Joe RAGLAND - foto Alessio Musolino 2016Il derby è sempre il derby. Quando si gioca una stracittadina non conta la tecnica e i momenti di forma delle squadre: i valori in campo si azzerano e il risultato non è mai scontato. Non lo è stato, come sempre del resto nemmeno al Palamaggiò, dove la Sidigas Avellino batte la Pasta Reggia Caserta per 87-92, in una partita che sembrava decisa all’intervallo ma rimessa sul filo del rasoio dal solito, grande cuore della Juve che sembrava poter mandare in onda un altro 23 dicembre

Alla fine ha avuto ragione il maggior tasso tecnico bianco verde, capeggiato da un Joe Ragland in serata di grazia con 24 punti, 6 rimbalzi e 6 assist: ben cinque gli uomini in doppia cifra per gli uomini di Sacripanti, che hanno saputo leggere al meglio le determinate situazioni proposte dalla partita, con il numero 1 determinante negli ultimi minuti quando gli avversari avevano preso il controllo della gara. Caserta, dopo aver chiuso il primo tempo sotto di 14 punti, ha invece riposto le sue speranze di rimonta su un Bobby Jones da 27 punti e 10 rimbalzi; Siva si è preso la squadra sulle spalle crivellando la retina ma nulla si è potuto quando Ragland ha preso in mano il pallino del gioco senza mai lasciarlo. Avellino si conferma, con il sedicesimo successo su 18 gare ufficiali dal derby di andata, come la terza forza del campionato, mentre la Juve rischia sempre di più la seconda retrocessione in fila.

Tiro in elevazione di B. Jones ( Foto Alessandro Montanari 2015 )

Tiro in elevazione di B. Jones ( Foto Alessandro Montanari 2015 )

Dell’Agnello sceglie Slokar in luogo di Hunt per allargare il campo con il suo tiro da tre, ma i rifornimenti non arrivano. La Juve non riesce ad attivare la propria circolazione di palla, con le penetrazioni negati quasi dal timore reverenziale verso il lunghissimo Cervi; Avellino ha così vita facile nei primi minuti. Perché la Sidigas gira come un orologio: palla ai lunghi che hanno vita relativamente facile, mentre Ragland e Nunnally sono ispirati. Al 5’ è già 4-13 con il fallo e canestro del numero 1, dopo altri due giri di orologio la forbice è allargata sul 10-22 causato da un altro ‘and one’ di Acker. Caserta, con Siva ancora una volta fuori fase, trova però il bandolo della matassa con Giuri ed Hunt e al 10’  ha dimezzato lo svantaggio sul 20-26. Avellino non vuole far rientrare i cugini in partita e si mette a tirare dall’arco, sfidata dalla zona matchup degli avversari: la tattica inizialmente paga. Nunnally e Green la mettono da tre punti e riscrivono il massimo vantaggio sul 23-36 del 14’; la mira inizia però a sporcarsi (3/9 nel secondo quarto) e la Juve ne approfitta con i soliti noti, in assenza della coppia Siva-Downs (4 punti in due nel primo tempo). I muscoli di Hunt la riportano a -6, ma la Sidigas trova l’antidoto per riavvicinarsi al ferro con il movimento perpetuo di Nunnally e Buva. I due realizzano praticamente da soli, aiutati dal prevedibile attacco di casa, il break di 12-4 che fa sprofondare Caserta sul 37-51 dell’intervallo.

La Pasta Reggia ha bisogno di svoltare la propria gara e lo fa in un modo inconsueto per lei: il tiro da tre punti. Bobby Jones è caldissimo e i padroni di casa lo cavalcano appena possono: tre triple del numero 14 e una zampata di Siva riaprono il match e infiammano il catino del Palamaggiò. Intanto Avellino in attacco non funziona più: la zona matchup di Dell’Agnello torna a far paura ai biancoverdi che si intestardiscono dall’arco e non trovano più la maniera di offendere il canestro della Juve. I ragazzi di Sacripanti segnano solo sette punti nel terzo parziale e il tiro da tre sulla sirena di, guarda un po’, Bobby Jones, rimanda gli ospiti nell’incubo del 23 dicembre sul 61-58 del 30’. Ma la fatica si fa sentire per Caserta, che incassa un break di 8-0 in due minuti dovuto al ritrovato feeling degli ospiti con il tiro da tre. L’attacco di Dell’Agnello va in rottura per tre minuti e mezzo, ci vuole il talento di Siva per rimettere in piedi la gara. L’ex Louisville torna ad essere il leader dei casertani, segna due triple e arma la mano di Cinciarini per il nuovo sorpasso casertano sul 75-73 a soli tre minuti dalla fine, ma Joe Ragland si prende la scena e ammazza la gara, conducendo i suoi ad un ennesimo break di 12-0 in poco più di 100 secondi. La girandola dei tiri liberi cambia solo il risultato, e la Sidigas si prende vittoria e terzo posto in solitaria.

Pasta Reggia Caserta – Sidigas Avellino 87-92 (20-26, 37-51, 61-58)

Caserta: 23/50 da due, 10/29 da tre, 11/17 ai liberi. Jones 27, Siva 19, Hunt 17. Rimbalzi 48 (Hunt 21), assist 7 (Siva 4).

