Così vicine ma così lontane. Dalle piccole variazioni dialettali all’abisso di punti che le separano nella classifica di Lega basket. L’ottava giornata presenta un confronto cestisticamente antitetico tra il brutto anatroccolo e il bel cigno di questo campionato: Vanoli Cremona – Olimpia Milano, una sfida che in questo periodo sembra non avere nulla da raccontare. Cremona, infatti, giunge all’incontro con un bagaglio di 5 sconfitte consecutive e una mini rivoluzione all’interno del roster, mentre i meneghini si presentano sul parquet del Pala Radi con un fil rouge di  7 vittorie, evento che non accadeva dal 1973. Repesa si appresta a concedere un ampio turnover ai giocatori più utilizzati, viste le 4 gare disputate in 7 giorni. Pancotto, dal canto suo, amplia la rotazione in panchina a nove uomini grazie all’innesto dell’ala piccola Paul Harris.

Il diciassettesimo derby lombardo tra Cremona e Milano fa il suo esordio in un Pala Radi completamente gremito e caloroso. Proprio il tifo del pubblico di casa sembra essere di grande aiuto alla Vanoli, capace di reggere l’indiscussa qualità tecnica degli ospiti finchè questi, a 2:34 dalla sirena, non iniziano ad affidarsi alle improvvise incursioni di Alessandro Gentile a cui rispondono le 2 triple di seguito di Tashawn Thomas. L’Olimpia difende egregiamente e Cremona fatica a penetrare nel fortino meneghino. Partita che rispetta le aspettative: il primo parziale recita 17-24.Cinciarini_MilanoCremona

La seconda frazione si apre con una Cremona aggressiva che poco può contro la qualità di Rakim Sanders: 6 punti improvvisi in questo avvio di quarto per l’ex MVP dei play off che confermano il vantaggio Milano. Partita abbastanza rocambolesca con le due squadre che faticano a segnare, ma la meglio la ha Cremona che con il nuovo acquisto Paul Harris scivola a meno due. Milano non incide, Sanders prova a dare una sveglia ai suoi ma Cremona non demorde: due possessi positivi consentono alla Vanoli di rimanere sui binari giusti. E’ l’equilibrio della sagra dell’errore: L’Olimpia sbaglia molto, la Vanoli pure, finchè Elston Turner non si mette in proprio con una bomba da tre punti, commutando così il gesto tecnico in punti d’oro colato che significano il 38-39 su cui si giunge all’intervallo lungo.

La stanchezza fisica e psicologica è il Leit Motiv del terzo quarto dell’Olimpia: molti errori sia dalla media che dalla lunga distanza. Cremona prova ad approfittarne con un ottimo tiro dall’arco di Thomas che permette ai biancoblu di restare alle calcagna dell’EA7. Sono sempre gli errori a farla da padrone, ma è un match più acceso che mai: Gentile perde clamorosamente palla e la Vanoli parte in contropiede con una schiacciata di Mian che fa esultare all’unisono il Pala Radi. Milano si crogiola improvvisamente nel detto latino errare è umano ma perseverare è diabolico; detto che sembra non avere nelle corde Cremona, molto più lucida. Ed è così che la frazione termina sul 53-51: più due Vanoli.

Ultimo atto che riprende da dove era terminato; Cremona si dimostra cinica con una prova corale di squadra; infatti, tutti i giocatori di coach Pancotto vanno a segno a dispetto degli uomini di Repesa che continuano a faticare a vedere il canestro. Tuttavia l’EA7, in quanto tale, prova a metterci l’esperienza e la professionalità di cui è ampiamente dotata per recuperare quella che sarebbe una straordinaria sconfitta: i meneghini provano a guadagnarsi dei viaggi in lunetta e col binomio Sanders – McLean provano a ristabilire l’ordine. La pattuglia milanese funziona e l’Olimpia si avvicina vorticosamente alla vanoli: meno 1 con ancora 3” da giocare. Sono minuti di passione per entrambe le squadre, segnate da una percentuale al tiro orribilmente bassa; e allora si passa al solito copione: falli e time out continui per entrambi i team, con la speranza di fermare un tempo dal futuro troppo angosciante e misterioso per tutti quanti.Jenkins_MilanoCremona

Il parquet sembra una selva oscura e la palla scotta. Questi i presupposti di un finale letteralmente infuocato: Milano si porta avanti di mestiere ma la Vanoli non molla e gioca con i tiri liberi. 70-70 a 60 secondi dalla fine ma alla fine è l’Olimpia ad avere la concentrazione giusta per espugnare un Pala Radi divertito ma, naturalmente, deluso dal risultato finale. Finisce 72-76, un punteggio che suona come una sentenza per una grintosa ed orgogliosa Cremona che si trova a fare i conti con la sfortuna e con l’ottavo storico successo consecutivo di Milano, che prosegue la sua corsa indisturbata in cima alla graduatoria.

 

Olimpia Milano: Macvan 14; Sanders 12; McLean 11; Pascolo 10; Hickman 9; Gentile 6; Dragic 4; Cinciarini 2; Abass 2; Simon 6

Vanoli Cremona: Harris 15; Holloway 15; Biligha 14; Thomas 10; Turner 4; Gaspardo 6; Mian 6; Amato 2; Wojciechovski

Parziali: 17-24; 21-15; 15-12; 19-25