Ciao ragazzi,

il metodo preferito da Di Giulio per meditare con un buon caffè

il metodo preferito da Di Giulio per meditare con un buon caffè

i miei amici di DailyBasket mi hanno chiesto di fare un piccolo blog dove poter raccontare le mie mille storielle simpatiche che sono accadute nella mia carriera sportiva (che spero non finisca con questa rubrica!).

Non pensate che ora mi sia dato alla letteratura, anzi è solo una conseguenza naturale nel mettere per iscritto cose e fatti che racconto agli amici da una vita per far sorridere chi mi sta accanto, in primis i miei compagni. Una squadra sorridente è sempre meglio di una triste!

Oggi ho deciso di raccontarvi il mio esordio in coppa Italia nel 1996 a Treviso contro la Benetton di D’Antoni. Forse non si tratta del vero mio esordio, però io lo considero tale perché per esordio intendo giocare una partita vera e dare il mio apporto e non entrare 10 secondi per sbaglio!

Anche se 10 secondi possono essere importanti come dico sempre ai miei figli: dieci secondi possono cambiare una vita sportiva o in generale.

Può arrivare un assist vincente da depositare in rete come dico a Ely, che gioca a calcio nelle giovanili dell’Inter, o lo scarico ideale per un tiro piazzato comodo che bisogna mettere a tutti i costi come dico a Jona, che invece si è dato al basket come papà.

Bisogna farsi trovare pronti perché per i più fortunati il treno passa una volta, per pochi passa una seconda volta, e a quel punto non si parla più di treno della fortuna ma de “bucio de culo” come si dice a Roma!

Non vi parlerò di punti o della prestazione ma del ricordo più chiaro che porto nel mio cuore, cioè la psicologia del mio coach Dado Lombardi,personaggio amato o odiato senza mezze misure” ma che per me è la persona che ha fatto passare il mio treno e che spesso è al centro delle mie storielle, viste le quantità industriali di perle che regalava.

Veniamo al sodo: durante la settimana di preparazione alla partita contro la Benetton si erano infortunati parecchi giocatori e come cambio dei lunghi erano rimasti il dottor Ezio Giani, Andrea Lanzi (che però non gradiva il ruolo essendo lui un grandissimo tiratore) fisioterapista storico di Cantù e posso dire uno dei pochi amici veri che ho, ed il sottoscritto.

Io nella mia testa sapevo che sarebbe arrivato il mio momento perché piuttosto che vedere il dottor Giani in divisa come cambio di Thurl Bailey sarebbe toccato a me. Dopo il solito consulto con la conferma da parte del dottor Giani che i miei compagni infortunati non sarebbero stati a disposizione, tanto meno Lanzi che non gradiva gli schemi per liberare il suo tiro mortifero, Dado Lombardi dopo i primi due passi sconsolati per le brutte notizie venne dritto da me esclamando queste testuali parole: “ Giovane questa settimana hai fatto il culo ai passeri, e quindi è arrivato il tuo momento”.

Io dentro di me, sorrisi e pensai “Grazie al ciufolo”, per non dire cose che non si possono scrivere qui, però alla fine le sue parole entrarono dentro di me e fa niente se forse la situazione era dettata dagli infortuni. Il mio treno stava passando!

Ricordo la scena in gara col Dado che si gira, mi guarda e urla: ”Di Giulioooo”. Poi due parole prima di entrare:” Giovane vai dentro e fagli vedere a questi come si gioca a basket”. Sicuramente non ci credeva neanche lui, però ha fatto credere a me di essere pronto e di poter dare il mio apporto contro giocatori come Rusconi, Rebraca, Marconato e tanti altri.

Grazie ai miei compagni su tutti Jerry “Ice” Reynolds, Eros Buratti, Lupo Rossini e il mitico Big T Bailey è stato il modo più bello di cominciare!

Bisogna sempre credere in se stessi, cercare di non essere presuntuosi (errore da me fatto e abbondantemente pagato, ma che credo sia naturale per la giovane età che avevo) ma a volte se hai qualcuno che ti aiuta a crederci è mejoooo!!!!!!

Grazie Dado alla prossima storiella!