Poker di A…
A come…Arbitri, ovviamente. Nonostante da più parti si sentisse e si senta attualmente il bisogno di un livello consono all’importanza della posta in palio, la qualità e soprattutto l’uniformità dei giudizi non sono di casa dalle nostre parti. Non vuole essere cattiveria gratuita, ma se si decide che tirare la maglia di un avversario è da sanzionare con un fallo antisportivo, lo è sempre, non a seconda delle circostanze.
A come…ambiente. Il Presidente di Roma Claudio Toti ha denunciato la disparità di trattamento ricevuta dagli arbitri al termine di gara-4, dove è stato anche fatto spostare dagli agenti della security per tutelare la sua incolumità durante la partita. Toti non è persona che tira il freno, ma perché un presidente non può avere il legittimo diritto di vivere la partita da tifoso della sua squadra (purché non trascenda)? Perché su alcuni campi ci siamo ridotti ad avere il pubblico attaccato ai dirigenti avversari o ai giornalisti e si resta in balia di questi personaggi? Una riflessione generale va certamente fatta.
A come…Ambizione. Certamente quella che sta spingendo Daniel Hackett a disputare un playoff sopraffino, dando vita ad un duello fantastico con l’altro grande protagonista di questa finale, ovvero Gigi Datome, sedotto e abbandonato proprio dalla stessa Siena. Questi due ragazzi, al di là di tutto, meriterebbero grande attenzione da parte della NBA.
A come…Ascolti tv. I numeri stanno certamente dando ragione a chi lo ha voluto riportare in chiaro. Con buona pace di chi invece vede il bicchiere mezzo vuoto. Gara-4 di finale ha sfondato ancora il muro dei 400mila spettatori e pensare a quanti se ne potrebbero aggiungere se ci fossero immagini ancora più belle e commenti di un certo livello, fa quasi venire da piangere. Adesso si torna in Viale Tiziano e magari, chissà, provano anche a mettere un bel telone nero sopra i vetri che danno fastidio alle riprese. Non dovrebbero servire molti soldi e nemmeno dovrebbe essere un’impresa titanica riuscire a farlo.
Flavio Suardi
