SCAVOLINI SIVIGLIA PESARO – BENNET CANTU’ 72 – 69 (17-12, 36-26, 51-46)

 SCAVOLINI SIVIGLIA PESARO: White 14, Cavaliero 10, Hickman 28, Alibegovic ne, Cercolani ne, Cusin 7, Tortu’ ne, Flamini 0, Hackett 2, Lydeka 2, Urbutis ne, Jones 9

BENNET CANTU’: Micov 14, Markoishvili 17, Leunen 2, Marconato 2, Mazzarino 10, Perkins 7, Diviach ne, Shermadini 15, Bolzonella 0, Meroni ne, Brunner 7, Basile ne.

 Arbitri: Tolga Sahin, Gianluca Sardella, Massimiliano Duranti

 PESARO – Nella gara rinviata causa i disagi provocati dall’ingente nevicata che ha colpito le Marche nel mese di Febbraio, Bennet e Scavolini Siviglia danno vita ad una partita molto accesa e a tratti spigolosa: ben 4 giocatori usciti per 5 falli (Jumaine Jones, Micov, Markoishvili e Perkins), 3 sospensioni di gioco per giocatori infortunati (Hackett, Brunner e White), uno dei quali non è più rientrato (l’americano dei pesaresi) e 2 falli tecnici fischiati ai pesaresi (che portavano in entrambi i casi i giocatori resisi protagonisti della protesta a 4 falli personali). Da questa lotta ne esce vincitrice Pesaro, sempre in vantaggio per quasi tutta la partita, che si aggrappa al carattere e alla voglia di vincere di un Ricky Hickman davvero strabiliante.

 Così sono scese in campo le due squadre alla palla a due:

 PESARO: Hickman, Hackett, White, Jones, Cusin

CANTU’: Mazzarino, Perkins, Micov, Leunen, Marconato

 Prima della partenza, da registrare lo stato fisico non ottimale dei lombardi, scesi a Pesaro senza Cinciarini (per una volta nemo propheta in patria) e con un Basile nei 12 per questione di firma, per di più con un Leunen in campo in condizioni precarie: nonostante questo l’inizio è tutto canturino, 5-0, con la Scavolini che sbaglia i primi 7 tiri dal campo tentati. La Bennet però non ne approfitta pienamente, nonostante arrivino tiri ben costruiti, in particolar modo Mazzarino pecca di mira ed arrivano 3 errori inusuali al tiro. Così sono le due schiacciate di Cusin, una delle quale accompagnata dal fallo e dal tiro libero supplementare, a dare il primo vantaggio ai padroni di casa (10-9) nonché ultimo momento che vedrà Cantù sopra nel punteggio.

Il secondo quarto inizia sul 17-12 e con il consueto striscione della tifoseria di casa pro-ospiti, ribadendo un gemellaggio che dura da anni. Pesaro cerca di allungare ulteriormente con un parziale di 4-0 generato da 2 contropiedi, il secondo dei quali “aiutato” da un Brunner che rimane a terra dolorante dall’altra parte del canestro. Cantù rimane attaccata alla partita grazie ad un paio di triple a firma Perkins e Markoishvili e accorcia ulteriormente quando, con 3 minuti sul cronometro del secondo quarto, arrivano in sequenza il terzo e quarto fallo di Cusin (fino a quel momento 7 punti per lui), dovuti ad un blocco in movimento e successiva protesta, parsa ai più non così evidente. Il -4 (30-26) sembra rimettere in gioco i canturini, ma per chiudere il secondo quarto arriva la prima ondata di un Ricky Hickman di cui sentiremo ancora parlare nel proseguo della cronaca, 4 punti filati per lui, altri 2 dalla lunetta per Lydeka (gli unici della sua partita) e Pesaro va al riposo lungo in vantaggio per 36-26, massimo vantaggio, con un invidiabile 12/12 dalla lunetta.

Il vantaggio di 10 punti viene mantenuto per larghi tratti del terzo periodo, nel quale Cantù trova con insistenza ed efficacia le soluzioni per coinvolgere Shermadini (3/3 nel periodo) e Pesaro risponde con un White ispirato, che dopo aver sofferto l’asfissiante marcatura di Micov che gli aveva concesso solo 3 punti nei primi 20 minuti, riesce a salire in cattedra subendo ben 4 falli nel quarto e mettendo a segno 9 punti; arriva da lui anche il primo tiro libero sbagliato della Scavolini che concluderà la partita con un’invidiabile percentuale di squadra del 90% (20 su 22).

