Bo Mc Calebb: (17.4 p., 61.3% da due, 22.2 dei valut.) semplicemente devastante! sgretola Milano a suon di penetrazioni, andando sia in gara 1 che in gara 2 sopra i 20 punti. Delle 5 partite disputate, gara 3 è quella che il play patisce particolarmente a livello realizzativo (solo 7 punti). 4 falli di media subiti, il 50% di realizzazione dal perimetro, 85.7% nei tiri liberi e per mostrare tutta la sua completezza: 3.8 assist e 4 rimbalzi di media, con l’high di 7 rimbalzi nella prima delle due trasferte a Milano. Non a caso nominato Mvp del campionato.

Alessandro Gentile: (10.2 p., 3.8 fal. sub., 9.6 di valut.) il giovane Gentile non sfigura, giocando a tratti da vero leader. In gara 3 è quasi sontuoso. Quasi appunto. Quel 0/2 dalla lunetta a pochi secondi dalla sirena ancora grida vendetta. Un errore che gli taglia le gambe, tanto che da quel momento non si riprende più: -2 di valutazione in gara 4 con 9 punti segnati ed altrettanti di valutazione in gara 5. La classe c’è. L’incoscienza di chi vuole sfondare pure. Un pregio questo che tanti giovani della sua età non hanno.

Malik Hairston: (14.4 p., 3.8 fal. sub., 13.4 di valut.) l’ex dal dente avvelenato prova in tutti i modi ad interrompere il dominio di Siena, ma il cuore e la sete di vendetta non sono sufficienti a Milano per avere la meglio. In gara 3, quella che di fatto chiude anzi tempo la serie, dà il meglio di sé, realizzando 25 punti, con un 8/8 da 2 e 31 di valutazione. Il suo talento è fuori discussione. Rivedibile ancora una volta la continuità di prestazioni, con picchi elevati (come in gara 3) ed altri in picchiata (17 punti tra gara 2 e gara 4).

Shaun Stonerook: (8.2 p., 50% da tre, 7.4 di valut.) un maestro nel lavoro difensivo, gela Milano a suon di triple (10/20). Nelle ultime tre partite della serie, raggiunge sempre la doppia cifra per punti realizzati, sentendo più suo l’ennesimo scudetto. Le sue medie non sono roboanti, come invece sono il suo carattere, la sua capacità di gestire il gruppo e la sua sensibilità, seppur con mani ruvide, di segnare canestri pesanti come un macigno.

Ksistof Lavrinovic: (15.0 p., 5.6 rimb., 17.4) l’apporto che riesce a dare in poco più di 21′ di media giocati è stratosferico. In gara 3 si regala una doppia doppia per punti segnati (17) e falli subiti (10). Al tiro risulta meno preciso di altre volte (55.5% da due), patendo a tratti la fisicità di Bourussis e Radosevic, ma pur soffrendo esce da dominatore nel duello tra lunghi. Movimenti di rara bellezza con la concretezza di un Serial Killer, ne fanno il centro più talentuoso del nostro campionato. Gara 5 in pratica la vince da solo.

All. Simone Pianigiani: Stravince il duello con Sergio Scariolo, lasciando a Milano solo poche briciole. Quella del PalaEstra resterà l’ultima volta del ct come allenatore di Siena. Un’ultima volta emozionante, oltre che storica.

Gregory Renfroe: (13.5 p., 72.7% da due, 20 di valut.) gestisce in maniera sapiente tutto l’attacco di Brindisi, producendo non solo punti, ma anche assist (5.7). Davanti al proprio pubblico si esalta come non mai ed in due gare produce un 26.5 di media in valutazione che la dice tutta sul suo dominio nei confronti dei pari ruolo avversari. Sotto le plance si trova sempre al posto giusto al momento giusto e con 8.5 carambole di media rende invidiosi i lunghi di entrambe le squadre, confermando la sua fama di giocatore versatile.

Jonathan M. Gibson: (24.5 p., 50% da tre, 19.5 di valut.) come il regista Mel, dirige in modo esemplare ogni ciak che lo vedono protagonista, con incorporato i lieto fine chiamato promozione. Micidiale in entrata, dove produce 5.7 falli subiti, è un’arma illegale dall’arco dei tre punti. Riesce bene nello smistare assist (3.7). La sua presenza in squadra è risultata determinante per Brindisi. In gara 4 realizza 3 degli ultimi 5 punti dei suoi. Difficile per i pugliesi poterlo trattenere.

Bobby Jones: (16.7 p., 11.0 fal. sub., 26.5 di valut.) gioca una serie finale mostruosa, piazzando quattro doppie doppie, tre delle quali nella casella punti/falli subiti. In gara 3, mette a referto 31 punti, 9 rimbalzi e 12 falli subiti, tirando con oltre il 50% dal campo, senza dimenticare gli 8 punti negli ultimi istanti che permettono a Pistoia di andarsi a giocare i supplementari. Purtroppo per i toscani viene contenuto in gara 4, quella che condanna definitivamente gli uomini di Moretti, segnando solo 12 punti con un misero 2/6 al tiro. Contratto in scadenza. Merita la Lega A.

Klaudio Ndoja: (9.7 p., 3.7 rimb., 10.7 di valut.) dopo i primi discreti 20′ giocati della sua serie (12 di valutazione), il gladiatore arranca sia in gara 2 sia in gara 3, pur piazzando sulla sirena la bomba dell’overtime. In gara 4 è tra i migliori in campo e, con 19 punti e 6/9 al tiro – a dimostrazione della sua mano affidabile – regala a Brindisi la promozione in Lega A.

Dejan Borovnjak: (9.7 p., 6.7 rimb., 14.2 di valut.) B. Jones e G. Galanda sono due clienti scomodi sotto le plance ma lo slavo di Brindisi, nonostante la giovane età, riesce a limitare i danni con la sua esperienza, guadagnandosi la pagnotta. Chiude la serie con il 65% da due e 3.2 falli subiti a partita. In gara 3 piazza la doppia doppia, punti/rimbalzi.

All. Piero Bucchi: La sua stagione a Brindisi non era iniziata nel migliore dei modi, con la contestazione dei tifosi al suo indirizzo. Sfrutta tutta la sua esperienza ed il talento della squadra per dominare i play off e salvare così una stagione iniziata male. A livello personale è un successo, dopo l’esonero della passata stagione sulla panchina dell’Olimpia Milano.