Varese+Sponsor[1]Varese – Non crediamo all’assunto “un derby ti salva la stagione”, quel brocardo in voga tra tifosi calcistici per cui la sciagura di alcune annate possa venir temperata da una vittoria nella/nelle partite di importanza “campanilistica”. Sa di perdente e di orizzonti limitati. Varese-Cantù vale due punti in classifica, esattamente come gli altri match. Conta piuttosto come attendi, come vivi un derby, quali sono le tue aspirazioni. Sembra passato un secolo, in realtà è trascorso poco più di un anno: ad ottobre 2012, l’avvento dei brianzoli in quel di Masnago contribuiva ad elettrizzare un’atmosfera già carica di speranze e buone sensazioni, con la squadra di Vitucci protagonista di un avvio di stagione immacolato e spinta poi sulla rampa di lancio proprio dalla sudata, emozionante vittoria contro gli uomini di Trinchieri. Facciamo un (lungo) salto all’indietro, stagione 2004, sempre in ottobre: c’è un’atmosfera cupa sulla Varese di Giulio Cadeo, autrice di un inizio di campionato disastroso. La partita coi cugini diventa un “referendum” sulla guida tecnica, votano i giocatori: finisce 71 a 106, l’ammutinamento è servito ed al buon Giulio viene indicata la porta d’uscita.

Dovendo trovare qualche somiglianza col passato, con la morte nel cuore, opteremmo per ottobre 2004. Cinque vittorie e quindici sconfitte sono il curriculum vitae della Varese versione 2013/2014; sconfitte che stanno lasciando una coltre di negatività sempre più pesante e fitta, ad uccidere i sogni anche dei più ottimisti tra i tifosi. C’è tuttavia un importante distinguo da fare con la situazione borderline sopra citata: la società si è, in settimana, ancora schierata a difesa del tecnico Fabrizio Frates, il quale non dovrebbe essere in pericolo nemmeno in caso di sconfitta nella gara di domani. A margine dell’assemblea dei soci – riunitasi giovedì per la rielezione di Cecco Vescovi a capo della società – sono filtrate voci di granitico sostegno in favore dell’Architetto milanese, sia per la gravosità economica di un suo avvicendamento, sia per togliere alibi a giocatori che stanno raggiungendo il nadir del loro rendimento. Posizione assolutamente condivisibile: troppi elementi, a cominciare da alcuni “indimenticabili”, sembrano aver mollato dal punto di vista psicologico, nell’attesa di un cambiamento che non li riguardi. Il messaggio che filtra è dunque forte e chiaro: vietato fare altri passi indietro, l’allenatore resta questo. Appare fin troppo lampante, però, che questo derby possa essere davvero indicativo dello stato dei rapporti interni allo spogliatoio, nonché un limite da non oltrepassare nell’attesa di ulteriori interventi. Una sconfitta, magari pesante, dimostrerebbe in modo palese il distacco tra atleti e coach ed inguaierebbe una volta per tutte la stagione Cimberio, costringendo i piani alti di Piazza Montegrappa a prendere decisioni serie ed improrogabili, a meno di non voler “buttare via” un intero anno già a dicembre.

C’è una partita da giocare e le vie della redenzione sono infinite. La Vitasnella di coach Sacripanti preoccuperebbe anche una squadra in piena salute fisica e mentale, figurarsi una coi suddetti problemi. Varese (nonostante il recupero sia di Rush che di De Nicolao, costretti a marcare visita in coppa rispettivamente per influenza e problemi alla schiena) è sulla carta inferiore nei duelli chiave. Lo dicono in parte le statistiche ma soprattutto quanto visto finora sul campo: Clark dovrà sudare le proverbiali sette camicie per contenere la leadership di Ragland; la coppia Uter-Cusin sembra assai più rodata di quella formata da Hassell e Scekic; Polonara avrà a che fare con un “marpione” del calibro di Leunen. Non sarà facile e le speranze non prescindono dal tenere alte le percentuali da fuori e dal controllo dei rimbalzi. Poi, però, c’è tutto quello che oltre oceano definiscono con la parola “intangibles”, quegli aspetti, quei gesti, quegli atteggiamenti che non finiscono nei tabellini ma che ti permettono di esultare alla sirena finale. Insomma, poi c’è il cuore. Domani sera, più o meno verso le 20 e 15, ne sapremo di più.

