Pasta Reggia Caserta – Acqua Vitasnella Cantù 95-107 d1ts

Feldeine James (Foto R.Caruso 2014)

Feldeine James (Foto R.Caruso 2014)

La vittoria scacciacrisi va in terra brianzola. L’Acqua Vitasnella Cantù trova al Palamaggiò la prima vittoria stagionale lontano da casa, battendo al supplementare il fanalino di coda Pasta Reggia Caserta per 107-95. Non è bastata una Juve diversa, completamente trasformata da Markovski e dal nuovo innesto Dejan Ivanov, elettosi faro dei bianconeri con 19 punti e 11 rimbalzi, seguito da Claudio Tommasini, autore di 18 punti, e Sam Young che chiude a 17 in 25’, prima di farsi espellere dopo uno show di 30’’ in cui ha rovinato tutto quanto aveva fatto di buono. I brianzoli trovano in James Feldeine l’uomo della provvidenza: dopo 30 minuti abulici esplode fragorosamente quando si decide la gara e chiude a quota 27, con l’ex Gentile a seguirlo a quota 20 e Johnson Odom a 15 punti. La Juve resta ultima, seppur con enormi passi avanti sul piano tecnico, l’ex Pino Sacripanti invece respira con una vittoria che ridà animo alla sua Cantù.

Caserta: Gaines, Mordente, Moore, Scott, Ivanov.

Cantù: Johnson-Odom, Feldeine, Jones, Hollis, Williams.

La Juve inizia alla grande, presentandosi al pubblico del Palamaggiò con due triple di Scott costruite alla perfezione, con Hollis che ne paga le conseguenze venendo subito panchinato da Sacripanti. I bianconeri sono gasati, tenendo bene il maggior atletismo degli esterni avversari e continuando a tenere il muso avanti con Young ed Ivanov, che sigla il 14-9 al 6’. C’è gioco su entrambi i lati, Caserta è una squadra e con la fiammata di un positivo Tommasini, che simboleggia l’ottimo impatto della panchina, si tocca la doppia cifra di vantaggio all’8’, che resiste fino alla fine del primo parziale chiuso dal buzzer beater acrobatico di Frank Ganes (25-13).

Tommasini ha illuso i suoi con una partita di gran coraggio condita da 18 punti (foto Alessio Brandolini 2014)

Tommasini ha illuso i suoi con una partita di gran coraggio condita da 18 punti (foto Alessio Brandolini 2014)

Markovski apre il secondo quarto con un “quintettino” con Antonutti e Young da lunghi; Sacripanti accetta la sfida andando con Shermadini come boa e quattro esterni capaci di attaccare il ferro. Gentile e compagni riempiono di falli la Juve, già in bonus dopo più di tre minuti, ma i padroni di casa resistono con delle letture di gioco viste raramente durante questa stagione: i brianzoli, tranne qualche iniziativa sporadica di Johson-Odom, sono letteralmente in bambola e la schiacciata di Antonutti in contropiede segna il massimo vantaggio sul 41-23. Cantù risolve l’anemia offensiva (1/8 totale da tre) andando spesso da Buva e Williams; gli ospiti ritrovano dunque coraggio e si riavvicinano con un break di 2-12, che consegna al secondo tempo una partita tutta da giocare sul 43-35.

La Vitasnella ha oramai ripreso coraggio e, con lo stesso quintetto con cui è arrivato all’intervallo, fa un’ulteriore sprint grazie a 7 punti in fila di Abass: altro 0-9, break totale di 21-2 e Markovski deve chiamare time out sul 43-44 al 22’, vedendo la sua squadra da troppo tempo senza un briciolo di forza. È in questi casi che Sam Young deve prendersi sulle spalle la squadra, e il numero 4 riesce a non far fuggire gli avversari nel momento di massimo splendore. L’ex Memphis si fa prendere la mano innescando uno show che lo estromette dal match: protesta per un suo fallo e primo tecnico, capriola per far divertire il pubblico e sull’azione successiva si busca un secondo tecnico per simulazione. Cantù non prende le redini del gioco, anzi lo fa Dejan Ivanov che si tramuta in quattro e quattr’otto nell’idolo del Palamaggiò tenendo i suoi ad un’incollatura; Gaines e Tommasini completano il lavoro, ma la tripla di Gentile chiude il terzo quarto sul 60 pari.

La Juve non ha intenzione di mollare pur senza il suo alfiere e si rimbocca le maniche. Il tiro da tre punti, finora deficitario, diventa tutt’a un tratto un’arma fenomenale: due di Tommasini, Antonutti e Gaines portano i padroni di casa in vantaggio, ma sono otto punti di Feldeine a tenere Cantù in linea di galleggiamento (77-70 al 35’). Gaines e Moore falliscono dei tiri per allungare, ma Michelori e compagni costruiscono un muro attorno al ferro che cristallizza il risultato per un paio di minuti. Cantù si mette con il quintetto piccolo per contrastare le offensive avversarie, ma la Juve rimane paziente e mangia più secondi possibili, trovando poco il canestro e sforzandosi il più possibile in difesa. Dopo lungo peregrinare sono le triple di Gentile e Feldeine ad aprire la scatola e con 92 secondi sul cronometro il tabellone recita 81-78 per la Juve. Si va al finale in volata: la prima a fallire è la Juve con la tripla di Moore sputata dal ferro a 30’’ dal termine, Feldeine si prende l’incombenza del sorpasso ma imita il play bianconero, che va in lunetta e fa ½ con 11’’ da giocare. Il 4 biancoblù si fa perdonare con la penetrazione dell’84 pari, Moore prova a vincere il match in penetrazione ma sbatte sul ferro: è supplementare.

Shermadini e Johnson-Odom mandano avanti Cantù, mentre Caserta, palesemente sulle gambe, perde Gaines per falli. Il poster che il play di Cantù regala a Scott è un pugno pesantissimo da digerire per i bianconeri, che sbattono contro il ferro. Due bombe di Tommasini regalano ancora speranza all’alba dell’ultimo minuto, ma sono Gentile e Feldeine a sbattere la porta ai bianconeri che escono ancora una volta sconfitti.

MVP: James Feldeine. Tre quarti in cui è nullo, quando si decide la gara si sveglia e trascina i suoi con 21 punti in 15’, facendo uscire i suoi dalla mini-crisi.

Pasta Reggia Caserta – Acqua Vitasnella Cantù 95-107 d1ts (25-13, 43-35, 60-60, 84-84)

Caserta: Ivanov 19, Tommasini 18, Young 17. Rimbalzi 32 (Ivanov 11), Assist 16 (Moore 16)

Cantù: Feldeine 25, Gentile 20, Johnson-Odom e Williams 14. Rimbalzi 40 (Williams 8), Assist 15 (Johnson-Odom 3).