ANDREA CINCIARINI

Avete centrato i playoff, te li aspettavi all’inizio?
Sicuramente non mi aspettavo di arrivare sesto, speravo di costruire a poco a poco una squadra vera, con la giusta chimica; sapevo che solo così avremmo avuto delle possibilità. All’inizio l’obiettivo era la salvezza, poi con le Final 8 il gruppo ha preso fiducia. Sapevo però che questo gruppo era speciale”.

Claudia Angiolini

Claudia Angiolini

Qual è il segreto di questo gruppo? Lo staff, l’allenatore, l’ambiente, il clima che c’è fra voi.
La stagione è svoltata dopo lo 0-3 iniziale: la società e lo staff sono stati uniti e coraggiosi, sono andati avanti per la strada scelta all’inizio. Da lì in poi è nato il gruppo, il gioco di squadra, la capacità di capirsi l’un l’altro. Taylor è un grande talento ma va messo in ritmo, Brunner ci può dare tanto in termini di rimbalzi, di solidità difensiva; lo staff tecnico è stato bravo a dare gerarchie, ognuno sa qual è il proprio compito, la chimica di gruppo e la grande difesa arrivano da qui e ti fanno fare una grande stagione. Infatti non siamo grandi difensori presi singolarmente ma siamo una grande squadra in difesa. L’aggiunta di Bell ci ha completato poi e di questo va dato merito a chi l’ha preso al momento giusto“.

Contro Roma come andrà?
Roma sulla carta è come noi, è una rivelazione, ha colto un fantastico terzo posto. Gigi Datome si è strameritato il premio di MVP, sono giovani come noi tranne Goss, hanno tanti giocatori alla prima esperienza di playoff. Ci accoppiamo bene, la differenza la faranno le motivazioni. E’ il quarto più aperto di tutti come pronostico. Vorrei le semifinali, per me, per la società, per dare alla città una semifinale e una coppa europea l’anno prossimo“.

Si può dire che questa è la miglior stagione della tua carriera?
Sicuramente, sono stato continuo per tutto l’anno. Tralasciando i punti, mi è piaciuto il fatto di aver dato tante cose diverse alla squadra, i rimbalzi, gli assist, l’aver saputo coinvolgere i compagni. E’ questo che rende un play speciale: ora si riazzera tutto ma penso di poter fare ancora qualcosa in più. Questo è l’anno più bello della mia vita anche perché il 30 giugno mi sposo“.

Ti ha stimolato quanto successo la scorsa stagione?
Quest’anno ho giocato con il fuoco dentro per dimostrare qualcosa prima a me e poi a chi mi ha bocciato. Speravo davvero di fare un’annata importante perché l’anno scorso non è andata come mi aspettavo. In realtà era iniziata bene ma poi è finita male. Trinchieri mi ha voluto a Cantù, da metà anno in poi sono calato e di questo mi assumo le responsabilità. La squadra non andava bene e magari il coach ha perso fiducia in me ma allo stesso modo l’ho persa anch’io. Avendo firmato un triennale però mi aspettavo un’altra opportunità, magari avrei fatto bene. Cantù comunque mi ha dato tanto, dal punto di vista tecnico e umano, del resto una persona cresce grazie anche ai periodi difficili“.

Andrea Cinciarini (foto di E.Zito 2013)

Andrea Cinciarini (foto di E.Zito 2013)

Quali caratteristiche deve avere il tuo allenatore ideale?
Dovrebbe essere prima di tutto uno che ti lascia sbagliare, restando sempre duro quando è necessario, però deve anche saper gestire e capire i suoi giocatori. Nei momenti di difficoltà un giocatore va capito e non messo da parte subito. Aver fiducia vuol dire anche fargli commettere degli errori per poi correggerli. Mi trovo bene con Max Menetti perché ti lascia sbagliare e ti dà fiducia in campo: e così, con maggiore fiducia e convinzione, puoi provare anche cose difficili, se servono”.

