Continuano le sfide contro il proprio passato per Andrea Cinciarini: dopo aver superato Pesaro riuscirà a condurre la Trenk ad espugnare la “sua” Montegranaro? (Foto Francesco Pattacini 2012)

Coach Menetti: “Sarà la gara più difficile, ma noi abbiamo la rabbia giusta per non fermarci…”

La creazione di una calzatura artigianale è un processo affascinante quanto prezioso e da proteggere: mastri calzolai – abili come alchimisti ed esperti come stregoni – trasformano le misure del nostro piede in forme di legno e modelli di carta, tagliano, montano, tirano, fissano e cuciono pelli secondo le più minuziose e meticolose tecniche di lavorazione, una magia tramandata nei secoli di cucitore in cucitore per creare, punto dopo punto, il lucido incantesimo di una calzatura su misura per noi, la reale illusione di poter modellare il mondo sulle nostre esigenze.

La Trenkwalder Reggio Emilia fin qui ha provato a seguire lo stesso artigianale percorso: si è presa le misure e ha cercato di costruirsi una forma di base, sbagliando diversi modelli e gettando più volte all’aria ago e filo, ma ha trovato i pellami giusti e, punto dopo punto, si sta cucendo con pazienza e costanza la scarpa più adatta a sé, la calzatura perfetta per camminare comodamente. Non sarà un caso, allora, se la prossima sfida per la Trenk è proprio contro l’espressione cestistica del regno della calzatura tradizionale italiana, quella Sutor Montegranaro che ospiterà la PR nella 7a giornata di Serie A, domenica sera ore 18.15, al vicino (ma non troppo) PalaRossini di Ancona.

A fare da sfondo agli esperti calzolai di Montegranaro gli splendidi paesaggi delle colline fermane, scenari che anche coach Menetti conosce bene, lui vice-allenatore della magica Sigma Coatings 2009/10: la squadra di Frates che sfiorò le semifinali scudetto rivive oggi proprio a Reggio, grazie al gruppo ritrovato di Cinciarini, Filloy, Antonutti, Brunner e lo stesso Menetti, pieno di bei ricordi ma non di voglia di rivalsa personale per la fine di quell’avventura, improvvidamente sciolta a fine anno.

A Montegranaro sono stato benissimo, mi è dispiaciuto molto restare per una sola stagione e non essere confermato, ma per come sono andate le cose posso dire di non avere rimpianti e ora non ci penso più, sono totalmente concentrato sulla Pallacanestro Reggiana. Mi farà molto piacere salutare vecchi amici e ritrovare belle persone conosciute in quella magica annata, ma soltanto a fine partita…”

Lo sguardo sempre teso al futuro è una prerogativa per coach Menetti, un abito mentale da indossare sempre e comunque, un modo di affrontare il basket dimostratosi fin qui vincente in questa avventura bianco-rossa. Un approccio che, assorbita una sconfitta o festeggiata una vittoria, porta subito a proiettarsi verso la sfida successiva, non dando mai il tempo di indugiare nella negatività o adagiarsi sugli allori. Una filosofia che spinge la Trenk a pensare soltanto alla Sutor, avversario bizzarro e imprevedibile, tornato alla vittoria domenica scorsa su un campo difficile come quello della Reyer Venezia, dopo il debutto vincente ad Avellino e un’inspiegabile striscia di 4 sconfitte consecutive, di cui 3 casalinghe. La crisi domestica della squadra marchigiana, ancora a secco di vittorie davanti al pubblico di Ancona, non tranquillizza, però, la vigilia di coach Menetti, convinto al contrario della notevole difficoltà della sfida, alimentata proprio dalla fame di successi della compagine montegranarese.

“Tra le sette partite che abbiamo disputato finora, la trasferta contro Montegranaro sarà senza dubbio la più difficile di tutte, forse seconda soltanto al debutto contro Siena, cioè la gara del ritorno in Serie A. Ho vissuto a Montegranaro per una sola stagione, ma ho avuto modo di conoscere bene la piazza e so quanto sia capace di caricare al massimo una partita e sia affamata di vittorie casalinghe. L’ambiente sarà caldissimo e sospingerà la squadra alla grande, ne sono sicuro, sarà una gara difficilissima”.

Nondimeno, Menetti tiene in grande considerazione il valore prettamente tecnico dei giallo-blu e ancor di più la saggezza della loro guida, quel mito della panchina che risponde al nome di Carlo Recalcati.

Montegranaro è una squadra tosta e solida, soltanto fermandosi al roster sulla carta ci si potrebbe ingannare e pensare che questa Sutor sia inferiore a quella degli anni passati. Al contrario, è una formazione con tante frecce al proprio arco, come ha dimostrato andando a vincere a Venezia con una prestazione di altissimo livello: dispone di un ottimo gruppo di italiani con i vari Di Bella, Cinciarini e Mazzola, importanti anche nel «cementare» lo spirito di squadra, e può contare su stranieri interessanti come Burns, Steele o lo stesso Freimanis, arrivato a gettone ma confermato grazie alla capacità di dare equilibrio e alle ultime prestazioni di livello assoluto (21 in 30′ minuti a Venezia, NdR).

E poi, soprattutto, la Sutor è guidata da un allenatore verso cui ho enorme rispetto e stima come coach Recalcati, un tecnico che ha fatto la storia del basket italiano vincendo 3 scudetti in altrettante realtà diverse. La sua sola presenza è una garanzia, sarà una partita durissima”.

La Trenk, però, non si presenta affatto male all’ostica trasferta in terra marchigiana, reduce da un tris di vittorie che l’ha sottratta alle sabbie mobili del fondo classifica, sollevata dalle già notevoli pressioni e liberata da una coltre di negatività che – non bastasse la consueta nebbia autunnale medio-padana – avvolgeva Reggio Emilia e rendeva il futuro meno luminoso. Ora, ritrovato l’entusiasmo della neo-promossa, la PR non sembra voler lasciare, ma, anzi, è pronta a raddoppiare ritrovando tutti i suoi elementi e completando il rodaggio delle nuove reclute ancora in fase di addestramento.

“Ad Ancona sarà una partita difficilissima, lo ripeto, servirà una grandissima prestazione per vincere. Noi siamo in un momento di grande fiducia, ma ora dobbiamo decidere se vogliamo accontentarci di quello che abbiamo fatto o se, invece, abbiamo la rabbia giusta per continuare a vincere e a migliorare.

Questa settimana di ottimo lavoro ci ha restituito un Antonutti al 100% dopo quindici giorni di stop e ci ha permesso di lavorare con concentrazione e intensità sugli aspetti in cui possiamo migliorare.

Come procede l’inserimento di James e Jeremić? Dominic ha fatto una partita di grandissimo livello contro Pesaro, facendo cose importantissime lungo tutto l’arco della gara, e ha le doti e la personalità giuste per fare una grande prestazione anche in trasferta. Mladen, invece, fatica a trovare le proprie certezze in un percorso di adattamento a campionato e ambiente più lungo del previsto; non è facile non riuscire a segnare per chi ha sempre fatto canestro, ma sta lavorando con grande serietà e gli basterà trovare l’episodio giusto per sbloccarsi e dare il massimo.

Ciò che conta, però, è che ognuno dia il proprio contributo: questa squadra è stata pensata innanzitutto come un gruppo, un collettivo in cui l’apporto di tutti sopperisce alle difficoltà di qualcuno e se continuiamo a fare bene a livello di squadra, le prestazioni individuali non mi preoccupano”.

«Vincere prima di tutto» è la tecnica della Trenkwalder, punto dopo punto…