Coach Attilio Caja (Foto di Foto Bignami)

Martedì 21 novembre, ore 12; si conclude il primo allenamento settimanale della Vanoli Cremona. La società ha deliberato per l’esonero di Attilio Caja dall’incarico di capo allenatore della squadra che viene affidata al, fino a quel punto vice, Luigi Gresta.

Immediate le reazioni di pubblico, media, locali e nazionali: sorpresa, incredulità, disapprovazione.

 Sui social network le prime reazioni dei colleghi.

Valerio Bianchini:“L’esonero di Attilio Caja ha un che di epico”.

Matteo Boniciolli, dal remoto Caucaso: “Il lupo perde il pelo ma non il vizio” ha scritto il coach dell’Astana, che ebbe Gresta come assistente ad Avellino nel 2006 (il tecnico triestino che pontifica in materia di etica altrui?! Che ne penseranno in Irpinia?!).

Attilio non la prende bene: in un’intervista a Radio Sportiva lancia le prime accuse. L’indomani la replica, ospite telefonico a Sky TG 24 di un altro personaggio che non ha mai manifestato estrema simpatia per l’ambiente cremonese, Mario Boni, probabilmente perché ancora risentito, peraltro comprensibilmente, dal fatto di essere stato snobbato dai dirigenti JU-VI allorchè da ragazzino, portato a Cremona dalla vicina Codogno per un provino, fu bocciato, salvo trovarselo alcuni anni dopo da avversario ed autore di quaranta punti con la maglia di Montecatini nell’allora campionato di serie B.

 Le accuse del tecnico

 1Dilettantistica, da dilettanti allo sbaraglio” la gestione dopo l’addio del general manager Portaluppi, non rimpiazzato. “Ho pregato tre volte il signor Vanoli di prendere un altro professionista, sono stato supplicato di fare io il mercato, e sicuramente l’acquisto più inutile è stato quello di Gresta. L’ineffabile Gresta”.

2In tre campionati alla guida di Cremona, ho conquistato ogni volta l’obiettivo stagionale della società, la salvezza; anche quest’anno eravamo in linea con gli obiettivi stagionali, in zona salvezza appunto. Società irriconoscente”.

3Mi hanno mandato via perché ho perso di trenta contro Cantù e Milano”.

4“Mi hanno detto che le medie di tiro basse dei giocatori erano dovute alla pressione che mettevo, ora con l’autogestione probabilmente faranno meglio”.

 1 – La replica della società

Andrea Zagni, consigliere delegato

La società ha replicato subito tramite le parole del consigliere delegato Andrea Zagni riportate dal quotidiano di Cremona La Provincia e da Gazzetta.it in data 23/11:“Volevamo sostituire Portaluppi ed avevamo presentato al coach due nomi di dirigenti professionisti tra cui scegliere, ma è stato Caja a volere la gestione completa, convincendo il presidente ad accontentarlo a 360°”.Gli fa eco il presidente Aldo Vanoli: “Confermo che quando Portaluppi è andato via, Caja mi ha detto ‘ce la facciamo da soli, ci arrangiamo’. Ma non voglio perdere ulteriori energie in polemiche inutili, dobbiamo pensare alla partita di Sassari”.

2 – Società irriconoscente?

Nelle due stagioni 2009/10 e 2011/12 la Vanoli Cremona ha conseguito la salvezza con Attilio Caja nel ruolo di allenatore subentrato a stagione in corso. Doveroso, tuttavia, analizzare anche altre componenti.

 

La schiacciata di Marko Milic

Nella stagione 2009/10, rispetto al suo predecessore Stefano Cioppi, il tecnico pavese potè fruire dei servizi del nuovo giocatore americano Rashad Anderson e, specialmente, di Marko Milic, pur tenendo ben presente che l’ingaggio dello sloveno avvenne su precisa indicazione di Attilio Caja stesso. Ingaggi che, comunque, innalzarono decisamente il valore della squadra.