Avellino: 19/37, 9/25 da tre, 27/33 ai liberi. Ragland 24, Nunnally 19, Green e Leunen 13. Rimbalzi 30 (Leunen 8), assist 10 (Ragland 6)

Pasta Reggia Caserta

Siva CDOMicah Downs 4: Altra prova inconsistente dopo quella di Reggio Emilia. Sparacchia dal campo con un misero 2/9 e non riesce nemmeno ad essere incisivo come ha fatto nelle prime 26 giornate del campionato. La Juve ha bisogno anche di lui per salvarsi.

Peyton Siva 6: Per almeno 20 minuti è stato il solito Siva dell’ultimo periodo, a tratti irritante. Dopo l’intervallo è un giocatore completamente diverso. Gioca e fa giocare i compagni, si prende delle conclusioni importanti e aiuta la Juve a rimettere in piedi la partita. Nel finale si perde con tutti i compagni

Dario Hunt 7,5: Oggi l’ex Capo d’Orlando mangiava in testa a tutti. Saltava a piè pari chiunque gli si mettesse contro, prendendo ogni rimbalzo disponibile. Perde la sfida con tutta Avellino per nove rimbalzi (30-21), peccato per la carenza dei suoi movimenti offensivi, che avrebbero messo assieme più di 17 punti…

Daniele Cinciarini 5: Altra partita sotto il par. Non per il basso rendimento offensivo, ma per ciò che non ha dato in difesa. Con lui in campo in 28 minuti il Cincia fa segnare un plus/minus di -16, un dato impressionante in una sfida chiusasi con soli cinque punti di scarto

Bobby Jones 8 Continua il momento magico dell’ex Roma, che dopo aver fatto segnare la sua migliore prova in Italia domenica scorsa, si consegna un’altra gara con più di 20 punti segnati. Rabbia, cattiveria e una mano caldissima da dietro l’arco fanno sognare la Juve, ma non basta

Marco Giuri 7,5: Una grande partita del brindisino non è più una novità. Punti pesantissimi e la solita grande mano in difesa aiutano Caserta nella grande rimonta del terzo parziale; è il bianconero con il plus/minus maggiore con 12 in 29 minuti. Se tutti mettessero la stessa grinta di Marco, Caserta avrebbe qualche vittoria in più.

Uros Slokar 5: Lo sloveno non si fa né vedere né sentire. 23 minuti in cui non incide

Coach Sandro Dell’Agnello 6: La zona matchup fa di nuovo paura ad Avellino, ma questa volta non basta. Si cavalca Bobby Jones fino a quando si può, riesce a ribaltare la gara ma nel finale la sua Juve si scioglie, come spesso succede. La poca intensità degli allenamenti si fa sentire, ma non si può più sbagliare ora. E lo sa anche il coach, che chiude dicendo: “Ho sempre lottato per salvarmi, non retrocederò certo ora”.

Sidigas Avellino

Ivan Buva, prezioso come solito (Savino Paolella 2016)

Ivan Buva, prezioso come solito (Savino Paolella 2016)

Joe Ragland 8: Ispirato fin dalla palla a due, l’americano fa a fette la difesa casertana ogni volta che serve. Soprattutto nel finale, quando la Juve ha messo il naso avanti: quasi da solo ribalta l’inerzia e consegna la quattordicesima vittoria in quindici gare della squadra biancoverde.

Marques Green 7: Il folletto biancoverde controlla al meglio la regia, mettendo sempre in ritmo I compagni. Ogni volta che Siva passa dietro il blocco, provvede a punirlo con il tiro da tre punti, dando una grossa mano ai biancoverdi

Benas Veikalas 5: Non incide molto sulla partita, chiuso dalla buona prova di Nunnally. Solo dieci minuti in campo.

Alex Acker 5,5: Parte benino, ma i soliti problemi fisici lo tagliano dal match nei minuti finali.

Maarten Leunen 7: Lo conosciamo, da tre punti  è sempre una sentenza. E lo si rivela soprattutto nel primo quarto, quando consegna ad Avellino il primo allungo. Coach Sacripanti non può fare a meno della sua sagacia tattica, che sciorina sotto le plance e facendo muovere al meglio il pallone.

Riccardo Cervi 5,5: Il suo inizio fa ben sperare: viene cercato spesso dai compagni e il lunghissimo ex Reggio Emilia si fa trovare pronto. Coach Sacripanti trova il suo assetto preferito con Buva e Leunen e lo lascia ammuffire in panchina, quando entrerà in campo non riuscirà più ad incidere.

James Nunnally 7: Tira malino, ma fa sempre paura a tutti. Nel finale di secondo quarto fa sprofondare Caserta  quasi da solo, con i suoi tagli che prendono alla sprovvista alla difesa. Alla fine ne scrive 19 con 7 falli subiti, e non è nemmeno la sua miglior giornata.

Giovanni Pini 5: Usato solo per fare fallo nei minuti finali. 4 minuti, 4 penalità.

Ivan Buva 6,5: Prezioso come suo solito. Quando Avellino trova spazio per poter dare palla sotto si affida all’ex Cantù che non tradisce le attese. La sua buona mano ai liberi lo rende sempre una grande minaccia in attacco: una delle armi tattiche per il terzo posto avellinese

Coach Pino Sacripanti 7: La gara di Avellino è da applausi per lunghi tratti. Il coach trova sempre le armi giuste  per scardinare la difesa casertana, facendo leva sulle abilità offensive di ogni suo giocatore per poter aggirare le situazioni proposte dalla difesa. Sono sedici vittorie in diciotto gare dalla partita di andata, la Sidigas non si nasconde più e vorrà essere grande protagonista ai playoff.