Marco Cusin (foto Alessio Brandolini 2014)

Marco Cusin (foto Alessio Brandolini 2014)

La Vanoli Cremona si scrolla da dosso i fantasmi della gara con Trento e conquista, seppur faticando, il PalaRadi. La banda di Pancotto conquista finalmente la prima vittoria della stagione contro la Pasta Reggia Caserta per 69-60, soffrendo fino a 90’’ dal termine. Nulla di speciale, ma la Juve ha disputato una gara con solo sette effettivi (più il debutto per pochi secondi di capitan Ghiacci), vista la mancanza di un vero trattatore di palla vista l’assenza di Giuri in extremis che si è sommata a quella di Peyton Siva, oltre a una sindrome influenzale che ha debilitato Dario Hunt e Valerio Amoroso durante la settimana. Paradossalmente la Vanoli vince, fra le prime tre partite, quella giocata in maniera peggiore: si è ottenuto poco dal tiro da fuori, chiudendo con un pessimo 6/28 da tre punti, ma un Tyrus McGee in palla con 18 punti ha indirizzato la gara, poi ammazzata dalla tripla di Turner nell’ultimo minuto.

La gara ha seguito ancora una volta il game plan di Dell’Agnello: punteggio basso e difese a comandare l’inerzia, rallentando la gara il più possibile. Così facendo la Juve è rimasta attaccata al match per più di trentotto minuti, trovando sempre qualcuno pronto a trascinare la squadra nei momenti più complicati. Sono i più smaliziati ad uscire fuori come Bobby Jones, Valerio Amoroso e la volontà di Cinciarini, mentre Micah Downs (penalizzato in cabina di regia per molti minuti) e El Amin ci piazzano qualche zampata quando è possibile. È con questo quintetto ‘small ball’che la Juve arriva a giocarsela fino alla sirena finale; la Vanoli cerca per tutto il tempo l’assetto giusto sfruttando tutti gli effettivi, ma non può fare affidamento su James Southerland (solo 1/7 dal campo e 5 punti). Oltre al già citato McGee Pancotto trova per strada un buon Fabio Mian che si alza dalla panchina e regala punti facili; Adegboye infastidisce con la sua capacità di sbucare tra le maglie avversarie e Cusin e Washington, senza farsi notare troppo, sgomitano sotto canestro accaparrandosi il più dei rimbalzi. Così facendo Caserta è costretta spesso a delle rincorse lunghe, come nell’ultimo parziale quando la Vanoli mette la freccia sul +6. Il cuore degli uomini di Dell’Agnello è tanto, si recuperano palloni grazie ad un rapporto complicato dei bianco blu con l’infrazione di passi ma la stanchezza affiora nel finale, perdendo occasioni nitidissime come un contropiede di Amoroso in solitudine e un appoggio di Jones a 50’’ dal termine. Alla fine vale più la freschezza mentale e fisica, ne ha a bizzeffe Elston Turner che dopo una gara sotto traccia la risolve con la bomba della prima vittoria Vanoli, ambiziosa e vogliosa di stupire dopo una partenza ad handicap; la Juve è ancora rimandata per le numerose assenze, ma si attende di vederla a ranghi completi in campo.

Vanoli Cremona – Pasta Reggia Caserta 69-60

Cremona: Southerland 5, Adegboye 9, Mian 9, Gaspardo, Cusin 7, Cazzolato 2, Washington 6, Biligha 6, McGee 18, Turner 7. All. Pancotto

Caserta: Downs 9, Hunt 6, Cinciarini 12, Gravina ne, Amoroso 11, Jones 11, Gaddefors 2, Ghiacci, El-Amin 9, Ingrosso ne. All. Dell’Agnello

Conferenza stampa

Sandro Dell’Agnello: Oggi era difficile fare molto meglio, abbiamo fatto una partita di grande sostanza difensiva, ce la siamo giocati alla pari per trentotto minuti perdendo lucidità al termine della gara. Il 69-60 finale è un risultato bugiardo, abbiamo avuto per tre volte la palla del pareggio nel finale. Non cerco giustificazioni, ma non è facile giocare senza un vero play e con Bobby Jones che ha avuto un problema all’occhio per tutta la partita. Vorrei vedere questa squadra al completo, cosa non ancora accaduta; le cose andrebbero diversamente con tutti gli effettivi.  Questo scontro salvezza? Ancora presto per parlarne.

Cesare PancottoAbbiamo conquistato una partita tosta, con condivisione e connessione di intenti da parte di tutti. Giocavamo contro la miglior difesa del campionato, contro una squadra che prendeva più rimbalzi di noi e abbiamo ribaltato l’inerzia nell’ultimo parziale. La nostra panchina ha dato tantissimo, i suo rendimento è una gratificazione per il lavoro svolto per allargare il nostro parco giocatori. Il quintetto è importante, ma la panchina è per me qualcosa di determinante. Il nostro leader? Oltre Cusin, oggi importantissimo in difesa, è il nostro gioco, e stasera lo abbiamo messo in campo. Ora aspettiamo Vitali, sperando che possa essere il nostro acquisto a novembre.