Cesare Pancotto (Foto Savino Paolella 2013)

Cesare Pancotto (Foto Savino Paolella 2013)

Il primo a parlare in sala stampa è Cesare Pancotto, comprensibilmente entusiasta per la vittoria: “Abbiamo dato seguito al lavoro, alla vittoria di domenica e ad un lavoro certosino sulla difesa. È un caposaldo su cui costruire la salvezza. Ci siamo un po’ persi nell’ultimo quarto: prima di tutto ci siamo fermati a guardare la loro rimonta, e poi è che forse non sapevamo come vincere fuori e stasera l’abbiamo fatto soffrendo e mettendo tiri importanti. Abbiamo fatto cose belle, sicuramente sono da rivedere i 31 punti subiti nell’ultimo quarto. È un bel compleanno, ringrazio la società e i giocatori che stanno lavorando. Woodside ha fatto una partita eccezionale, stiamo facendo un lavoro buono, hanno segnato tutti e nove i giocatori impiegati, e tutti oggi si sono sentiti importanti. Continueremo a lavorare, non siamo soddisfatti, possiamo fare ancora di più”.

 

Charlie Recalcati (foto di Savino Paolella 2013)

Charlie Recalcati (foto di Savino Paolella 2013)

Recalcati invece ignora l’aspetto tecnico per esternare una situazione che purtroppo è di grande difficoltà per la Sutor. Queste le sue parole, piuttosto dure, su quanto sta accadendo: “Dopo questa partita vorrei tanto parlare di tecnica, ma non me la sento. Non parlo dei nostri errori, che pure sono stati tanti, ma anzi devo ringraziare la squadra se siamo arrivati a giocare questa partita. E quando sei nella condizione di ringraziare la squadra dopo ogni allenamento è difficile andare avanti. Lavorare in queste condizioni è impossibile e non possiamo ovviamente farlo al meglio senza almeno gli strumenti necessari. Non so che succederà da martedì, io ho garantito per me e per la squadra fino ad oggi, da oggi in poi non so cosa accadrà. A questo punto però ho un dubbio: chi vuol bene alla Sutor? Chi, come i miei ragazzi e lo staff, ogni giorno va in palestra, di sicuro. Come anche tutti coloro che vengono a palazzo. Altri purtroppo non ne vedo. C’è molto disinteresse intorno a noi, molto. Noi non possiamo consumarci ogni giorno aspettando che la società risolva i problemi e soprattutto questi non devono ricadere sul lavoro nostro. Si vedrà adesso chi ha a cuore la Sutor. L’ho detto al mio staff, noi se messi in condizione di lavorare ne veniamo fuori da questa situazione, ma dobbiamo poter lavorare. I giocatori devono potersi allenare, e noi dovremmo poterli spronare e anche rimproverare se serve; invece non posso neanche rimproverarli, perché se si allenano in queste condizioni posso solo ringraziarli. Ci siamo confrontati coi giocatori e lo staff, e questo è ciò che ci siamo detti. Se chi si sta consumando in lotte intestine ci mette nella condizione di lavorare, noi anche in questa stagione ci salviamo”.

“Siamo mercenari” ha concluso Recalcati, “lavoriamo per soldi, ma in questo momento siamo anche tra i pochi che hanno a cuore le sorti della Sutor. Poi si può dire che non difendiamo, facciamo errori, ma la faccia ce la stiamo mettendo anche per chi in questo momento si lacera in lotte intestine, e così non va bene. Vogliamo che chi di dovere si prenda le responsabilità come noi. L’anno scorso la situazione era forse meno grave di quest’anno, anche perché ci siamo bevuti tutto ciò che ci veniva detto, quest’anno non è così. Se la proprietà mette la testa a posto, noi siamo qui perché vogliamo arrivare alla fine. In estate ci è stato esposto un programma, ma in questo momento quel programma è saltato: ora vorrei sapere quali sono le strategie da oggi in poi. Basti pensare che c’è un giocatore si allena e non viene tesserato. L’obiettivo era salvarci, adesso è ancora questo? È ciò che vorrei sapere”.