Secondo appuntamento con la rubrica di Claudia Angiolini – Voci da Bordocampo, ospite di oggi è Matteo Boniciolli, coach triestino dalle tante esperienze sulle panchine italiane ed oggi alla guida dell’Astana Tigers in Kazakistan. La seconda parte dell’intervista sarà online nel pomeriggio di domani.

OGGI E IERI

E’ la mia prima stagione in Kazakistan qui ad Astana, giochiamo la lega nazionale ma soprattutto la Vtb League con squadre come Cska, Zalgiris e Unics Kazan. La mia ultima annata italiana è stata a roma quando ho rassegnato le dimissioni rinunciando a un anno di contratto. Sono orgoglioso di aver vinto, nel quinquennio di dominio senese, 2 trofei con 2 squadre diverse, la Coppa Italia con Avellino nel 2008 e l’Eurochallenge con la Virtus Bologna nel 2009.

STATO D’ANIMO

Sto bene, dopo un periodo complicato, posso fare l’allenatore e basta ed è la cosa che so fare meglio. Qui c’è una società con un’organizzazione chiara, un gm che ha fatto con me il mercato e io devo solo pensare ad allenare.

GIOCATORI

Anche Datome, Gigli, Vitali, Giachetti (per fare i nomi dell’ultima squadra allenata) hanno una grande attitudine al lavoro ma quella dei kazaki è spaventosa, poi abbiamo preso degli stranieri “normali” dal punto di vista personale. Non nego che Eric Williams sia arrivato qui perchè c’ero io. Ora stiamo per firmare per 3 anni l’americano Greer Wright, 22 anni un play di 201 cm che è felice di venire qui.

IMPATTO

Quando il mio agente mi ha parlato di Astana, non mi vergogno a dire che non sapevo dove fosse. dopo il mese di ritiro tra la Slovenia e Bormio, al nostro arrivo per la 1° volta ad Astana, quando siamo scesi dall’aereo sembravamo Gatto Silvestro. E’ una città di 700.000 abitanti costruita in 15 anni in mezzo al nulla, alla steppa, ma il cuore della città sembra Las Vegas con enormi centri commerciali che contengono di tutto, cosa che manda fuori di testa gli stranieri, tanto che non vogliono più andare via. Al di là della titubanza iniziale, alcuni di loro sono venuti da me e mi hanno detto: “Coach, spero di rimanere”.

ESPERIENZA DI VITA

Vivo in un complesso di 3 grattacieli spaziali di 36 piani, io abito al 21° piano in un appartamento fantastico, modernissimo, superaccessoriato. Dalla mia finestra vedo la città e la moschea, sento sempre il muezzin cantare la sua preghiera ed è molto suggestivo.

La città è super, tutti noi abbiamo l’autista (come succede a tutti quelli che giocano in questi paesi), che ti porta dove vuoi, ti aspetta al ristorante, diciamo che la vita è facilitata. Io sono un inquieto di natura e trovo che questa sia un’esperienza incredibile, anche culturalmente e umanamente. Qui ci sono persone che vivono con 500 dollari al mese, passiamo dal nostro palazzo di 12.000 posti a palazzi, tipo quello di Ustamai in cui abbiamo giocato su un campo da hockey con il legno sul ghiaccio, le linee disegnate con lo scotch e senza luci.

A posteriori, al di là dello stipendio, delle vittorie e delle sconfitte che ci saranno, per quel che riguarda la mia vita e quella dei miei figli, sono orgoglioso di essere qui, è un’esperienza anche tecnica straordinaria, che potrò dire di aver fatto. Non so quanto miei colleghi l’avrebbero scelta.

PROBLEMI

Mi vengono in mente solo 2 problemi. 1) Le 5 ore di fuso orario (Kazakistan 5 ore avanti) per cui spesso per parlare con la mia famiglia e i miei amici, guardare internet, seguire il tg di Mentana, vado a letto alle 4 di mattina. 2) Il freddo. Ora siamo a meno 20, ma è un freddo secco e sopportabile se non ci fosse il vento. A dicembre-gennaio la temperatura scende fino a -45…

CLAUDIA ANGIOLINI