La scorsa stagione, l’Artiglio subentrò a Tomo Mahoric alla quinta di campionato, all’inizio del mese di novembre. La squadra risponde positivamente: niente più confusione nella fase difensiva, ritrovato mordente nell’atteggiamento in campo, conseguenti punti subìti dagli avversari ridotti drasticamente. Permane, tuttavia, la difficoltà a trovare la via del canestro, ed alla seconda giornata del girone di ritorno, per la Vanoli si concretizza lo spettro della retrocessione: la squadra perde sciaguratamente in casa lo scontro contro la diretta concorrente Casale Monferrato e si ritrova ad occupare per la prima volta in stagione, dopo quasi tre mesi di gestione-Caja, l’ultima posizione in classifica con il morale sotto i tacchi che lascia poche speranze di ripresa. E’ il 29 gennaio 2012.

Due giorni dopo, la svolta decisiva: la società ingaggia dall’Ostenda Jason Rich. La guardia della Florida sbarca al centro della Val Padana senza annunci roboanti, inizia a lavorare sodo in allenamento, si mette al servizio dei compagni. In partita si fa carico con sapiente equilibrio della fase offensiva, si accolla la responsabilità delle giocate più difficili nei frangenti cruciali del match, praticamente senza mai sbagliare un tiro. Risultato: dal PalaRadi escono sconfitte, in sequenza, Bologna, Roma e Milano e tutte le altre squadre scese in campo a Cremona fino al record finale di 9 vittorie su 14 gare disputate da Rich. Alla fine, niente play-offs solo perchè non rimane tempo sufficiente: è decima posizione in graduatoria.

Jason Rich – Foto Castellani

I media ed il pubblico osannarono il coach: “Attilio Caja ha salvato la Vanoli dalla retrocessione”. Domande: Fu la salvezza di Attilio Caja, oppure la salvezza di Jason Rich? In quale percentuale ripartire il merito rispettivo?

3 – Esonerato a causa delle pesanti sconfitte rimediate contro Cantù e Milano?

Certamente Cremona, con il budget più basso dell’intero campionato, non può e non deve competere né contro Cantù né contro Milano. Tuttavia, c’è modo e modo di uscire dal campo sconfitti: a Cantù la squadra si è squagliata già dopo la prima frazione di gioco, ritrovandosi a -30 già al 30’. Nel turno di campionato successivo, in casa contro Milano, alla fine dei primi 20’, la squadra aveva messo a referto la miseria di 5/24 da due; 7 palle recuperate alla fine dei 40’ di gioco. Troppo poco.

L’amministratore delegato Andrea Zagni aggiungeva: “Per noi è importante lavorare in serenità, ma non c’erano più le condizioni”.

L’agente FIBA Mario Scotti, spesso presente al PalaRadi, anche agli allenamenti, la scorsa settimana ha dichiarato: “Il cambio di allenatore non è certamente dovuto alle sconfitte patite da Cantù e Milano, ma da una spaccatura con la società“.

4 – “Mi hanno detto che le medie di tiro basse dei giocatori erano dovute alla pressione che mettevo, ora con l’autogestione probabilmente faranno meglio”.

 Caja in più occasioni aveva espresso il suo scoramento esclamando: “Che ci può fare l’allenatore se la squadra segna con il 30% di realizzazione?”. Scoramento evidente anche dalle reazioni gestuali e delle espressioni facciali che risaltavano in panchina in seguito agli errori in fase di conclusione commessi dai suoi giocatori nel corso delle partite.

Nelle due partite fin qui disputate senza Caja alla guida tecnica, la squadra ha realizzato la media di 85 punti contro i 70 di media della gestione Caja  con il 57% da due (con Caja era il 45%) ed il 33% da tre contro il 23% della gestione Caja. Dunque, la squadra ha segnato di più a seguito delle accresciute percentuali di realizzazione.

Davvero, Attilio, la pressione mentale esercitata sui giocatori non ci azzeccava nulla? ‘Con l’autogestione probabilmente faranno meglio’, ad oggi è profezia ampiamente adempiuta.  Sassari, quasi sconfitta a domicilio, è una squadra ad oggi equivalente a Cantù e Milano; Venezia, sconfitta in casa, è composta da un organico da primi cinque posizioni in graduatoria.

Eccessiva la pressione esercitata sui giocatori da Attilio Caja?

