di qualità fatto da tutto l’organico di Self, che ha portato in dote una finale nazionale oltre ogni più rosea aspettativa.

I COACH

Bill Self e John Calipari si sono già trovati l’uno di fronte all’altro in finale, era l’anno 2008 e al tempo il paisà era alla guida di Memphis, che aveva come stella un certo Derrick Rose. Mario Chalmers segnò un’incredibile tripla a 3 secondi dallo scadere per mandare l’incontro ai supplementari, dove a spuntarla furono proprio i Jayhawks di Self. Per Calipari quella di Lunedì è una grande occasione di rivalsa, forte di un roster e di un gruppo mai così carico di talento, personalità e fisico. D’altro canto Bill Self ha raggiunto la finale con un gruppo ridotto all’osso, forse la versione di Kansas meno profonda e talentuosa della sua gestione, capitalizzando al massimo la strepitosa stagione di Thomas Robinson. Pertanto non è da escludere che il coach abbia in serbo qualche sorpresa per il rivale, anche stavolta.

Self e Calipari, un confronto che ricorda sul piano tecnico e umano quello della semifinale tra Kentucky e Louisville sul piano della diversità dei coach, senza tuttavia le implicazioni personali della sfida precedente. Per gli appassionati di college è una sfida tra modi di concepire il ruolo di coach NCAA, l’insegnante, il tecnico, il maestro, contro il motivatore, il reclutatore che punta a lanciare giovani talenti one and done.

LA CHIAVE

Thomas Robinson ha l’atletismo e la tecnica per combattere ad armi pari con la frontline terribile di Kentucky, ma in difesa dovrà stare attento a non cadere preda di falli stupidi troppo presto. Whitey ha centimetri ed intimidazione per poter provare a limitare Davis, come dimostrato nel corso della stagione e del torneo. Teague e Tayshawn Taylor condividono la tendenza al genio e alla sregolatezza, compensandosi in maniera piuttosto equilibrata. In questo senso la chiave tattica dell’incontro potrebbe essere Kidd-Gilchrist, stante il fatto che Self non sembra avere un uomo a disposizione in grado di accoppiarsi singolarmente col talento di Kentucky. L’importanza del ritmo in questa partita sarà relativa, visto che Kansas ha le armi per poter giocare anche a rincorrere Kentucky sul terreno della velocità e dell’intensità, stando attenta però alla profondità dell’organico.

Le rotazioni di Kansas sono infatti piuttosto ridotte rispetto a quelle dei rivali, e per questo i ragazzi di Self sono più esposti ai problemi di falli e potrebbero soffrire nel finale dell’incontro. Un occhio di riguardo va infine dato a Johnson, che nella sfida con Ohio State è stato fondamentale nel recupero vincente, con un contributo fondamentale di esperienza e personalità.