EA7 Emporio Armani Milano

 (Foto Savino Paolella 2014)

Moss, MVP della gara (Foto Savino Paolella 2014)

Gentile: 7. L’infortunio nel quarto periodo, che lo toglie dalla gara e lo terrà lontano dal campo per almeno un mese, è una brutta tegola per Milano, visto l’alto rendimento che il capitano biancorosso ha tenuto nelle ultime uscite: anche contro Cantù, punti (13), assist (5), poche forzature (6/12 al tiro, 1 persa) e tanta voglia nei momenti chiave della partita.
Cerella: 6,5. La solita generosità, anche se con un minutaggio inferiore rispetto alle ultime partite.
Melli: 7. Un cecchino dall’arco a inizio gara, come spesso accade poi si perde un po’ in attacco, ma rimane un fattore soprattutto a rimbalzo.
Hackett: 7. È tra i protagonisti dell’allungo milanese nel terzo periodo, ma paga lo sforzo negli ultimi minuti. Prezioso anche a rimbalzo (7).
Kangur: 5,5. Qualche buona applicazione difensiva, ma poco altro.
Samuels: 6. Luci e ombre, come sempre: inesistente a rimbalzo, essenziale per aprire il campo con un paio di tiri da fuori contro i “pigri” pariruolo canturini.
Lawal: 5. Una schiacciata e poco altro; soffre parecchio contro il più fisico Uter.
Moss: 8. Partita da vero leader, in grado di prendersi responsabilità in attacco, andando a segno nei momenti chiave, e di occuparsi dell’avversario più scomodo in difesa. Per la cronaca, l’avversario in questione è di 15 cm buoni più basso di lui e quasi non è riuscito a ricevere il pallone nei minuti finali.
Jerrells: 5. Contrariamente al solito, ha la sua “sfuriata” nel primo tempo, mentre nell’ultimo quarto diventa quasi dannoso, perdendo costantemente le tracce di Stefano Gentile e sparando a salve dall’arco.

Acqua Vitasnella Cantù

 (Foto Savino Paolella 2014)

Ottima prova per Stefano Gentile (Foto Savino Paolella 2014)

Abass: 6. In campo per 9 minuti, senza infamia e senza lode.
Uter: 6. Contro Lawal fa praticamente quello che vuole; purtroppo per lui, il centro milanese rimane ben poco sul parquet.
Rullo: sv. Un paio di triple sbagliate in due minuti e nulla più.
Leunen: 5. Le cifre a prima vista non lo condannano (bene a rimbalzo, a quota 8), ma segna solo 5 punti, con due soli tiri tentati, di cui uno dopo rimbalzo offensivo (quindi “al di fuori” di un’azione costruita). Con le sue potenzialità, la sua partita è ampiamente sotto la sufficienza.
Jenkins: 4. Il suo compito è fare canestro e chiude con 0 punti e 0/7 al tiro. Non c’è altro da dire.
Buva: 5,5. Si presenta con un bel canestro in semigancio mancino. Poi, però, non combina praticamente più niente.
Ragland: 8. Che dire, Cantù è lui, nel bene e nel male. Anzi, forse più nel male, perché è impensabile che un solo giocatore possa sobbarcarsi praticamente l’intero attacco della squadra per tutta la partita, per di più se marcato da un avversario tosto come Moss. Forse sgravato di qualche responsabilità potrebbe essere ancora più devastante.
Aradori: 6. Le cifre lo salvano (13 punti, anche se con 3/8 al tiro), ma l’impatto sulla gara è stato quasi nullo.
Cusin: 5. Soffre molto più del dovuto contro avversari sicuramente alla portata dal punto di vista fisico (Samuels e Melli).
Gentile: 7,5. Resta a guardare per buona parte dell’incontro, ma se Cantù prova e quasi riesce nella rimonta nel quarto periodo è quasi esclusivamente grazie a lui. L’impressione è che gli manchi un passettino per fare il definitivo salto di qualità, soprattutto dal punto di vista della continuità.