AVELLINO – Da provinciale vincente a delusione del campionato?  Analizzando il cammino dopo diciassette giornate di campionato  della Sidigas Avellino sembra scontato dirlo.  I numeri e i fatti non sorridono di certo al sodalizio biancoverde, protagonista di una stagione degna del miglior film di Dario Argento. Vincere soltanto due gare in trasferta (e a distanza di due mesi l’una dall’altra – Pistoia il 20 ottobre e Bologna il 22 dicembre) non è un bottino confortante e rassicurante per chi, ad inizio anno, prospettava altri obiettivi. Inutile negarlo: la mancata qualificazione alle Final Eight di Milano ha rappresentato un rospo difficile da ingoiare per un club che, a partire dal maggio 2012 con l’ingresso in società della Sidigas dell’Ingegner De Cesare, sta portando avanti un discorso di programmazione che punta sia al raggiungimento di importanti risultati sul  parquet sia alla conoscenza e alla sponsorizzazione del brand Scandone – Sidigas in Campania e nel resto d’Italia.  Tuttavia è noto che nello sport ciò che maggiormente contano sono le vittorie e le sconfitte. E da questo punto di vista i “lupi” hanno mostrato di essere poco “affamati”. Al punto da provocare lo sciopero del tifo per i primi 30’ di gioco nell’ultima gara contro la Giorgio Tesi Group Pistoia. Le sconfitte in rapida successione contro l’Enel Brindisi e la Vuelle Pesaro hanno confermato i problemi strutturali e, soprattutto di natura caratteriale, che gravano sul roster avellinese dall’apertura della regular season. La concentrazione è il tendine d’Achille della Sidigas. Non è un mistero che i ko arrivati siano figli della poca dedizione e inclinazione mentale alla fase difensiva sia in allenamento (ammessa anche dallo stesso assistant coach Gianluca Tucci)  sia in partita da parte di un gruppo che sembra sempre più ostaggio dei suoi errori e, al tempo stesso, incapace di uscirne fuori una volta per tutte. Un paradosso se si tiene conto che l’età media della rosa è tra le più alte dell’intera lega e vista la presenza di atleti del calibro di Ivanov, Spinelli, Cavaliero, Hayes e Lakovic. Se Avellino riuscisse a risolvere definitivamente questo problema, i tifosi finalmente potrebbe davvero cominciare a sognare in grande: i playoff, il vero obiettivo per Spinelli e compagni. Adesso resta da capire che futuro si prospetta per la Scandone che finora ha avuto a disposizione la brutta copia del Lakovic dello scorso anno. Il play sloveno è sulla strada del recupero dai problemi fisici ai tendini che ne hanno limitato le sue prestazioni (sebbene sia tra i primi cinque nella classifica dei migliori assist man). Le note liete vengono da Cavaliero, la vera sorpresa nonché leader di una squadra che troppo spesso pecca di personalità nei momenti chiavi dei match. E la coppia sotto canestro Ivanov-Thomas: devastante, inarrestabile ed intercambiabile nell’area pitturata. Il centro di Baltimora nelle scorse settimane è stato protagonista di un caso(poi rientrato) prima della gara a Reggio Emilia, non partendo coi compagni di squadra. Un episodio con tanta dietrologia ma sul quale la società non è stata impeccabile in termini di chiarimenti. Lo stesso dicasi per l’ultima grana riguardante Richardson e Dean, ormai prossimi a salutare l’Irpinia. La decisione di Vitucci di punire “chi non si allena” è suonata come un altolà a chi non ha più la ferma intenzione di voler risalire la china e provare a raddrizzare una barca che più volte quest’anno è sembrata vicino al naufragio. Con la pausa per le Final Eight la società è pronta a ritornare sul mercato alla ricerca di un play–guardia e un’ala piccola. C’è aria di rivoluzione, quindi, alle pendici del Partenio. L’ennesima della gestione De Cesare – Sidigas. I tifosi incrociano le dita, sperando che questa sia finalmente la volta buona.