Sulle ali di White, Pesaro tocca il massimo vantaggio (50-36) a 2 minuti dalla fine del terzo periodo, ma qui la partita cambia e i fattori di svolta sono due: prima Jumaine Jones doppia l’impresa che aveva visto protagonista Cusin nella prima parte di partita: fallo a rimbalzo, proteste, tecnico e quarto fallo per lui; poi ci pensa la zona ordinata da Trincheri, anche costretto da una situazione falli che vede concludere il terzo periodo con 3 dei suoi gravati da 4 falli (Mazzarino, Perkins e Micov).

Nonostante la Bennet non sfrutti i 3 liberi derivanti dal fallo e dal tecnico (0/3), il vantaggio si assottiglia sempre più e vede il terzo periodo chiudersi sul punteggio di 51 a 46.

Pesaro fa fatica ad attaccare la nuova difesa canturina, non riesce mai a trovare il centro dell’aria, la zona sfida i pesaresi a tirare da 3: ben 10 triple tentate negli ultmi 10 minuti di partita, spesso figlie di una palla che fa fatica a girare. Grazie al nuovo approccio difensivo poi Cantù riesce a non commettere più alcuna infrazione (solo 2 falli fatti nell’ ultimo periodo, sino alla saga dei falli “volontari”), offensivamente continuano ad arrivare i rifornimenti interni per Shermadini che però è meno preciso (3/8 per lui nell’ultimo quarto), arrivano le triple di Markoishvili e Micov, il canestro in penetrazione di Mazzarino a dare il -4 (60-56), ma non è quello che fa più male alla Scavolini: infatti nel giro dei 30 secondi successivi prima White si accascia al suolo (problema al quadricipite femorale per lui) e sarà out per il resto della partita, poi Jumaine Jones, rientrato con 4 falli per sostituire proprio lo sfortunato White, commette la quinta infrazione personale. Pesaro si trova senza 2 dei suoi giocatori migliori e con la Bennet che sente l’odore della rimonta.

E’ in questa situazione di estrema difficoltà per i padroni di casa, che sale in cattedra Ricky Hickman, 15 punti nell’ultimo quarto, 3 triple di assoluta importanza contro una zona che aveva tolto ogni ritmo offensivo ai biancorossi e l’azione che è l’highlight assoluto della partita. Ma andiamo con ordine: Cantù dal -4, nonostante le triple di cui sopra di Hickman, riesce a rosicchiare altri punti, appoggiandosi al solito Shermadini. I liberi di Leunen danno il -1 a 2 minuti dalla fine. Qui succede l’inimmaginabile: Cavaliero, 0/4 da 3 sino a quel momento della partita, ma meno pasticcione del solito, decide che è il momento di togliere un po’ di pressione da Hickman che fino a quel momento aveva messo a segno 13 punti consecutivi, si prende una tripla con 0 coscienza, che finisce a segno. Dall’altra parte Markoishvili fa un sanguinoso 0/2 dalla lunetta (8/14 di squadra, 57% di Cantu, contro il già citato 90% dei marchigiani). L’ ultimo minuto sembra non finire mai. Cantu torna a -2 e si guadagna un’altra chance di rimonta, quando però, dopo l’ ennesima buona difesa, Shermadini si fa sfuggire il rimbalzo difensivo praticamente urtando con Micov. Sui nuovi 24 secondi va in scena il punto esclamativo: Trincheri con 30 secondi sul cronometro decide di giocarsela senza il fallo, Hickman riesce per la prima volta a prendere un blocco per aprirsi una via di penetrazione, la schiacciata che ne consegue sopra a 2 canturini pronti a stopparlo fa esplodere l’ Adriatic Arena con il numero 7 che torna correndo verso la curva dei suoi tifosi. La standing ovation successiva copre gli ultimi secondi di partita, i falli sistematici servono solo per registrare il secondo e ultimo errore dalla lunetta della Scavolini e a sancire il risultato finale di 72 a 69.

MVP: Ricky Hickman, chi altro?! 28 punti complessivi, 15 nell’ultimo periodo, 6/6 da 2, 3/7 da 3, 7/7 ai liberi, ma più che le cifre, la sensazione che nel momento di difficoltà della squadra lui se la sia caricata tutta sulle spalle, da vero leader…e non è la prima volta.

 IL PEGGIORE: difficile colpevolizzare qualcuno di Cantù. Se proprio dobbiamo, balza all’occhio la scarsa vena realizzativa dalla distanza di Mazzarino (1/5) con molti tiri presi sempre con buono spazio, da uno come lui ci si aspettano altre percentuali. Tra i padroni di casa fa strano vedere un Hackett del tutto assente offensivamente (un solo tiro tentato in 27 minuti di gioco), specie nei minuti finali quando la squadra aveva bisogno di alternative ad Hickman.

FRANCESCO CIAVATTINI