“Coach, la possibilità di un addio all’Olimpia sta prendendo forma?”
“No no, anzi. Si continua a lavorare!”

Ecco, queste sono state le parole di Jasmin Repesa nella conferenza stampa post gara-5. È ovvio che dopo una delusione di quel tipo risulti complesso dire tutte le cose come stanno per davvero. Abbiamo, in un certo senso, rispettato le parole del coach delle Scarpette Rosse, secondo le quali sarebbe stato opportuno attendere un paio di giorni per cominciare a tirare le fila. Che l’avventura di Repesa sulla panchina di Milano sia arrivata all’epilogo è chiaro da settimane perché, oltre alle parole, contano tanti altri piccoli fattori che, sommati, arrivano a delineare l’imminente futuro di una società.

Perdere 4-1 con Trento, che ha meritato l’accesso alla finale, rappresenta una botta non indifferente. Tutto  ciò non autorizza una fetta del pubblico ad insultare la coppia Proli-Portaluppi in modo grave, e anche questo va sottolineato. L’operato della dirigenza dell’Olimpia è rivedibile, un concetto già ribadito dallo stesso Repesa a metà stagione, quando condannò l’atteggiamento di alcuni giocatori, spacciati per grandi acquisti ma che, riprendendo le parole del tecnico croato, non sono stati cercati dai top club su scala europea.

La “pulizia” assumerà concretezza nelle prossime settimane, dove la volontà sembra quella di trattenere il nucleo italiano, con Abass, Fontecchio, Cinciarini, Cerella e Pascolo che continueranno a vestire la maglia dell’Olimpia, insieme a Krunoslav Simon, sotto contratto fino al 2018. Hickman, Sanders e McLean hanno già le valige pronte, mentre per Mantas Kalnietis e Milan Macvan la situazione risulta ancora da chiarire. Tarczewski e Dragic hanno potuto mostrare il loro potenziale solo parzialmente e, quindi, la sorte che li attende non è ancora stabilita.
Riprendendo ciò che sta accadendo nel mondo del calcio, dove la priorità risiede nella scelta della guida tecnica, anche nella Milano della palla a spicchi la questione allenatore tiene banco. Le alternative sono diverse. David Blatt sembra essere in uscita dal Darussafaka di Istanbul e, onestamente, un profilo come il suo farebbe gola a qualsiasi squadra. Di richieste ne avrà di sicuro e, anche qui, l’Olimpia potrebbe rappresentare un’opzione solamente marginale per lui. Anche Pablo Laso rappresenta un profilo che, nelle ultime stagioni, ha guidato una squadra come il Real Madrid a diversi successi, ma nella capitale spagnola è arrivato il momento di cambiare. Joan Plaza e Simone Pianigiani sarebbero delle seconde scelte, così come Massimo Cancellieri, una figura che conosce bene la società ma che possiede meno appeal rispetto ai primi due profili citati.

Chi è uscito vincitore da questo uragano di delusioni è, senza dubbio, Davide Pascolo. La sua sofferenza in gara-5, per il danno fisico e per il fatto di veder la sua ex squadra accedere alla finale, ma l’apporto non è mai mancato. In diverse situazioni è sembrato l’unico a crederci, cosa che si è vista anche in Bruno Cerella, idolo del Forum. Questi due giocatori, però, non possono essere il simbolo di una squadra chiamata a fare bene sia in Serie A che in Eurolega. L’estate dirà tanto, tantissimo di quella che sarà la dimensione dell’Olimpia nei prossimi due anni. L’uscita, in anticipo sulla tabella di marcia, dai playoff non sarà un fatto così negativo per le Scarpette Rosse. Perché, forse, con la vittoria dello scudetto o con la sconfitta in finale dopo una serie di partite tirate la valutazione sarebbe cambiata, e non poco. A Milano è tempo di non illudersi più e di creare delle aspettative che siano all’altezza del materiale di cui la società di Giorgio Armani dispone.
Ecco, appunto. Il signor Armani. In uno degli striscioni apparsi in curva sul finire di gara-5, il proprietario dell’Olimpia è stato invitato a valutare Proli e Portaluppi e, nel caso fosse convinto della bontà della sua scelta, ad andarsene anche lui. Forse non sanno che senza il loro caro patron, buona parte di quello che è stato costruito negli ultimi anni cadrebbe a picco. Tante critiche alla società e, probabilmente, troppo poche nei confronti di Repesa e giocatori. Il vero fallimento di questa Milano. Sono tante le situazioni incomprensibili che si sono delineate negli ultimi mesi, a partire dal minutaggio di Andrea Cinciarini. Un giocatore che non si risparmia, che difende con grande tenacia e che ricopre il ruolo di capitano. Elemento però inadatto ad occupare la cabina di regia di una squadra che deve tornare grande. E questa è solamente una delle tante cose che andrebbero riviste in casa Olimpia.

Ah, ultimo appunto. A breve, Alessandro Gentile dovrà discutere con la società a proposito del suo futuro.

A Milano è notte fonda.