Dell’Agnello: “Una partita dai due volti,non riesco a spiegarmi perché abbiamo questi inizi prolungati di niente. Finalmente oggi però, nonostante la situazione fosse molto difficile, abbiamo cominciato a giocare a pallacanestro, nel senso che in attacco ci siamo affidati meno alle situazioni estemporanee ma abbiamo appoggiato la palla dentro l’area, tirando con buone percentuale e aprendo in seconda battuta anche tiri per gli esterni. In difesa abbiamo alternato la uomo e la zona match up e abbiamo ottenuto discreti risultati, girando la partita a nostro favore Una partita che era molto facile perdere per come l’avevamo iniziata, per merito nostro l’abbiamo raddrizzata, l’abbiamo vinta e l’abbiamo meritata.
Tra le tante cose sulle quali stiamo lavorando, quello principale è quello psicologico di avere l’atteggiamento giusto dall’inizio della partita. Non possiamo permetterci questi inizi, ma possiamo prendere spunto dal terzo e quarto quarto per capire cosa significa provarci, essere presenti con la testa e con le gambe. Inutile cominciare la partita e guardare il soffitto sperando che qualcuno te lo risolva, perché in campo siamo noi e noi dobbiamo risolverla.
L’uscita di Ross e il gioco di squadra? Veniamo da due partite sterili in attacco dove Ross ha fatto molto più del suo. Avendo compagni poco addetti a questo tipo di battaglie si rifugiano su di lui. Nel momento in cui è mancato, ognuno degli altri si è preso qualche responsabilità in più come dovremo fare sempre. Lui è u ottimo attaccante e dovremo sfruttarlo per quello.
Arbitri? preferisco dire che menomati di due giocatori abbiamo reagito e abbiamo vinto. Di loro preferisco non parlare.

Dalmonte:Io penso che noi dobbiamo capire un aspetto che va al di la di un aspetto tecnico: dobbiamo pensare quanto sia importante un possesso dentro una partita. Perdere un uomo a cinque secondi dalla fine, regalare 4 punti perché si perde un uomo, la durezza mentale di affrontare un rientro di Pesaro in partita, il non insistere su un tiro da tre punti contro una zona che si può attaccare anche penetrando. Quello che manca a noi è la forza mentale e la presenza che ci permette di ucciderle in certi momenti o avere la gestione giusta nel finale per chiuderle comunque. Nel terzo quarto, per una mancanza di presenza Pesaro ci ha ucciso con i rimbalzi in attacco. Sono aspetti che non possiamo regalare in una partita che nei primi 20 minuti avevamo interpretato nel modo giusto. L’analisi critica nei confronti della mia squadra non toglie i meriti a Pesaro: fa male al di la dell’aspetto tecnico, vedere che molti aspetti della partita sono stati determinati dalla volontà e dalla voglia di lottare. L’ostinazione nel tiro da tre punti e aver concesso i rimbalzi in attacco nel terzo quarto sono stati la chiave. Pesaro ha visto la luce, ci ha creduto e ha trovato le forze per chiudere la partita.
Stanchezza? è vero che abbiamo viaggiato 12 ore e così via, ma se questo è un punto di analisi ci ritiriamo dalla coppa. Se abbiamo deciso questo, dobbiamo imparare a giocare con questi ritmi e a questi livelli. Dobbiamo fare un salto di qualità di presenza e forza mentale.