Cosa ti piace del tuo ruolo?
Mi piace sapere sempre dove sono i miei compagni e quando è il momento di coinvolgerli. Mi piace organizzare il gioco, capire le diverse situazioni e credo che queste cose siano parte del mio carattere. Tutti mi prendono in giro, sia i compagni sia la mia fidanzata, dicono che sono un playmaker anche fuori dal campo perché voglio organizzare sempre tutto. Questo è il ruolo più difficile e allora devi essere leader in campo e fuori. E’ anche uno dei ruoli più belli del mondo dello sport. Basta guardare Prigioni o le letture di gioco di Diamantidis o gli arresti e tiro micidiali di Teodosic e Spanoulis. L’esperienza in Eurolega per me è stata indimenticabile, marcare loro mi ha reso un giocatore migliore, mi ha permesso di capire con quale intensità si gioca ad alto livello. Io ho 27 anni ma un giocatore può migliorare sempre, uno dei miei obiettivi è diventare in pianta stabile un giocatore di Eurolega, è il mio sogno”.

Lo sai che Franco Casalini ti chiamava Cinciaridis?
Mi fa un enorme piacere. Forse perché sapeva che è il mio giocatore preferito… a parte gli scherzi, lo ringrazio perché è un gran complimento. Diamantidis è il numero uno, lo guardo in televisione tutte le volte che posso per prendere i suoi movimenti”.

La Nazionale?
Pianigiani non solo mi ha convocato ma mi ha anche fatto giocare play titolare. Spero di fare parte del gruppo anche quest’anno, dipenderà anche dal passaporto di Travis Diener. Spero davvero possa esserci perché è un grande giocatore e potrebbe fare il bene della Nazionale. E poi alzerebbe la qualità degli allenamenti e sarebbe un bene per tutti. Fra l’altro siamo talmente diversi che potrebbe esserci spazio per entrambi. Peccato per Gallo, è un dispiacere enorme per me; stava facendo una stagione incredibile e se Denver è uscita dai playoff è perché lui non c’era. L’anno scorso ha incarnato alla perfezione lo spirito della Nazionale, era una squadra operaia e lui, grande talento NBA, non ha mai forzato, adattandosi perfettamente. Bargnani dovrebbe esserci e anche Belinelli se trova squadra: con loro possiamo fare molto bene“.

Che cosa pensi del livello del nostro basket?
Quest’anno il livello degli americani è sceso, sicuramente è più basso rispetto all’anno scorso. Questi playoff però saranno i più incerti degli ultimi anni, merito di Varese, Sassari, Roma, anche nostro, ma anche di chi non è entrato nei playoff ma ha lottato fino alla fine. In questa stagione tanti italiani hanno fatto bene, spero che la Nazionale abbia buoni risultati per dare nuova visibilità e una nuova linfa. Sappiamo che è un periodo di crisi ma la Nazionale è lo specchio del nostro basket e può dare nuova energia“.

Guardati indietro: i rimpianti e i migliori ricordi.
I ricordi sono tanti: la salvezza da capitano con la Sutor, ricordo ancora il lungo applauso dei tifosi di Montegranaro dopo un anno difficile con la Final 8 a febbraio e la salvezza all’ultima giornata; ma anche l’Eurolega a Cantù da play titolare, il giorno del mio debutto ho segnato 15 punti contro il Nancy di Batum, poi abbiamo passato il turno e ho giocato contro i vari Spanoulis, Prigioni, eccetera. La stagione è stata deludente ma mi ha insegnato tanto. Il rimpianto è non aver dato quello che sapevo di poter dare a Cantù nell’ultima parte di stagione”.

E’ vero che sei un maniaco dell’alimentazione?
E’ un’abitudine che ho sempre avuto. Mi piace l’alimentazione sana, ci tengo tantissimo, credo sia fondamentale per chi fa sport. Sono molto attento soprattutto a ridosso della partita“.

Parla a un ragazzino che sogna di diventare professionista, che consigli gli daresti?
La prima cosa è divertirsi e non perdere il sorriso come ho fatto io l’anno scorso. Non bisogna mai smettere di sognare, di togliersi gli obiettivi e, soprattutto, non bisogna mai smettere di lavorare: con il lavoro prima o poi arrivi. Ci sono annate fortunate e altre meno ma la ruota gira: quindi bisogna sempre credere in se stessi e non perdere mai la fiducia nei propri mezzi“.

CLAUDIA ANGIOLINI