Tommasini al passaggio (foto Alessio Brandolini 2014)

Tommasini al passaggio (foto Alessio Brandolini 2014)

Al primo anno in massima serie l’allenatore della Nazionale Simone Pianigiani lo ha notato subito come un prospetto interessante. Il GM Marco Atripaldi ed il coach Lele Molin hanno sempre creduto in lui, dopo una partenza lenta è riuscito a costruirsi il suo spazio da giocatore di ruolo. Con il suo metro e 97 è forse il playmaker più alto dell’intera serie A, e solitamente si dice “L’altezza non si insegna”. E oramai sta imparando il più possibile con giocatori come Marco Mordente e Ronald Moore al fianco, per poter diventare nel futuro prossimo un giocatore importante per il futuro della Pasta Reggia. Lui, uno a cui Marco Atripaldi ha fatto firmare un contratto triennale, proprio per far capire quanto si crede nelle capacità del ragazzo. Ecco a voi Claudio Tommasini.

Dalybasket: Ciao Claudio e benvenuto. Sei appena tornato dalla tua prima esperienza con lo staff della Nazionale maggiore, cosa hai provato?

Claudio Tommasini: Sono tornato molto contento di come è andata, oltre ad essere stata un’esperienza costruttiva è stata molto divertente allo stesso tempo. E’ stato bello lavorare con dei professionisti per una settimana di questo genere.

D: Non è semplice farsi notare subito, al primo anno di massima serie.

C: Mai facile, soprattutto quando fai il doppio salto di categoria come mi è capitato. La gente non ti conosce, devi essere tu stesso bravo a farti notare passo dopo passo.

D: Tommasini ieri e Tommasini oggi. Un raffronto tra il giocatore che aveva appena iniziato il ritiro a Caserta e quello che sei oggi.

C: Mi sento cresciuto in vari aspetti del gioco, ne sono felice. Nel periodo di dicembre ho fatto molta fatica visto che non riuscivo ad esprimere ciò che invece facevo durante gli allenamenti, sicuramente bisogna sempre continuare a lavorare duro.

D: Dove senti l’esigenza di migliorare ancora per questi livelli?

C: Vorrei avere più continuità al tiro.

D: Chi sono gli idoli sportivi della tua adolescenza?

Tommasini (foto di R.Caruso 2013)

Tommasini (foto di R.Caruso 2013)

C: Solo uno: Emanuel Ginobili è sempre stato il mio idolo, lo vedevo quando ero piccolo ai tempi di Bologna e me ne sono innamorato. 

D: Alla fine la scelta di andare alla Juve sta pagando bene…

C: Io spero che loro siano contenti di quello che sto facendo in mezzo al campo quando sono chiamato in causa. Cerco sempre di essere il più professionale possibile allenandomi sempre al massimo delle mie possibilità, devo solo ringraziare la Juve che mi ha dato questa possibilità rispetto ad altri team.

D: Il tuo passaggio a Caserta, provenendo dalle serie minori, con Atripaldi come GM: a me ricorda la storia di Fabio Di Bella. Ti sembra un paragone azzardato?

C: Io lo conosco bene, è stato ed è ancora un grande giocatore, per me è un paragone enorme, parliamo di un signor giocatore.  Per la storia è un bel termine di paragone, come giocatore…vedremo.

D: Torniamo al campionato, domenica c’è Cantù. Che cosa significa per te?

C: Questa gara non varrà solo due punti. Affrontiamo uno dei top team della serie A, noi ci stiamo preparando per cercare di vincere questa partita. Comunque sia, daremo il massimo”.

D: Come per Caserta, anche per te è un ritorno al passato affrontare Sacripanti. Facevi parte del giro della sua Under 20 nel 2011, poi l’infortunio…

C: Quella per me è stata un’esperienza bellissima e bruttissima allo stesso tempo. Ero felicissimo di essere lì nel ritiro azzurro, purtroppo l’infortunio al tendine d’achille non mi permise di partecipare agli Europei di categoria e mi dispiacque molto, visto anche l’argento conquistato alla fine della competizione.

D: La Juve è settima in classifica, quanto è veritiera questa posizione?

C: Classifica molto veritiera. Ad inizio anno eravamo considerati la quattordicesima o quindicesima squadra del lotto, adesso essere lì a giocarcela per i playoff è una soddisfazione importante, credo che sia un ottimo punto.

D: Fra dieci giorni ci sarà la partita contro la Virtus Bologna, squadra che ti ha svezzato. Come ti senti in vista del ritorno all’Unipol Arena?

C: Sarà sicuramente emozionato come all’andata. Allora fu la prima volta che giocai contro i colori con cui sono cresciuto, ovviamente non penserò altro che a Caserta e a pensare di strappare quei due punti, per noi molto importanti.”