Alvin Young (Foto: Daniele Furlanetto 2013)

Alvin Young (Foto: Daniele Furlanetto 2013)

MESTRE – Doveva essere la partita che, con un orecchio teso verso i risultati Caserta e Cremona, poteva dare la matematica certezza dell’ingresso alle Final Eight di Febbraio; è finita per essere la prima vittoria della Scandone Avellino lontano da casa, propiziata da un terzo quarto balisticamente di un altro pianeta, e ben difesa in un finale dove la Reyer era tornata a farsi minacciosamente vicina.

Questi i quintetti schierati da Mazzon e Tucci alla palla a due:
Venezia: Bulleri, Young, Diawara, Szewczyk, Magro.
Avellino: Shakur, Dean, Richardson, Ivanov, Johnson.

L’avvio di gara è soft con un canestro per parte a referto nei primi 2′ di gara. Venezia trova il primo vantaggio al 4′ con Alvin Young, 6-4, allungando fino al +5 con un gioco da tre punti firmato ancora dal numero 13 in orogranata. Avellino pasticcia tanto, troppo in attacco, finendo ripetutamente tra le maglie della difesa di Mazzon. La bomba di Guido Rosselli, all’8′, vale il massimo vantaggio dei padroni di casa: 18-12. L’aggressività nella propria metà campo, però, presenta ben presto il salatissimo conto al tavolo dell’Umana, che nel solo primo parziale registra il secondo fallo di Hubalek, Magro e Szewczyk. La bomba del +9 di Kee Kee Clark maschera comunque le preoccupazioni lagunari, mandando in archivio i primi 10′ sul punteggio di 23-14.

La seconda frazione di gioco si apre con un cameo di Szymon Szewczyk, cui viene fulmineamente fischiato un antisportivo per aver afferrato la maglia di un avversario nel pitturato. I liberi con il conseguente possesso fruttano un break avellinese di 5-0, cui fa seguito un 2/2 dalla lunetta di Mustafa Shakur: 26-27. Alvin Young dona nuova linfa a Venezia con la tripla del nuovo allungo, che trova il suo naturale proseguimento nei 5 punti griffati Szewczyk e nella gran difesa sulla palla di Guido Rosselli. Venezia scappa fino al +11, 44-33, Richardson e Young si scambiano parabole vincenti dalla lunga distanza, 47-36, con Avellino che ricucisce fino alla singola cifra di distacco negli ultimi istanti di seconda frazione. 49-40 e squadre negli spogliatoi.

Pronti, via, e la ripresa si apre con una bomba di Nikola Dragovic, preludio ad un parziale di 0-12 con cui la Scandone ribalta inesorabilmente punteggio ed inerzia del match. A poco serve il timeout chiamato frettolosamente dal coach Mazzon: il primo canestro della Reyer arriva quando sul cronometro del quarto sono rimasti 6:38 da giocare, ed è una breve parentesi all’interno di quella che è a tutti gli effetti una prestazione da ricordare. Taquan Dean e Nikola Dragovic infilano una bomba dietro l’altra, e solo le veloci soluzioni offensive pescate dai padroni di casa impediscono ai ragazzi di caoch Tucci di scappare via. Avellino tocca il +9 con la terza tripla di Dragovic, 57-66, ridotto poi al 63-68 del 30′.

Il mini-break in chiusura di terzo quarto carica il Taliercio di aspettative, ed il tanto agognato pareggio giunge a quota 74 con un layup di Szewczyk, dopo che Tim Bowers e l’eterno Young avevano risposto a tono alla caldissima mano di Ivanov. La parità è rotta però dall’ennesima tripla ospite, la quarta di Dragovic, prolungata in un mini allungo di 0-5 da un canestro di Shakur. Sale in cattedra Dean: una sua bomba ed un suo long-two tramutano il 78-81 in 78-86 ed il -4 confezionato da Rosselli e Bowers riaccende speranze che si spengono ventiquattro secondi dopo, sulla sirena, con il canestro da cinema di Dwight Hardy che vale l’82-88 a poco più di un minuto dalla fine. I titoli di coda scorrono sul Taliercio, con il fallo sistematico che porta a ben poco, se non ad avvicinare il punteggio alla tripla cifra. Avellino vince 93-97, il Taliercio torna terra di conquista, specie per chi naviga in acque ben peggiori di chi dovrebbe invece costruirvi le proprie fortune.

Umana Venezia – Sidigas Avellino 93 – 97 (23-14, 26-26, 14-28, 30-29)

Venezia: Clemente 0, Clark 3, Bulleri 9, Diawara 9, Marconato 6, Szewczyk 9, Young 23, Bowers 10, Rosselli 15, Magro 9, Hubalek 0, Candussi NE. Allenatore: Mazzon.
Avellino: Biligha 0, Salafia NE, Richardson 6, Spinelli 13, Ivanov 21, Tammaro NE, Hardy 12, Dragovic 12, Iurato NE, Shakur 8, Johnson 8, Dean 17. Allenatore: Tucci.

Spettatori: 3700 circa.

Arbitri: Cerebuch di Trieste, Lanzarini di Bologna, Mazzoni di Grosseto.

Il migliore: Kaloyan Ivanov. La gente ricordaerà la straordinaria prova di Taquan Dean e Nikola Dragovic dalla lunga distanza, ma tanti, tantissimi tasselli decisivi di questa vittoria sono stati posizionati dal corpulento Bulgaro, che porta acqua al mulino avellinese per quasi trenta minuti, chiudendo con 21 punti, 8 rimbalzi e percentuali, manco a dirlo, bulgare, dal campo e dalla lunetta.

Il peggiore: Yakhouba Diawara. La sua partenza è a marce alte, quella che serve per accendere il tifo, ma nel segmento più lungo della sua partita si ostina a cercare conclusioni dalla distanza che non appartengono al suo repertorio, salvo qualche rara eccezione, e che ne snaturano il gioco, sfumandolo gradualmente fuori dai giochi offensivi veneziani.

NdA: Il recap è privo di più accurati riferimenti statistici in quanto il play-by-play della gara, nella sua versione cartacea e online, è saltato ripetutamente nel corso della partita.