Drake Diener (foto C.Devizzi Grassi 2014)

Drake Diener (foto C.Devizzi Grassi 2014)

A Reggio Emilia arrivano Achille Polonara e Drake Diener. Mandrake. Boom.

Spiace che non torni James White, però la Grissin Bon ha soldi da investire, ricorda la Mapei con il Sassuolo calcio. Il basket non è il calcio, si può vincere più rapidamente. Farò arrabbiare Max Menetti che non ama queste mie domande pubbliche. A gennaio, in conferenza stampa: “Firmerebbe per la tripla semifinale, in ogni manifestazione?”. Non la prese bene. Beh, l’ipotesi era azzecata: semifinale di coppa Italia, Eurochallenge vinta, a compensare il quarto perso con Siena in maniera immeritata.
Qui mi preme sottolineare la grandezza, in potenza, di Reggio. Quel PalaBigi rischia di essere insufficiente, già non è confortevole, con i giornalisti ammassati lassù in tribuna stampa.

Reggio Emilia diventerà l’anti-Milano, lo è già. Lo poteva essere. Perchè avesse eliminato Siena, probabilmente si sarebbe ripetuta con Roma. Non sappiamo Diener sia l’uomo giusto e poi pareva che Travis fosse per certi aspetti il più grande, dei cugini, ma ha smesso. Di certo il patron Stefano Landi è un magnate grande investitore e Max Menetti è un grande condottiero. E Andrea Cinciarini il loro capobranco.

Gli auspici del reggiano medio sono: coppa Italia da vincere, finale di Eurocup o almeno semifinale, finale scudetto da perdere contro Milano. Sarebbe comunque la prima nella storia di Reggio. La scaramanzia non appartiene tanto alla città, concreta, meditativa, intelligente, composta. La nuova basket city dell’Emilia Romagna.

VANNI ZAGNOLI