Kentucky vs Florida, era decisamente il match che tutti aspettavano: lo attendevano i tifosi per assistere a quanto di meglio la SouthEastern Conference può proporre da diversi anni e lo attendevano praticamente tutte le altre squadre ben conscie che i Wildcats potevano essere l’unica squadra capace di fermare la inarrestabile corsa dei Gators verso il titolo di conference.

Florida (12-0) si era preparata nel migliore dei modi allo scontro clou di sabato, andando a violare per 67 a 56 un campo tradizionalmente ostico ai ragazzi di Billy Donovan come quello di Tennessee (6-6), parquet sul quale sono usciti battuti in 8 delle ultime 9 apparizioni. Nonostante il primo tempo superlativo dei Volunteers, 62,5% dal campo, i Gators non si sono persi d’animo e facendo quadrato attorno ad una difesa granitica nel secondo parziale hanno prima recuperato e poi allungato, quasi esclusivamente per merito delle guardie, infatti Wilbekin, Frazier e Walker hanno messo a segno 46 dei 67 punti finali dei Gators. Anche Kentucky (9-3) era attesa per il turno infrasettimanale ad una trasferta che nella realtà si è dimostrata ben più ardua del previsto; infatti Auburn (4-8) è restata alle costole dei Blues fino a 8′ dalla conclusione quando un parziale di 10-1 ha creato il divario decisivo fino al 64 a 56 finale. Con 26 punti Chris Denson, top scorer dsella SEC, è risultato il migliore marcatore della serata, purtroppo è stato l’unico Tigers che si è trovato a contrastare il solito lavoro di squadra dei Wildcats e dei suoi quattro uomini in doppia figura. Con questi due successi esterni le due squadre si presentavano dunque alla Rupp Arena in un match impronosticabile. I primi 20′ sono una alternanza di vantaggi da una e dall’altra parte, alla scarsa vena nel tiro da tre punti dei Gators, un solo bersaglio nei primi undici tentativi, fanno concorrenza le diverse palle perse dei Wildcats, ben 9 alla prima sirena, fattori che non permettono a nessuna delle due squadre di allungare in modo significativo. Ma il secondo tempo è tutta un’altra storia:  Scottie Wilbekin e Casey Prather cominciano a centrare il canestro a ripetizione, sarenno 23  e 24 punti rispettivamente il bottino finale dei due, conducendo Florida ad un successo per 69 a 59 che corrisponde anche alla terza sconfitta casalinga nel quinquiennio della gestione Calipari, consegnando al contrario la quarta vittoria nei 22 viaggi a Lexington di Billy Donovan

Giusto segnalare il doppio successo di South Carolina (3-9) dopo ben 7 sconfitte consecutive; a fare le spese di questa impennata di orgoglio dei Gamecocks, evidentemente tuttaltro che rassegnati al ruolo di fanalino di coda della conference sono  state Vanderbilt (6-6) battuta per 65 a 59 e Alabama (4-8) sconfitta per 67 a 66 in un finale thrilling . Successi maturati entrambi nella ripresa grazie ad una difesa finalmente efficacie capace di concedere solo 8 canestri dal campo ai Commodores e soli 23 punti ai Tides, ma anche ad un attacco guidato da Sindarius Thorwell e Brenton Williams autori in coppia di più della metà dei punti di South Carolina.

Earnest Ross (Missouri) e Antonio Burton (Tennessee) AP Photo

Earnest Ross (Missouri) e Antonio Burton (Tennessee) AP Photo

Georgia (8-4) e Ole Miss (7-5) arrivavano allo scontro diretto per designare la terza forza della SEC con stati d’animo diametralmente opposti: i Bulldogs con il morale alle stelle per le tre vittorie consecutive, l’ultima nettissima contro Mississippi State (3-9) per 75 a 55, i Rebels in un momento decisamente storto con 3 sconfitte nelle ultime quattro uscite di cui l’ultima in trasferta contro Alabama per 67 a 64. E anche in questo match il trend non è stato sovvertito con i Bulldogs che hanno esteso la loro striscia vincente a quattro grazie al successo per 61 a 60, maturato nei 33″ finali grazie ad una tripla di Kenny Gaines e ad un libero di Charles Mann dopo che Jarvis Summers aveva fissato il parziale sul 60 a 57 per Ole Miss.

Missouri (6-6) era attesa da quattro giorni di fuoco in cui affrontava Arkansas (5-7) e Tennessee per alimentare quelle piccole speranze di postseason che restavano ad una squadra tradizionalmente abbonata alla March Madness. Da batticuore lo scontro contro i Razorbacks risolto da Jabari Brown con un layup a 11″ dalla sirena che ha portato il sorpasso decisivo per l’86 a 85 conclusivo dopo che Arkansas aveva chiuso positivamente una rimonta di 8 punti negli ultimi quattro giri di lancetta giungendo anche all’effimero sorpasso. Nello scontro fra due delle squadre simbolo del basket di questa zona degli States, Mizzou e Tennessee hanno dato vita ad una partita vibrante ricca di giocate super e con individualità di spicco; ma mentre i Vols hanno evidenziato uno splendido Jordan McRae autore di 31 punti, i Tigers hanno risposto con il solito terzetto delle meraviglie Brown, Clarkson e Ross ma che hanno trovato punti nei momenti chiave anche da alcuni comprimari come Jonathan Williams e Torren James che hanno condotto Missouri al successo per 75 a 70.

Molto simili erano per motivazioni e classifica gli incontri fra Texas A&M (5-7) e Vanderbilt e Louisiana State (6-6) e Arkansas ovvero squadre alloa ricerca di corroboranti vittorie che facciano morale ma soprattutto classifica in vista del prossimo torneo di conference, ultima chiamata per impressionare i grandi saggi del “selection sunday”. Nella partita di Nashville gli Aggies hanno guidato per 39′ consecutivi senza permettere mai ai Commodores il sorpasso ma un jumper allo scadere di Rod Odom forzava il match all’overtime. Nei prolungamenti poi era Vandy a prendere il comando delle operazioni e a gioire quando Jamal Jones veniva colto in un fallo in attacco che impediva ai texani di provare la tripla del riaggancio lasciando il finale sul 57 a 54. Anche nel secondo incontro la squadra che aveva comandato per la maggior parte dell’incontro, ovvero LSU, è restata al termine con un pugno di mosche in mano; infatti il primo riaggancio dei Razorbacks  è avvenuto soltanto a metè ripresa. Ma in questo caso il successivo parziale di 12-2 metteva Arkansas avanti di 10 punti, per il visibilio dei 18000 della Bud Walton Arena e del super tifoso dei Razorbacks Bill Clinton che potevano festeggiare alla sirena il successo per 81 a 70 del proprio college.