I tifosi Vanoli

 Interessante notare la voce degli appassionati che seguono con sistematicità gli allenamenti della squadra. Ai primi di novembre, uno di essi, indirizzò una lettera al direttore del quotidiano di Cremona La Provincia, in cui denunciava l’esagerata pressione dell’allenatore ai danni dei giocatori. Di seguito il testo:

Buongiorno Direttore

 Le chiedo ospitalita’ perché l’atteggiamento di Caia non mi piace per niente. Sembra un infallibile, sempre rude, ha un atteggiamento negativo verso i giocatori (specialmente con alcuni), imprecando in continuazione. Sempre pronto a sguardi truci verso i giocatori, un dentro e fuori. Alcuni giocatori, invece di renderli produttivi, li distrugge moralmente sia in partita che in allenamento. Senza l’entusiasmo non si realizza qualcosa di grande, lo ricordi coach Caja”.

Ad esonero avvenuto, ecco ripresentarsi, attraverso il quotidiano locale, la voce dei sostenitori sempre presenti agli allenamenti:

Buongiorno Direttore,

 Un coach non irride o schernisce i suoi giocatori. I giocatori non giocavano tranquilli per paura di sbagliare:la paura che il Sig. Caja ha inculcato nella mente dei giocatori. Adesso il Sig Caia spara a destra e manca perche’ la societa’ lo ha esonerato, ma con la sua esperienza avrebbe dovuto moderarsi nelle sue esternazioni sia fisiche(agitazione perenne in panchina) che a parole. La prego, non difenda un indifendibile sul lato etico sportivo, perche’ e’ questo che manca al Sig.Caja per essere un grande allenatore”.

Ora si raffrontino le espressioni citate sopra con quelle del dirigente Andrea Zagni, ripetute di seguito:

“Per noi è importante lavorare in serenità, ma non c’erano più le condizioni”.

Si confrontino anche con quelle di Andrjia Stipanovic, il quale veniva sostituito da coach Caja praticamente ad ogni errore: a

Stipanovic a canestro (Foto di Foto Bignami)

Cantù ha potuto far registrare il record di essere sostituito poco dopo il 30’’ di gioco, vale a dire al primo errore commesso. Nell’intervista rilasciata lo scorso sabato a La Gazzetta dello Sport Lombardo, ha dichiarato:

“Con Gresta sicuramente c’è più feeling e il rapporto umano è migliore. Ha un approccio più comunicativo. Siamo perfettamente consapevoli di poter giocare molto meglio di come abbiamo fatto nelle ultime partite. Con Gresta credo che andremo lontano. Ci fa giocare molto di più, l’ambiente è più tranquillo. Si è visto nella partita contro Sassari in cui fino all’ultimo ce la siamo giocata. Io stesso ho fatto senza dubbio la partita migliore da quando sono a Cremona”.

 A ciò si aggiungano le parole di Luigi Gresta alla conferenza di presentazione alla stampa:

Voglio puntare sull’orgoglio dei giocatori, essere più propositivo che punitivo”, in chiara antitesi al suo predecessore pur senza citarlo.

 

Coach Gresta (Foto di Foto Bignami)

Sono state riportate sopra le dichiarazioni di quattro tipi diversi di testimoni oculari ed auricolari, ma tutti convergenti su quello che era l’atteggiamento in allenamento di Attilio Caja verso i suoi giocatori: il vero problema che ha portato all’esonero del coach e ad un’inversione di risultati come conseguenza logica di una palese serenità ritrovata dai giocatori, evidente in campo dall’entusiasmo con cui si esprimono, dai sorrisi, dalla ritrovata energia, dalla complicità reciproca.

Al contrario, chi ha mai visto al PalaRadi dall’inizio della stagione in corso, specie agli allenamenti, i vari Valerio Bianchini, Matteo Boniciolli, i giornalisti che hanno sentenziato senza mai essere stati testimoni di nulla?

Un antico proverbio biblico, scritto dal saggio Re Salomone, già oltre 2700 anni or sono, esprimeva il seguente ineluttabile ed ancora attualissimo concetto: “Esprimersi prima di conoscere è stoltezza e umiliazione”.

