L’ex canturino risponde a tutti i requisiti richiesti dal nuovo allenatore biancorosso. Vitucci e Giofrè alla Summer League di Miami osservano anche il rookie Murphy

Mike Green (foto S. Bonaceto 2012)

E’ quello di Mike Green uno dei nomi sulla “lista della spesa” della coppia Vitucci-Giofrè nel viaggio tra Orlando e Las Vegas. Il 27enne playmaker americano, due anni fa titolare nella Bennet Cantù che arrivò alla finale di Coppa Italia e alla finale-scudetto contro Siena, corrisponde appieno all’identikit dell’uomo d’ordine in cabina di regia sul quale si sta riflettendo per mettere un tassello fondamentale nell’ossatura della Cimberio 2012/2013.

L’atleta di Philadelphia sta disputando la Summer League della Florida con la maglia degli Utah Jazz (ieri notte 2 punti con 1/5 al tiro più 3 rimbalzi e 4 assist nella gara inaugurale), e l’occasione di vederlo all’opera potrebbe essere ghiotta per scambiare qualche impressione dal vivo col giocatore.
Quella di Green è un’idea maturata subito dopo l’addio di Rok Stipcevic, con l’intento di puntare su un elemento affidabile e dal rendimento garantito in un ruolo nevralgico come quello di playmaker.

Certamente un atleta molto diverso rispetto a Marques Green, solo omonimo del’ex canturino che nelle ultime due stagioni era stato il “pilota” della Sidigas di Frank Vitucci con ampia facoltà di scelta sulle situazioni di gioco. Il regista del 1985 è invece il classico giocatore ”di sistema”, più abile nel far giocare i compagni che a mettersi in proprio: lo dimostrano i numeri di due anni fa a Cantù (11,3 punti e 3,3 assist), dove è stato comunque interprete positivo del basket ”di squadra” di Andrea Trinchieri conquistando la seconda finale consecutiva nella sua avventura europea dopo quella raggiunta nel 2009/2010 in Belgio a Ostenda (13,3 punti e 3,5 assist di media).

Di certo si tratta di un giocatore efficace in un ruolo complementare ad altri attaccanti – in tal senso Ere è già una garanzia – piuttosto che un terminale principe: lo dimostrano anche le difficoltà incontrate nel 2011/2012 in LegAdue a Barcellona Pozzo di Gotto, dove era stato ingaggiato con compiti realizzativi faticando però notevolmente a calarsi in panni non suoi (alla fine 14,9 punti e 4,9 assist di media, comunque primo passatore del campionato ”cadetto”).

Trattandosi di un solido tessitore di gioco e non di un realizzatore estroso, quello di Green potrà non essere un nome ”eccitante” per i tifosi. In realtà però il regista di Philadelphia sa farsi valere in tanti aspetti del gioco: prima di tutto è un difensore solido, inoltre è un insospettabile rimbalzista (4,6 di media due anni fa a Cantù nonostante i 185 centimetri di statura) e infine è molto valido in penetrazione (5,3 liberi di media nella sua avventura in Brianza), potendo inoltre mettere sul piatto della bilancia una buona dose di leadership e carisma particolarmente adatta per il suo ruolo.

L’atleta laureato a Butler non è comunque l’unico giocatore seguìto da Varese, che nel caso in cui decidesse di puntare su un playmaker puro anziché su un realizzatore cercherebbe poi un’altra guardia con punti nelle mani da affiancare ad Ere. In tal senso si era guardato al ”rookie” Kevin Murphy, attualmente compagno di Green nella squadra estiva degli Utah Jazz dei quali è stato recentissimamente seconda scelta nel draft Nba dello scorso giugno.


Giuseppe Sciascia - La Prealpina