Ferdinando Minucci (foto M.Cogliati)

Ferdinando Minucci (foto M.Cogliati)

Dopo gli studi di Scienze Politiche, Ferdinando Minucci ebbe i suoi primi contatti con il mondo del lavoro nel settore bancario prima di interessarsi a quello della comunicazione e dell’editoria, contribuendo alla nascita del Corriere di Siena, oltre che editore di Radio Siena e Tele Video Siena. Sono i primi anni ’90 quelli che videro il suo ingresso nel mondo del basket, ricoprendo inizialmente il ruolo di direttore del marketing per la Mens Sana Siena, ottenendo ben presto la direzione generale (1992) e successivamente la vice presidenza (1999). La squadra era finita in A2 e la sua risalita si deve in gran parte proprio alla intuizione di Minucci di creare una sinergia nella quale coinvolgere la città, attraverso l’azionariato popolare, e soprattutto le istituzioni. Ben presto la sezione basket si stazza dalla Polisportiva Mens Sana in Corpore Sano, fondata nel 1891, che resta come socio di maggioranza, 87%, della Mens Sana Basket.

Il passo decisivo, però, si verificò nell’anno 2000, con l’ingresso del Monte dei Paschi, favorito dallo stesso Minucci come ex dipendente della Banca. Ed arrivò anche la prima vittoria in Coppa Saporta (2002) con il turco Ergin Ataman come allenatore, e il primo scudetto (2004) con Charlie Recalcati. La stella di Minucci ormai brillava di luce propria, e piovevano i riconoscimenti: il “Mangia d’oro”, riconoscimento per i senesi che si sono distinti nel mondo, poi, per tre anni consecutivi (dal 2007 al 2009) la nomina a miglior dirigente del basket italiano, l’eminenza grigia dei sette scudetti consecutivi, fino allo scorso novembre (2013) quando ha ricevuto il premio speciale “Retina d’oro”, proprio mentre i suoi problemi e la parabola discendente erano già iniziati. Fino al colpo di coda dell’elezione a presidente in pectore della Lega Basket, lo scorso febbraio. Un incarico che nemmeno ha potuto iniziare.

Nel 2012 il suo nome era comparso nelle intercettazioni su presunti favori arbitrali ricevuti dalla Mens Sana, piccola tempesta dalla quale Minucci era riuscito ad uscire indenne. Nel gennaio 2013 si è dimette da presidente della Mens Sana in seguito ai primi sviluppi dell’operazione “Time Out” avviata dalla Guardia di Finanza sulle presunte irregolarità ed evasioni fiscali, nonché sul pagamento in nero di alcuni giocatori.
L’8 maggio 2014, con l’accusa di “associazione a delinquere tramite false dichiarazioni e false fatturazioni”, e la conseguente misura cautelare degli arresti domiciliari, probabilmente si è chiusa la sua vicenda sportiva e si è aperta quella giudiziaria.