Comprensibile che la stima e l’affetto che l’Artiglio si è guadagnato nel corso della ventennale carriera di allenatore abbia condizionato il giudizio dei colleghi e dei media del settore, portandoli ad esprimersi senza avere prima conosciuto il caso nello specifico; certo, si sa, anche i migliori possono sbagliare, ma ciò non significa che la persona o il professionista si sia “imbrocchito” in maniera irrimediabile. Attilio Caja ha lasciato in eredità a Luigi Gresta ed alla squadra  l’organizzazione e la determinazione difensiva che loro dovranno impegnarsi a non smarrire.

Tuttavia, perché, volendo servire un’attenuante a Caja, scrivere di un budget ridicoloa disposizione del coach? Non trattasi della

Il sorriso ritrovato del Presidente Aldo Vanoli e dei giocatori al termine della partita della scorsa domenica

identica disponibilità finanziaria accettata dal coach in sede di firma del contratto? Anzi, non è stato accontentato dalla società con ben due spese fuori programma che rispondono ai nomi di Vitali e Peric?

Il Presidente Vanoli ha convinto in estate coach Caja a dimezzarsi lo stipendio? Ma, ‘sono finiti i tempi delle vacche grasse’, non è stata la ricorrente espressione del tecnico mentre invitava i giocatori ad abbassare a loro volta le loro pretese economiche?

La scorsa settimana, i conduttori di Radio2 affermavano che non avrebbero scommesso neppure un euro sulla possibilità di vittoria di Cremona nella gara che avrebbero disputato contro Venezia?

Persa un opportunità di vincita. Si ribadisce: chi ha mai visto al PalaRadi di Cremona i conduttori di Radio2?

E’ forse una colpa avere avuto successo commerciale in ambito suinicolo? Forse qualcuno disprezza il salame Cremona IGP a motivo della sua derivazione suina?

Non si trascuri che ci si riferisce ad un presidente che la scorsa estate, dinanzi alla proposta avanzata dall’Olimpia Milano a Flavio Portaluppi, non solo ha provato soddisfazione per lui prima di pensare ai problemi che tale fulmine a ciel sereno avrebbe potuto procurargli, ma non ha mai neppure rivendicato il dovuto buy-out previsto dal contratto in caso di rescissione anticipata a causa del danno che ne consegue. Quel che si dice ‘uomo integro e retto’. La stessa rettitudine che ha impedito che un allenatore, solo perché blasonato nell’ambiente, perpetrasse ulteriormente nei confronti delle persone/giocatori il trattamento denunciato dagli appassionati testimoni già ad inizio stagione.

Società dilettantistica?

 Certamente nella società Guerino Vanoli basket non figura un dirigente professionista come sono stati Ario Costa prima e Flavio Portaluppi poi; tuttavia, i dirigenti attuali ne hanno fatto una professione svolta a tempo pieno e, ciò che più conta, la scelta operata di sostituire Attilio Caja con Luigi Gresta sta avendo il prezioso supporto dei risultati: serenità ed entusiasmo tra i giocatori, nel rapporto giocatori/dirigenti, risultati con conseguente ritrovato entusiasmo tra il pubblico, il quale è tornato a divertirsi grazie anche all’accresciuto spettacolo presentato dal gioco rinnovato dal nuovo head-coach, malgrado l’iniziale malumore indotto dai media. Da tempo non si vedeva una transizione ma solo attacchi a difesa schierata con la palla affidata prevalentemente al miglior attaccante disponibile con la speranza che poi ci pensasse lui.

La torta celebrativa delle 100 partite in Serie A

Conclusione

La Vanoli Cremona del nuovo corso potrebbe anche non divenire una squadra da play-off; tuttavia, la tendenza intrapresa dice di un gruppo coeso, sorridente, sereno che produce in campo gioco e risultati e che certamente non fatica ad assumersi le proprie dovute responsabilità. Un ambiente gradevole che ha già contagiato il pubblico, tornato a divertirsi ed entusiasmarsi sugli spalti dell’impianto cremonese e pronto ad incrementarsi anche numericamente per conferire continuità alla striscia di presenza nella massima serie di questa società, modello di etica e correttezza e che, proprio in occasione del successo di domenica scorsa, ha celebrato la centesima partita in Serie A della sua breve storia.