Cantù+SponsorCantù – Varese-Cantù, il derby! Non una partita qualunque, ma la partita che tutti i tifosi aspettano, che sempre regala battaglie piene di intensità, dove la rivalità è passione, tradizione e storia. Cantù e Varese, due piccole città che vivono di basket, due squadre che hanno scritto parti importanti della storia della pallacanestro italiana e europea. Negli ultimi anni, il derby era stato privato di ciò che rende speciale questa gara, la passione di due tifoserie importanti, l’atmosfera, la voglia di vincere da parte di tutti, quel clima che fa capire che questa è la gara più attesa del campionato. Non ci sarà nessuna limitazione da parte dell’osservatorio (l’orario di acquisto del biglietto da parte dei tifosi canturini sarà però permesso solo tra le 16.15 e le 17.15). Tutti i tifosi biancoblu potranno assistere al 132esimo derby, non solo la tifoseria organizzata di Cantù, rinchiusa, vergognosamente, dentro alla gabbia del Pala Whirlpool, costruita apposta anni fa per motivi di sicurezza. Purtroppo la rivalità tra le due tifoserie, spesso ha portato a qualche disordine e scontro.

Un derby può cambiare una stagione, per entrambe le formazioni è una partita fondamentale per il prosieguo: se per i canturini una vittoria può essere la spinta definitiva verso le prime posizioni e un importante passo avanti verso un altro obbiettivo stagionale, la qualificazione alle final 8 di Coppa Italia, per Varese, invece, la situazione è ben diversa. I biancorossi stanno vivendo una stagione per ora ricca di delusioni, brutte prestazioni, malcontenti, mai la squadra ha convinto. La tifoseria inizia a rumoreggiare, dopo il taglio di Coleman anche altri giocatori sono criticati (in primis il centro Hassel) e lo stesso Frates si trova ad un crocevia, la sua panchina in caso di sconfitta è sicuramente a rischio. Sacripanti tuttavia non crede ad una Varese totalmente allo sbando. Queste le sue dichiarazioni: “I biancorossi in casa hanno sicuramente fatto il loro dovere sconfiggendo Avellino e Pesaro con prestazioni di notevole spessore. Il talento offensivo della formazione di Fabrizio è clamoroso: ho allenato Clark e so che può fare canestro da qualsiasi posizione, ho allenato Ere, che per me è stato un giocatore molto importante, ho avuto in nazionale Polonara e De Nicolao e so di che pasta sono fatti e che potenzialità hanno. In più mi sembra che l’innesto di Banks, che in due partite ha segnato 20 punti di media, abbia portato una ventata offensiva rilevante. Mi aspetto un match davvero difficile e per questo chiedo ai miei giocatori un’attenzione particolare e una grande raccolta di energie fisiche e mentali perché andremo a disputare una gara dove conteranno nervi e freschezza atletica. Sono inoltre consapevole che è una sfida di vitale importanza in senso positivo perché un successo ci proietterebbe nelle prime posizioni a questo punto della stagione.

Per Cantù squadra al completo. In campo scendera il consueto starting five Ragland-Jenkins-Aradori-Leunen-Cusin, dalla panchina Gentile, Rullo, Abbass, Jones e Uter. Sicuramente proprio le tensioni che Varese ha addosso, oltre alla necessità di vincere da parte dei cugini, rendeno questo derby ancora più complicato e difficile per Cantù. Conquistare un derby è comunque sempre un impresa, lo dimostrano i numeri e la storia. Varese non ha mai trovato equilibrio in questa stagione, soprattutto difensivamente dove ha inciso molto la scelta di un asse play-pivot che non ha mai funzionato. Dovrà essere brava Cantù a sfruttare le lacune difensive degli uomini di Frates e, in tal senso, proprio Ragland ed Uter potrebbero essere protagonisti, con il centro bonsai di Cantù che con la sua agilità e il suo potenziale offensivo può metter in difficoltà i piu statici avversari Hassell e Scekic, mentre Ragland avrà di fronte Clark, play che può sì segnare da tutte le posizioni ma di certo difensore alquanto rivedibile. I brianzoli dovranno cercare di subire meno punti delle ultime gare, in cui è stato chiaro che, offensivamente, la squadra produce sempre buone prestazioni, ma le vittorie si conquistano solo con la difesa: se Uter può fare la differenza in attacco, Cusin ha gia dimostrato di esser l’ago della bilancia della difesa canturina (quando lui alza il “muro” tutta la squadra ne giova e riesce a produrre parziali importanti). Sacripanti, il capitano Leunen e Aradori avranno il compito di far capire ai “nuovi” che cosa vuol dire giocare un derby“, l’importanza della gara, per trovare stimoli e nuove energie. Sarà un derby che si prospetta intenso, teso, una vera battaglia.

I precedenti a Masnago dicono 49 -14 Varese. Arbitreranno l’incontro i signori Lanzarini, Baldini e Rossi.

(Da Cantù, Matteo Cogliati)


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati