esposito vincenzoE’ un giorno di festa a Caserta. E’ il giorno del ritorno di Enzino Esposito nella città della Reggia a vent’anni di distanza. El Diablo torna a casa dopo ventun anni passati a segnare, ovunque sia passato: Italia, Spagna, anche in NBA da cui si è portato l’onore di aver brillato al Madison Square Garden.  Torna in Terra di Lavoro con un bagaglio da allenatore, ma qui metterà prima la sua esperienza al servizio dei ragazzi della Juvecaserta Academy, con la presenza anche in panchina come assistente di Lele Molin. Ma prima delle sfumature tecniche, ci sono i sentimenti: si sente un Esposito emozionato nel parlare con i giornalisti e con i tifosi accorsi a riabbracciarlo:”Non mi aspettavo così tanta gente. Fa capire che ho lasciato il segno e sono ancora ben voluto. Non avrò un ruolo di primissimo piano, ma nonostante questo siete tutti qui. Pensavo all’accoglienza durante il viaggio da Imola, pensavo a qualcosa da dire… L’assassino che torna sul luogo del delitto, ma penso che la frase più giusta sia che il primo amore non si scorda mai. Il mio cuore è sempre stato bianconero, nonostante abbia qualche sfumatura di altri colori grazie soprattutto alla famiglia Maggiò”. Enzino, lo scugnizzo, è diventato grande ma con l’animo genuino di ciò che era nonostante le esperienze. Sul tema spiega il perché ha scelto la vita dell’allenatore si spiega: “Nel 2009 ho smesso di giocare, nonostante sia ancora capace di mettere piede in campo (ride…) per diventare allenatore e dedicarmi ai giovani, poter lavorare con loro e regalargli la mia esperienza. Non avrei potuto perseguire altri ruoli se non quello di essere ancora sul parquet ed in palestra. Ora sono parte di uno staff che ha avuto esperienze vincenti tra Molin, Baioni ed Atripaldi, mi permetterà di crescere. Ho avuto delle opportunità e sono riuscito ad aiutare la maturazione di Stefano Gentile. Se mi avessero proposto anche la serie C non avrei avuto problemi, non ho paura a confrontarmi con nuovi mondi. Vengo qui per mettermi a disposizione con umiltà e professionalità per la Juvecaserta e per il capo allenatore che è Lele Molin. Ringrazio Iavazzi e Barbagallo per avermi chiamato, i primi da quando ho lasciato per la prima volta Caserta. Hanno messo su un progetto interessante”.

E’ una iniezione importante per lo staff di Lele Molin, che capisce la ‘sacralità’ della situazione facendogli gli onori:“E’ il suo giorno. Tutto questo, le sue parole, fanno capire la persona che è. L’idea parte da lontano: non nasce da me ma ho compreso come questa mossa potesse aiutare tutti. Avere nello staff un ex giocatore che sa come funzionano le dinamiche nello spogliatoio e relazionarsi con un coach, è un eccellente strumento per aiutare i nuovi giocatori a capire cos’è la vita in un club europeo. Credo che Enzo sia un modello per i giovani casertani, è uno che ce l’ha fatta nella sua carriera e arricchirà il progetto partito dallo scorso anno”. Il coach chiude con una ‘investitura’:”Mi auguro di restare a lungo a Caserta, ma lo dico sinceramente, se dovesse essere lui il mio successore, ne sarei ben felice”.

Un gioviale Marco Atripaldi spiega le sue sensazioni ai giornalisti: “Un vero piacere aver contribuito al sui ritorno. Spero che sia un punto di partenza per degli ottimi risultati per tutto l’ambiente casertano. La sua è una grande iniezione di cuore e passione, Oltre ad un grande apporto di competenza e conoscenza, tanto è vero che nella scelta dei giocatori avrà il suo peso. L’ho visto allenare i ragazzi e si è anche messo a giocare con loro con tutta la naturalezza di questo mondo. Riportiamo a casa un casertano che ce l’ha fatta , una persona disponibile e diretta, caratteristiche che forse gli sono costate qualcosa, il suo aiuto può essere fondamentale ad un altro Enzino Esposito, o qualcuno che ci vada vicino”.

Il presidente Carlo Barbagallo è felice come un bambino, lui che casertano non è di nascita, ma è un dettaglio a cui nessuno ci fa caso: “È  il coronamento di un sogno portare Enzo qui a Caserta, lo inseguivamo già dallo scorso anno. È il giusto riconoscimento per Caserta e i casertani ma soprattutto per lui.” Il patron Lello Iavazzi riprende una frase detta da Esposito, la lontananza del Diablo durata vent’anni:“Mi dispiace per i nostri predecessori che non si sono resi conto di ciò che Enzo rappresentava. È giusto guardare al futuro, ma lo si costruisce solo guardando al passato. Volevo vederlo un’ultima volta con la maglia bianconera ma non ci siamo riusciti. Ti chiedo scusa per ciò che è stato fatto in qeusti venti anni, ora spero di lavorare insieme a lungo”.